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Post n°244 pubblicato il 02 Aprile 2010 da mentemaledetta

Ricattare v.tr. [aus. avere]

1 estorcere a qualcuno denaro, favori, vantaggi con la minaccia di rivelazioni compromettenti o di altre azioni che lo danneggino
2 ( scherz.) chiedere qualcosa in modo che non si possa rifiutare
Il termine viene usato nel linguaggio comune, sebbene in maniera impropria, per indicare il reato di estorsione.

Estorsione

Nell'ambito del diritto penale italiano l'estorsione è il reato di chi, con violenza o minaccia, costringe uno o più terzi a fare o ad omettere qualche cosa traendone un ingiusto profitto con altrui danno. Il reato è punito dall'art. 629 del Codice Penale.

È ingiusto il profitto che non è tutelato né direttamente né indirettamente dall'ordinamento giuridico.

Sono esempi di estorsione:

  • il racket o pizzo consistente nell'attività criminosa, generalmente volta ad ottenere da parte di un operatore economico un pagamento periodico in cambio di una presunta offerta di protezione;
  • il comportamento intimidatorio del datore di lavoro che concorda con i propri dipendenti salari non adeguati alle ore di lavoro prestate.

Sono riconducibili all'estorsione anche il sequestro di persona a scopo di estorsione e la concussione ma il codice penale li prevede come reati a sé, con pene di più gravi.

[Da Wikipedia, l'enciclopedia Libera.]

 

Il ricatto morale

E' una potente forma di manipolazione in cui una persona a noi vicina minaccia, in modo diretto o indiretto, di punirci se non facciamo quello che vuole. In genere questo tipo di ricatto è messo in atto proprio dalle persone che ci sono più vicine e con le quali abbiano strette relazioni:
possono essere genitori, coniugi, figli, amici, datori di lavoro, colleghi; in genere si tratta di persone alle quali teniamo e che vogliono ottenere da noi qualcosa che contrasta o non risponde appieno ai nostri sentimenti, progetti, aspettative.

Nel suo libro Emotional Blackmail (letteralmente ricatto emozionale), Susan Forward sostiene che comunque venga espresso il ricatto, il messaggio sottostante è chiaro ed è: se non mi darai quello che voglio te la farò pagare . Si tratta sicuramente di un messaggio che intristisce la vita, in quanto sovente genera paura, senso di colpa, ansia e ci spinge a muoverci in una direzione che non è esattamente quella che vorremmo o quella più vicina ai nostri profondi desideri.

Ma come è possibile tutto questo?
In genere il ricattatore è una persona per noi importante, una persona che ci conosce molto bene e sa perfettamente quali sono i nostri punti deboli: in questo senso è facile che, per ottenere ciò che vuole, faccia leva sulla nostra paura di perdere la relazione o di entrare in conflitto, sul nostro senso del dovere, ricordandoci ad esempio quanto ha fatto per noi e quanto noi dovremmo essergli debitori, e infine sull'indurre in noi il senso di colpa, facendoci sentire responsabili per il suo malessere.
Da questo punto di vista è facile capire come sovente la punizione ventilata dal ricattatore consista nella possibilità di compromettere la relazione nella quale siamo impegnati e a cui teniamo , nella possibilità di perdere stima e valore agli occhi della persona che ci è vicina e che in modo velato ci sta ricattando, nel farci sentirci egoisti, malvagi, freddi e indifferenti se non accettiamo di fare quello che ci viene chiesto.
Sebbene non tutti i ricattatori abbiano lo stesso stile è importante sottolineare che lo sfondo comune sul quale si muovono è la paura : paura di perdere la persona a cui tengono, paura del cambiamento, paura di essere respinti, paura di perdere potere all'interno della relazione.Nello specifico, qual è lo stile dei ricattatori? In base alle loro modalità d'azione, Forward distingue quattro categorie di ricattatori: punitivi , autopunitivi , vittime e seduttori .

[seguito e fonte: http://www.benessere.com/psicologia/arg00/ricmor.htm ]

 
 
 
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