2 passi tra le righe

Frasi rubate qua e là... di VILMA REMONDETTO

Creato da Vilma66 il 16/09/2012

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"La strada" di Cormac McCarthy

Post n°52 pubblicato il 01 Maggio 2020 da Vilma66
 

Quando si svegliava in mezzo ai boschi nel buio e nel freddo della notte allungava la mano per toccare il bambino che gli dormiva accanto. Notti più buie del buio e giorni uno più grigio di quello appena passato. Come l'inizio di un freddo glaucoma che offuscava il mondo. La sua mano si alzava e si abbassava a ogni prezioso respiro.

In quei primi anni le strade erano affollate di profughi imbacuccati dalla testa ai piedi. Protetti da maschere e occhialoni, seduti fra gli stracci sul bordo della strada come aviatori in rovina. Carriole piene di cianfrusaglie. Carri e carretti al seguito. Gli occhi spiritati in mezzo al cranio. Gusci di uomini  senza fede che avanzavano barcollanti sul selciato come nomadi in una terra febbricitante. La rivelazione finale della fragilità di ogni cosa. Vecchie e spinose questioni si erano risolte in tenebre e nulla. L'ultimo esemplare di una data cosa si porta con sè la categoria. Spegne la luce e scompare. Guardati intorno. Mai è un sacco di tempo. Ma il bambino la sapeva lunga. E sapeva che mai è l'assenza di qualsiasi tempo.

Avevi degli amici? Si, ne avevo. Tanti? Sì. Te li ricordi? Sì, me li ricordo. Che fine hanno fatto? Sono morti. Tutti? Sì. Tutti. E ti mancano? Sì. Dove stiamo andando? Stiamo andando a sud. Per stare più caldi. Si. Ok. Ok cosa? Tu cosa faresti se io morissi? Se tu morissi vorrei morire anch'io. Per poter stare con me? Sì. Per poter stare con te. Ok.

Il bambino non si sarebbe svegliato per ore. D'altra parte, si sarebbe spaventato a morte. Era successo altre volte. Pensò di svegliarlo lui, ma sapeva che se anche l'avesse fatto non se ne sarebbe ricordato. L'aveva abituato a restarsene acquattato nei boschi come un animale selvatico. Ma per quanto tempo? Alla fine si tolse la pistola dalla cintura, gliela posò accanto sotto le coperte, si alzò e si allontanò.

Possiamo accendere il fuoco?, disse il bambino. Non abbiamo l'accendino. Il bambino distolse lo sguardo. Mi dispiace. Mi è caduto. Non te lo volevo dire. Non fa niente. Vedrai che trovo qualche pezzo di selce. Mi sto guardando attorno. E abbiamo ancora la bottiglietta di benzina. Ok. Hai tanto freddo? Sto bene. Il bambino si stese e gli appoggiò la testa in grembo. Dopo un pò disse: Quella gente la ammazzeranno, vero? Sì. Ma perchè lo fanno? Non lo so. Se li mangeranno. Non lo so. Se li mangeranno, vero? Sì. E noi non li potevamo aiutare altrimenti avrebbero mangiato pure noi. Sì. Per questo non li potevamo aiutare. Sì. Ok.

L'uomo cominciava a pensare che fossero a un passo dalla morte e che avrebbero dovuto cercarsi un posto dove nessuno li potesse trovare. A volte, mentre guardava il bambino dormire, gli capitava di scoppiare in un pianto incontrollabile, ma non era il pensiero della morte. Non sapeva bene cosa fosse però gli sembrava che avese a che fare con la bellezza o la bontà. Cose a cui non aveva più modo di pensare. Si acquattarono in un bosco lugubre e bevvero l'acqua di uno stagno filtrata con uno straccio. In sogno vide il bambino steso su un tavolo di obitorio e si svegliò inorridito. Quello che riusciva a sopportare di giorno di notte diventava insopportabile. E rimase sveglio per paura che l'incubo si ripresentasse.

Che cosa vuoi fare? Aiutarlo, papà. Voglio solo aiutarlo. L'uomo si voltò a guardare la strada. Papà, aveva solo fame. Adesso morirà. Sarebbe morto comunque. Ha tanta paura, papà. L'uomo si accovacciò e guardò il bambino. Anche io ho paura, disse. Lo capisci?Anche io ho paura. Il bambino non rispose. Rimase seduto lì a capo chino, scosso dai singhiozzi. Non tocca a te preoccuparti di tutto. Il bambino disse qualcosa che l'uomo non capì. Cosa?, disse. Il bambino alzò gli occhi, il viso sporco e bagnato. Sì, invece, disse. Tocca a me.

Voglio restare con te. Non puoi. Ti prego. Non puoi. Devi portare il fuoco. Non so come si fa. Sì, che lo sai. E' vero? Il fuoco, intendo. Sì che è vero. E dove sta? Io non lo so dove sta. Sì che lo sai. E' dentro di te. Da sempre. Io lo vedo. Portami con te. Ti prego. Non posso. Ti prego papà. Non ce la faccio a tenere fra le braccia mio figlio morto. Credevo che ne sarei stato capace, e invece no. Hai detto che non mi avresti lasciato. Lo so. Mi dispiace. Hai tutto il mio cuore. Da sempre. Tu sei il migliore fra i buoni. Lo sei sempre stato. Quando non ci sarò più potrai comunque parlarmi.

Era tuo padre? Sì. Era il mio papà. Mi dispiace. Non so cosa fare. Penso che dovresti venire con me. Tu sei uno dei buoni? Già, disse. Sono uno dei buoni. Ci sono anche dei bambini? Sì. Abbiamo un maschio e una femmina. E non ve li siete mangiati. No. Voi non mangiate la gente. No. Non mangiamo la gente. E posso venire con voi? Sì che puoi. Allora ok. 

 

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