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Lezioni Americane – Sei proposte per il prossimo millennio (Italo Calvino) “Siamo nel 1985: quindici anni appena ci separano dall’inizio d’un nuovo millennio”. E’ con questo preambolo che Italo Calvino (1923 Santiago de Las Vegas – 1985 Siena) avrebbe iniziato il ciclo di sei conferenze che fu invitato a tenere presso l’Università di Harvard a Cambridge, nell’ambito delle “Charles Eliot Norton Poetry Lectures”. Di queste sei conferenze solo le prime cinque, dedicate alla leggerezza, alla rapidità, all’esattezza, alla visibilità e alla molteplicità, sono giunte fino a noi grazie al lavoro della moglie Esther ed hanno preso corpo nel libro, pubblicato postumo, “Lezioni americane – Sei proposte per il prossimo millennio”.
Attraverso un viaggio nella letteratura di ogni luogo e ogni tempo, Calvino ci propone cinque valori letterari che vorrebbe preservare e che si auspica possano trovare dimora nel futuribile mondo letterario come, del resto, l’hanno da sempre trovata . Lo fa, tra l’altro, non negando la validità dei valori a cui farà mancare il suo sostegno come, ad esempio, egli stesso dichiara parlando della contrapposizione leggerezza/peso: “Questo non vuol dire che io consideri le ragioni del peso meno valide, ma solo che sulla leggerezza penso di avere più cose da dire”.
Le “Lezioni americane” possono essere considerate uno sguardo d’insieme a quella profonda necessità dell’uomo di comunicare a mezzo del linguaggio scritto, lo sguardo estasiato di un uomo che, per sua stessa ammissione, ha scritto “fiction” per quarant’anni.
Anche se ammorbidite dal suo impareggiabile stile, le “Lezioni americane” risultano a tratti non prive di una loro complessità. Un pedaggio comunque irrisorio per una lettura che invita ad assaporare con calma, anche attraverso pause di riflessione, versi di poesia e sprazzi di immensa letteratura. Un viaggio, non in ultimo, in quella fantasia che come ci sottolinea Calvino, citando Dante Alighieri, “è un posto dove ci piove dentro”!
“Lezioni americane” non è un testo che può essere spiegato con un’analisi lineare. E’, allo stesso tempo, espressione di un augurio e di una speranza sulla valenza comunicativa ed evocativa della letteratura che, ancora una volta, non è possibile rivelare se non attraverso il pensiero dello stesso autore:“La mia fiducia nel futuro della letteratura consiste nel sapere che ci sono cose che solo la letteratura può dare con i suoi mezzi specifici”.
Commenti al Post:
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...parole d'autore...E' stato niente, l'orlo d'una stella, soltanto. Juan Ramon Jimenez ...parole d'autore...Debolezze. Tu non ne avevi. Io ne avevo una: Io amavo. Bertold Brecht ...parole d'autore...Devo imparare a voler bene allo stupido che è in me: Theodore Rubin ...parole d'autore...[...] Non è facile fare amicizia. Anche se coloro con cui cerchi di fare amicizia non sono struzzirana o gorillopardi o pitospini o assassini o pazzi. La gente è complicata, sola, arrabbiata o ansiosa: è così e basta. Ma devi provarci lo stesso. Per quanto la gente ti possa spaventare, devi decisamente cercare di conoscerla. Perchè i fifoni non piacciono a nessuno. (da "Gli incubi di Hazel") Leander Deeny ...parole d'autore...Quando Dio ha fatto l'uomo e la donna, non li ha brevettati. Così da allora qualsiasi imbecille può fare altrettanto. George Bernard Shaw ...parole d'autore...Si vive una sola volta. Qualcuno neppure una. Woody Allen ...parole d'autore...I bambini sono il riassunto degli stronzi che diventeranno da grandi Daniel Pennac ...parole d'autore...Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare Seneca |
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