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Post N° 126
Post n°126 pubblicato il 25 Maggio 2006 da lucabono75
Vedo i tuoi occhi celesti di cielo, il seno montagne da varcare le gole, che snodo all’ebbrezza di coglierti intatta, come rosa di maggio che si schiude all’amore. Sussurro parole che sanno di miele, di ciuccio che intingo nell’acqua di mare, perché lo succhi e sappia di sale, il primo m’illudo che assaggi da sempre. Accarezzo la luce di onde di seta, seguendo le forme diafane al tatto, mentre guardo il riflesso d’un’anima pura, d’una rosa fragrante impalpabile all’aria. Non coprirò di baci rimani distante, l’odore che sento m’imbroglia e mi truffa, perché è fatta di stenti di incurie degli anni, d’orgasmi guariti a fatica dal tempo. Lascio che il sogno non schiuda le labbra, e mi sia proibito cercarti più in fondo, perché ciò che vedo m’inganna e m’illude, mentre svasi la gonna e mi intossico il sangue. Rimango distante rimango qui fuori, apprezzo il candore che fingi e mi offro, perché nell’intimo dentro mi giuri non trovi, altrettanta bellezza convinto che giuri. Negli anni ti cerco e marchi i contorni, di labbra che rosse stingi al bisogno, di uomini onesti e figli di cani, che t’hanno insegnato a camminare di notte. A schivare lo sterco a passi di danza, senza che il cuore s’accorga per caso, che dipingi le labbra di porpora e pepe, per essere zingara d’un circo ambulante. Sei fatta di spine angosce e tormenti, vuote parole che pioggia riempie, sono petali secchi friabili ai venti, che un soffio li sparge e non rimane che niente. Chissà che direi se ti vedessi davvero, con un cappello da sera e guanti di rete, che aspetto e raccogli solo acqua piovana, avanzi di mondo di semi infecondi. Sei fatta di niente di buchi di ventre, slargati da rami senza gemme di pesco, nel silenzio per strada tra le tenebre fitte, tintinni i tuoi cerchi cadenzati alle voglie. Sei fatta d’istinti di gatta in calore, che miagola ai tetti nel freddo di notte, di canti d’uccelli aggrumarti sui fili, che bramano bocche come scoli all’aperto. Rimango distante il resto non conta, non serve all’amore il colore degli occhi, spalanchi le gambe per essere foce, come mare che accoglie i detriti dei fiumi. Rimango distante rimango stanotte, perché l’alba domani rifletta alla luce, che quello che offri è madre di terra, dove nasce tra i fiori una rosa d’inverno. |
Inviato da: cassetta2
il 16/04/2019 alle 12:53
Inviato da: lottersh
il 25/03/2009 alle 04:25
Inviato da: La_mOny88
il 30/05/2008 alle 15:22
Inviato da: patzf
il 20/06/2007 alle 21:48
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il 06/06/2007 alle 10:09