Creato da marioragagnin0 il 16/10/2007
L'autogestione dal basso unificherà e libererà l'umanità

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La nuova organizzazione e l'economia

Post n°3 pubblicato il 07 Aprile 2008 da marioragagnin0
 

www.marioragagnin.netIL  FARE  CREDITO,  ECONOMICO  E  PSICOLOGICO, 
A  TUTTI  I POPOLI 
SARÀ  L’INVESTIMENTO  PIÙ  REDDITIZIO

Le istituzioni saranno trasformate dall'interno,
dai nuovi rappresentanti

L'ONU sarà formata dai rappresentanti delle associazioni di base, e coordinerà le operazioni fornendo i mezzi, il patrocinio e la vigilanza.

I poteri tradizionali sono sostituti provvisori degli interventi risolutivi di cui l'umanità ha bisogno e ha diritto.

L'economia di credito mondializzata aumenterà la ricchezza di tutti e la garantirà per il futuro.

Il socialismo consisterà nel complesso di mezzi e servizi forniti dai governi ai volontari. Liberismo e socialismo sono necessari l'uno all'altro.

L'economicismo continuerà ai margini, come sostegno all'organizzazione che si andrà formando.

L'allargarsi dell'organizzazione di base è l'unico modo anche per risolvere i problemi economici dell'Occidente.

I poteri dei Paesi primi dovranno ridursi sempre più a strutture esecutive e organizzative.

Ogni potere ha il dovere di spendersi in forme di servizio per le basi, l'umanità, e perciò per i volontari che la rappresentano.

Questo principio vale a tutti i livelli: dalle stesse associazioni di volontariato alle amministrazioni locali e centrali dei Paesi primi, secondi e terzi.

Si ricorda che nel sito  www.marioragagnin.net

è pubblicato il libro  "I Volontari e il Potere",

composto di tre parti:

Il potere  (ad acta) ai Volontari risolverà i problemi mondiali,

Il nuovo ordine umano partirà da Israele,

L'autogestione dal basso unificherà e libererà l'umanità.

Mario Ragagnin

mario.ragagnin@virgilio.it

 
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Realizzare l'unità umana non è impossibile

Post n°2 pubblicato il 09 Marzo 2008 da marioragagnin0

INVECE  DI  ESAURIRSI  A  MANIFESTARE  E  A  GRIDARE, 
PRETENDERE  DAI  CAPI  LA  RESTITUZIONE 
DEI  MEZZI  DI  COMUNICAZIONE  DIRETTA  COL  MONDO

Molti credono che basti gridare “pace pace” per ottenerla

Comunque essi sono convinti in tale maniera di fare tutto quello che possono.

E soprattutto esauriscono tutte le loro forze nei cortei e nelle marce.

Ed è ciò che inconsciamente essi cercano e vogliono: consumare le energie in soprappiù. Così mettono a posto la propria coscienza di “ salvatori della patria”, e si sentono quindi in diritto di condannare coloro che “non li obbediscono”.

Ossia si sentono uniti fra loro contro “il nemico” di turno (come volevasi dimostrare, ossia raggiungere e realizzare).

Se fanno il confronto fra loro e quelli che declamano dalle tribune la stessa cosa nella stessa maniera, si rendono conto dei propri limiti con lo scoprire i limiti degli altri.

Difatti essi criticano anche coloro che, detenendo il potere, non lo usano se non per declamare le belle parole e per fare quei bei discorsi con cui giustificano le cariche e le prebende.

Incaricheranno poi psicologi e letterati, e in primo luogo esperti di relazioni pubbliche, a preparare anticipatamente i discorsi di coloro che parlano dalle posizioni altolocate. Così dimostreranno a tutti che non occorre trovarsi in quelle posizioni eminenti per saper dire quelle cose, e che il pronunciare quelle belle parole non serve a niente.

Parlare direttamente fra basi è il presupposto dell’unificazione

Quando i sottoposti capiranno che chi detiene il potere usa i mezzi di sostegno e di comunicazione (sottratti ai sottoposti) per tenerli sottoposti, separati e di conseguenza nemici degli altri, sapranno cosa chiedere e pretendere dai loro capi .

I sottoposti capiranno che il loro diritto deriva dallo stesso dovere di salvare la situazione, possibile solo a loro, persone di base e perciò più unite con le basi dei cosiddetti nemici che con i rispettivi capi.

Il che vale anche in senso inverso, da parte delle basi fatte essere nostre nemiche, dai loro e dai nostri capi.

Basta dunque che noi possiamo parlare direttamente fra basi per risolvere quei problemi che i nostri capi fingono di tentare di risolvere con le parole.

In primo luogo dunque i nostri capi devono restituirci i mezzi di comunicazione, materiali e psicologici, i riconoscimenti giuridici pari ai loro, la sovranità di poter uscire dai recinti e di entrare in qualsiasi altro recinto.

Noi daremo voce a chi non ce l’ha non per renderci indispensabili intermediari inamovibili, ma perché anche gli altri la acquistino per loro conto, e la diano poi ad ulteriori terzi, in modo che il procedimento si allarghi e tutti diventino soggetti autosufficienti e responsabili di sé e del mondo.

Questo è il principio di giustizia, a fondamento di qualsiasi pace e soluzione di tutti problemi.

Finora si intende, per giustizia, solo i beni materiali necessari alla sussistenza di una vita subordinata. Invece la giustizia consiste nel permettere a tutti di essere capi quel tanto che occorre per estrinsecare sé stessi da soggetti attivi ed autonomi .

La vera cultura è la conoscenza del procedimento
volto a risolvere le cause dei problemi

Quando, per fare bella figura, si dichiara il proprio impegno a chiedere ai responsabili delle nazioni di fare tutti gli sforzi possibili perché sia costruito e consolidato un mondo di solidarietà e di pace, si stanno rafforzando le cause delle ingiustizie e dei conflitti, ossia si lavora per il male, l'ingiustizia e la guerra.

Per ingannare i propri seguaci (che credono proprio perché già ingannati), si finge di voler risolvere i mali del mondo, confermando invece nelle loro posizioni i responsabili di tali mali, i capi delle nazioni.

Bisogna far capire all'opinione pubblica, nostra ed altrui, come stanno le cose.

Allora i Master Universitari di “Gestione dei conflitti interculturali ed interreligiosi” capiranno qual è il loro dovere: di costruire una cultura sul meccanismo stesso della soluzione dei problemi mondiali (risalendo a monte, per scoprire le cause prime e affrontarle sistematicamente).

Finora la cultura, sottoposta ai poteri e al procedimento naturale, cercava di spiegare le cose dall'inizio, fingendo che esistesse la possibilità di una verità assoluta, che i poteri così potevano imporre come ideologie alle persone sottoposte.

Ora abbiamo capito invece che la cultura deve seguire la strada inversa: partire dal presente, spiegandolo nelle sue articolazioni, per risalire a monte e all'indietro, a sciogliere i nodi che provocano il male nel presente.

Bisogna partire dall’insieme del procedimento, e sapere che si può sviscerarlo solo indirettamente, tramite l'azione sull'esterno da cui la conoscenza ci deriva di rimbalzo e di riflesso.

L’organizzazione dal basso si coordinerà utilitaristicamente

Ci si andrà rendendo conto che, facendo dei rapporti di potere a livello umano il modulo logico su cui regolarci, non solo andremo scoprendo ed interpretando tutto ciò che avviene a livello umano, e risolvendolo, ma anche risolveremo e capiremo tutto ciò che avviene (ed è avvenuto finora) a livello sottoumano, dagli atomi un poi.

Ricaveremo da questo rapporto, preso come schema e sistema di misura, anche quali sono i rapporti fra conoscenza e azione, fra esterno e interno, fra prima e dopo, in termini di azione in venuta (che ha provocato la conoscenza) e di azione in ritorno, nostra creativa, che va a sintetizzare il mondo esterno perché ci restituisca una soluzione teorica.

Scopriremo che l'autocoscienza si raggiunge facendo il giro del mondo. Ciò che veniva auspicato letterariamente, artisticamente e retoricamente, è realizzabile e valutabile praticamente e di fatto. Così riconosceremo anche quali sono oggi i valori reali dell'arte e della letteratura, che finora rimanevano in sospeso senza darci una risposta utile.

E insieme, nel mentre capiremo finalmente le cose (noi e il mondo naturale), anche faremo essere l'ordine in noi e nel mondo.

Perché diventerà un interesse nostro, utilitaristico, dell'organizzazione che si andrà formando, il ricollegarci esternamente per completarci internamente.

E questo vale sia per noi che per gli altri, in reciprocità vicendevole di interessi.

Così diventeremo autosufficienti anche psicologicamente: non avremo più bisogno di cercare comprensione e successo all'esterno, perché non considereremo più l’esterno superiore a noi (come avviene oggi).

Saremo noi il baricentro autosostenentesi dell'universo, che andremo aggiustando attorno a noi.

Le scienze umanistiche troveranno il fondamento nell'azione metodologica fra loro, tesa a coordinare ad unità le scienze fisiche e naturali. Le quali finora erano definite da leggi differenti, come se all'improvviso uscissero fuori da chissà dove le nuove leggi. Le scienze fisiche, chimiche, biologiche e organiche, riunendosi fra loro, non saranno neanche più “governate da leggi”, ma da noi.

E l'organizzazione dal basso si coordinerà e si autogestirà formandosi spontaneisticamente nella nuova dimensione e visuale in cui noi avremo inquadrato la conoscenza, dal presente al passato, dall’insieme all'elemento, sinteticamente con l'azione necessaria sull'esterno per farla essere al nostro interno.

 

Si ricorda che nel sito  www.marioragagnin.net

è pubblicato il libro  "I Volontari e il Potere",

composto di tre parti:

Il potere ai Volontari,

Il nuovo ordine umano partirà da Israele,

L'autogestione dal basso unificherà e libererà l'umanità.

 

Mario Ragagnin

mario.ragagnin@virgilio.it

 
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Che cosa è la cultura?

Post n°1 pubblicato il 22 Ottobre 2007 da marioragagnin0

 

 

 

www.marioragagnin.net                                   

                                                             LE  SCIENZE  UMANISTICHE, 
                                                                        OGGI  INUTILI  E  INSERVIBILI,
TROVERANNO  IL  LORO  FONDAMENTO  E  SOLUZIONE
NELL’APPLICABILITÀ  ALLA  VITA

 

Oggi l’umanità viaggia senza testa

             Il primo passo dunque è di riuscire a fare un discorso di tipo culturale, al quale gli altri prestino attenzione partecipando attivamente a costruirlo in quanto vi scoprono il loro interesse.

Oggi nessuno sta ad ascoltare nessuno, perché tutti parlano solo per autoaffermarsi e non per chiarire qualcosa e fornire un aiuto agli altri, dato che li considerano separati e alternativi a sé stessi.

Nessuno sa di essere esponente del Tutto, nel quale anche gli altri rientrano, e dei quali perciò anche lui ha bisogno per sé stesso.

Nessuno si accorge di dipendere da ideologie che lo manovrano, né mai lo ammetterebbe, e guai a chi osa insinuare una tal cosa...

La maggioranza degli uomini ritengono di sapere già tutto e rifiutano a priori qualsiasi idea che non rientri negli schemi timbratigli dalla incultura corrente, al servizio dei padroni che li strumentalizzano.

Dipendono da parole che gli sono state impresse con il metodo dei riflessi condizionati, associate a concetti di positività, gratificanti nell'ambito sociale in cui si ritrovano e che li coinvolge, assimilandoli quali elementi al proprio servizio, ossia al servizio del padrone di quell’ambito.

Se invece ora cominciamo ad avere fiducia nelle nostre idee, in noi stessi, e fondiamo il concetto del diritto in quello che ci occorre per realizzare i fini del Tutto, scopriremo che le nostre quattro idee sono l'unica vera cultura, per noi e per tutti.

 

 

Si ricorda che sul sito www.marioragagnin.net

è pubblicato il libro “I Volontari e il Potere”,

composto di tre parti:

Il potere ai Volontari,

Il nuovo ordine umano partirà da Israele,

L’autogestione dal basso unificherà e libererà l’umanità.

 

Mario Ragagnin

 

 

 

 

 
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