2 passi tra le righe

Frasi rubate qua e là... di VILMA REMONDETTO

Creato da Vilma66 il 16/09/2012

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"Fuori da un evidente destino" di Giorgio Faletti

Post n°38 pubblicato il 23 Novembre 2016 da Vilma66
 

A Caleb piaceva quel cane. Aveva carattere da vendere. O se non altro aveva un carattere molto simile al suo, commerciabile o meno che fosse. Per questo lo faceva sedere in cabina accanto a lui e non lo costringeva sul cassone dietro come facevano tutti gli altri ... Silent Joe  non abbaiava mai. Non l'aveva fatto nemmmeno quando era un cucciolo tutto zampe e con addosso una quantità di pelle tre taglie superiore alla sua. Per questo motivo al suo nome originale, Joe, si era ben presto aggiunta la qualifica di silenzioso, che lui si portava appuntata al petto con noncuranza come un'onorificenza ...Non poteva dire che Silent Joe fosse veramente il suo cane, perchè quell'animale dava l'idea di appartenere solo a se stesso.

Era solo questione di tempo e prima o poi anche lui avrebbe raggiunto il risultato a cui stava lavorando da anni. In un momento avrebbe cancellato tutta la fatica , tutte le notti in bianco e tutto il denaro speso, ma soprattutto le derisioni e le risatine di scherno alle sue spalle. Una volta aveva letto da qualche parte che la grandezza di un uomo si misura da quanti stupidi gli danno addosso. Allora quelli che lo prendevano in giro si sarebbero mangiati il fegato, condito con la stessa merda che gli avevano sparso addosso.

Vegas era un posto in cui ogni piede trovava la sua scarpa e viceversa. Anche quello più grande entrava in quella più stretta. Bastava avere il lubrificante giusto. Il denaro. Jim non aveva mai avuto l'ossessione per i soldi. Per lui rappresentavano potere, conquista, una vita sprofondata nel lusso. Erano tuttavia il solo modo che conosceva per potersi comperare la libertà. E per lui la libertà a un certo punto aveva significato andarsene da lì, da quella vita immobile che finiva alle nove di sera, dalle canzoni piene di selle e cow- boy, dai vestiti che sapevano del fumo dei barbecue, dalla polvere del deserto, che esaltava i turisti e impestava l'esistenza di chi era costretto a viverci.

C'era in Charlie il senso tranquillo dell'appartenenza alla gente e ai luoghi in cui era nato. Forse anche al passato, che nel suo concetto di tradizione era solo un pezzo di presente lasciato per un lasso di tempo alle spalle e da ritrovare nel futuro.Così il cerchio si chiudeva e diventava una fede.

Un soffio di vento lo riportò al posto in cui era e alla consapevolezza di quello che era venuto a fare. Quell'uomo che ai suoi giorni aveva visto la guerra e che l'aveva vinta, da quel momento in poi era diventata tutta la sua famiglia. Gli aveva insegnato tutto quello che sapeva e soprattutto  quante cose ci sono da sapere, prima di poter arrivare in cima alle rocce scalandole a mani nude. Gli aveva insegnato che la morte era l'unica certezza che gli era dato possedere, una certezza che stava appoggiata come un grande uccello bianco su una spalla di ogni uomo. E adesso stava volando in alto da qualche parte, con le ali di quella sola certezza.

Era rimasto da solo per tutto il tempo, seduto su una sedia in plastica. Quell'attesa aveva qualcosa di miracoloso, un atto dovuto al suo stupore. Era una pausa che gli serviva come l'acqua del deserto per fermarsi un istante a rifare dei conti che si ostinavano a risultare tutti sbagliati. In poche ore la sua vita era stata capolvolta. Provava la sensazione soffocante di annaspare sott'acqua, nel buio più profondo, senza il conforto di poter seguire le bolle per ritrovare la superficie. Il ritorno a casa aveva disintegrato tutte quelle che lui aveva chiamato per anni certezze. Ci sono dei confronti che la vita non promette di evitare, ma permette al massimo di rinviare. Così le persone che avevano fatto parte della sua vita passata erano arrivate una a una a reclamare il loro posto nel presente. 

Erano passati tanti anni e tanto sangue era stato versato. Sangue uscito dalle vene e dalle parole, di quelle che uccidono le persone  in modo molto più doloroso delle armi. Tutto quello che sembrava essere andato in frantumi si stava poco per volta ricomponendo, per la magia e la bizzarria del caso, con nuove forme e nuovi colori a ricordare che nulla può essere uguale. Quell'incontro a cui non era preparato, non in quel posto e non in quel momento, l'aveva lasciato con un senso di vuoto difficile da spiegare, quando invece un desiderio di rivalsa sarebbe stato molto più comprensibile. Nell'istante in cui si erano trovati di fronte e si erano guardati negli occhi era sembrato tutto così lontano, così inutile, così privo di senso. Nessun motivo per vincere, perchè non c'era nessun motivo per combattere. L'unica emozione era stato il rimpianto. Non per quello che era stato, ma solo per quello che poteva essere.

Dentro di sè scoprì una forza diversa che pareva crescere con il crescere della fatica e che per ogni tratto guadagnato alla parete lo incitava a procedere e a salire ancora. Sentiva con il vigore del corpo e della certezza che in ogni supporto per ilpiede, in ogni appiglio per la mano c'erano le tracce degli uomini appesi con lo stesso intento alla stessa roccia. Erano frammenti immobili di una storia in continuo movimento, le testimonianze di un'audacia antica e all'apparenza inutile. Ma indispensabile per ogni uomo che desiderava arrivare a guardare il mondo dall'alto con occhi nuovi.

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Commenti al Post:
gesu_risortoannunz1
gesu_risortoannunz1 il 23/11/16 alle 18:18 via WEB
Nessuno ha il diritto ad essere felice da solo. Ti offro un po della mia. La pace, la gioia e l'amore di Gesù il Risorto regni vivo nel tuo cuore e nei cuori dei tuoi cari.
 
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