Creato da Dauto il 24/08/2013

Four Wheels to Me

Niente di interessante se non ti piacciono le auto

 

 

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Alfa Romeo storia, aneddoti e miei considerazioni (parte 5)

Post n°1 pubblicato il 24 Agosto 2013 da Dauto

Era possibile far di meglio della 8C Competizione? Sì perchè nel 2008 arriva la versione Spider! Ed è l'ennesimo capolavoro stilistico, una meraviglia da vedere scoperta, è stata anche leggermente affinata nella meccanica e nella messa a punto migliorando il comportamento stradale, inoltre monterà degli ottimi freni carboceramici.

Verrà prodotta anche lei in 500 esemplari, da alcune fonti leggevo che le avessero vendute tutte già prima di produrle, da altre parti che non le avevano vendute tutte e mi sembrerebbe strano, perchè era sì cara, ma non impossibile per chi è benestante; a potere io me ne prenderei 5 coupè e 5 spider di queste alcune me le conserverei impeccabili da ammirare, mentre un paio o poco più le userei.

Nel 2008 dopo molta gestazione esce una novità per l'Alfa Romeo si chiama MiTo, un utilitaria piccola a tre porte per i giovani basata sul telaio della Grande Punto, per attirare nel marchio nuovi clienti; i bozzetti che la anticipavano erano molto belli e convincenti, la critica più forte è stata rivolta a frontale che è troppo particolare, vuoto di fianco a fanali e questi ultimi dalla forma bizzarra e un pò troppo femminile, non hanno aiutato le nuove norme sulla sicurezza che prevedono il muso alto per superare i crash test su eventuali investimenti di pedoni. Anche il passaruota eccessivamente bombato finisce col far sembrare troppo piccoli cerchioni normali e solo con i 17 e 18 pollici l'auto ha la giusta proporzione (come con la futura Giulietta); il resto delle linee è molto bello e riprende come stile proprio la 8C, a partire dai bei fanali posteriori tondi a led. Molto sportivo anche il taglio dei finestrini, belle le portiere senza cornice con solo vetro a vista, fa molto coupè sportivo; anche gli interni hanno lo stesso carattere giovane e dinamico con ottimi accostamenti di materiali e linee; può essere personalizzata in molti modi anche le cornici dei fari o gli specchietti in varie finiture e colori. Ha una chicca che purtroppo non è stata a mio parere molto spinta dal marketing (stupidamente) nè troppo recepita dai giovani più interessati magari all'immagine o ai cavalli motore piuttosto che alla guidabilità e sicurezza, sto parlando di una primizia del segmento che non si era ancora vista su auto di questo segmento e che io avevo accolto con gioia perchè venissero sdoganate anche qui: le sospensioni a controllo elettronico fatte tra l'altro dalla Magneti Marelli, che garantiscono un assetto più stabile durante le sollecitazioni nelle curve o nei trasferimenti di peso, irrigidendo o ammorbidendo l'auto quando necessario, con soli 800 Euro si può avere nelle versioni più sportive questo efficace optional.

Resta la presenza di serie su tutta la gamma di un manettino per modificare lo stile di guida e di risposta ai comandi (di sterzo, accelleratore, freni e centralina motore) chiamato furbescamente D.N.A. acronimo in questo caso delle tre opzioni di guida a cui è rivolto Dynamic (programma più reattivo nei comandi di accelleratore e freni, rende lo sterzo più duro per una guida più sportiva ed anche la centralina motore adegua la riposta di conseguenza) Normal (come dice il nome per la guida di tutti i giorni) e All Wheather (ogni tempo, più precisamente quando il fondo stradale è più insidioso come con pioggia e neve e quindi serve una risposta più delicata ai comandi), anche il nome MiTo ha un doppio significato scritto così viene inteso come il legame tra l'Alfa Romeo (MIlano) e il gruppo Fiat che la produce a TOrino.

E' stata appena oggetto di un leggero restyling, si parlava da tempo di un eventuale versione a 5 porte ma non è mai arrivata, è stata un buon successo all'inizio e ora è un pò calato, anche in questo caso qualche scelta discutibile e poco coraggio non hanno premiato un modello molto interessante; anche questo modello è apparso in versione GTA prototipo, particolarmente ben riuscito e gradito non è tuttavia (stupidamente e mi stufo a scriverlo tanto quanto a ribadirlo) messo in produzione, ed è stupido per una casa che si sta ricostruendo un nome e si basa molto sulla sportività.

Penultimo modello della gamma è la Giulietta nata nel 2010 ed erede della fortunatissima 147 in vendita per ben 10 anni, compito non facile anche per le tante nuove rivali, si scontra in casa con le riuscite Fiat Bravo e Lancia Delta, basata sullo stesso pianale è però rifatto per il 75% e diventa anche l'auto più sicura non solo della categoria ma di tutte le auto europee nei crash test appena cambiati e resi più severi.

Vengono modificate anche le sospensioni e piovono critiche perchè si abbandona una soluzione unica e costosa nel segmento come la disposizione a quadrilatero alto per un semplice e comune Mac Pherson all'anteriore, soluzione usata da tutti perchè più economica e dalla buona efficacia, in compenso al retrotreno monta un raffinato multilink (sono le sospensioni più raffinate per le auto comuni), risultato? E' più efficace fra le curve della 147 e regala ancora maggiore soddisfazione tra le curve, perchè in questi 10 anni anche lo sviluppo dei materiali è progredito e il risultato è l'auto migliore del segmento in guidabilità, anche la temuta rivale (e unica a trazione posteriore del segmento) BMW Serie 1 a parità di motori non la impensierisce.

Su tutti i modelli è attivo il sistema Q2 ma a differenza della 147 non è più un differenziale meccanico ma una semplice e furba soluzione elettronica (costa meno), soluzione poi copiata da molti concorrenti, in pratica è la centralina che per migliorare l'aderenza di una ruota che slitta troppo in curva pinza il freno leggermente e trasferisce la coppia sulla ruota che ha maggiore trazione aumentando l'efficacia dinamica; unica controindicazione che mi fa un pò storcere il naso? Il differenziale è meglio per sostituirlo si usano i freni che sono materiali di consumo, ovviamente non mangia i freni, ma comunque ne fa un piccolo uso quando serve.

L'intero della Giulietta è più austero e serioso del solito quasi come le tedesche, uno stile semplice e pulito che richiama vecchie Alfa, nel complesso è soddisfacente e a livello delle migliori della categoria, ha anche lei il manettino DNA monta motori molto buoni sia benzina, diese che a gas, il top di gamma è la Quadrifoglio Verde che richiama le vecchie Alfa da corsa e monta l'ottimo 1750 turbo da ben 235 cavalli che permettono prestazioni molto sportive con una velocità massima di 242 km/h e lo 0-100 in 6,8 secondi.

Il design della Giulietta a mio parere ricalca le critiche da me fatte sulla MiTo, sono belle auto, ma bastava poco per renderle perfette, qui si aggiunge la mia definizione critica di "effetto saccottino" come le brioches, ossia prendete una di quest brioches così gonfie, metteteci delle ruotine piccole e un pò all'interno ed ecco il risultato, un auto non ben proporzionata molto gonfia e con le ruote che sembrano sempre troppo minuscole a meno di montare cerchi da 18 pollici che riequilibrano le proporzioni; anche il frontale è un pò vuoto: tra la scudetto ed i fari c'è un pò troppo vuoto, anche qui nei disegni d'anteprima la resa era migliore, ma si sono un pò persi. Per il resto c'è da dire che è bella, inconfondibile, non è affatto banale, ma con qualche modifica potrebbe essere perfetta come lo era a suo tempo la 147, perchè la Giulietta sta avendo un buon successo, soprattutto in Italia dove spesso è al vertice del segmento nelle vendite, ma in Europa vende meno del previsto.

Concludo il mio interminabile post sui modelli con l'ultima chicca che sta per entrare in produzione anche se in piccoli numeri: L' Alfa Romeo 4C una esclusiva (ma a portata di molti come prezzo) biposto a motore posteriore centrale, trazione posteriore, soluzioni tecniche molto prestigiose che comportanto prestazioni ai vertici della categoria, capace (in attesa di prove ufficiali) di dare del filo da torcere a sportive molto più potenti e costose.

Saranno consegnati i primi esemplari tra pochi giorni, il prototipo di questa sportiva compatta e leggera è stato presentato a sorpresa verniciata in un bellissimo rosso satinato al salone di Ginevra nel 2011 e dopo soli 2 anni è già in strada come modello definitivo, quel bel concept è piaciuto tanto che è stato deciso di metterlo in produzione, anche per rafforzare l'immagine sportiva del gruppo in vista di un imminente sbarco nel mercato americano dove è attesa da molti anni, anche perchè purtroppo al momento la gamma è rappresentata solo dall MiTo e dalla Giulietta.

La linea è originale, anche le dal mio punto di vista la zona della presa d'aria dietro la portiera poteva essere disegnata meglio, quello era l'unico particolare che non mi convinceva in un estetica da urlo, anche se in certi momenti mi piace ed in altri resto dubbioso per quel particolare. Poi quest'anno è stata presentata la versione definitiva ed è cambiata pochissimo, la modifica più evidente sono i fari ora omologati per l'uso stradale ma che sono un pò bizzarri e non proprio azzeccati (le ultime 3 Alfa sono state criticate proprio in questa zona), con quei led di posizione assomiglia agli occhi di un insetto e non si amalgama bene con il resto; c'è a chi piace e a chi no, ma sembrano essere di più quelli a cui non piace; ma sono quasi tutti pronti a mettere da parte le critiche di fronte a ciò per cui è stata progettata: la guida sportiva anche in pista.

Con la 4C l'Alfa Romeo è pronta a sfidare e sopravanzare la regina delle compatte sportive leggere: la Lotus Elise/Exige, ma i piani sono ancora più ambiziosi, il costo è ottimo paragonato ai contenuti, si partirà da circa 55.000 Euro (la prima serie Launch Edition prodotta in 1000 esemplari è già stata tutta venduta, costa 60.000 per gli optional speciali montati), la Lotus pur non vantando pari caratteristiche è venfuta a prezzi simili o superiori; perchè le caratteristiche tecniche di questa 4C sono di primissimo livello: il telaio completamente in carbonio per contenere al massimo il peso e aumentare la rigidità strutturale, basti pensare che è la prima di questa categoria di prezzo ad averlo, solitamente per avere un auto con questa pregevolissima caratteristica bisogna spendere almeno 4 volte di più!

Il telaio tutto italiano è progettato da uno dei pesi massimi del settore carbonio, la Dallara è prodotto praticamente a mano da tecnici specializzati in una industria nel sud Italia che è specializzata in questa lavorazione e fornisce anche pezzi alle imprese aeronautiche e spaziali, fibra di carbonio che è lasciata ampiamente a vista nell'abitacolo, col duplice scopo di limitare al massimo i pesi (non mettendo altri pannelli) e lasciando alla vista questa primizia, il motore e la sospensione anteriore è attaccata al telaio in carbonio con una leggera ma resistente struttura in alluminio, la carrrozzeria è costruita con speciali resine sempre con l'obbiettivo di limitare il più possibile il peso lasciando solo l'essenziale, anche l'abitacolo quindi è molto semplice e spartano, criticato per questo da alcuni stolti che non hanno bene in mente a chi e per cosa è rivolta questa auto, basta vedere la concorrente diretta Lotus quanto è spartana dentro, tutto per risparmiare peso.

E' presente anche su questa il manettino DNA per variare alcune caratteristiche e la risposta del motore, che è lo stesso 1750 turbo benzina della Giulietta ma costruito interamente in alluminio e in grado di arrivare a 240 cavalli, per un peso totale molto molto basso per gli standard odierni: si parla di circa 895 chili, il che rende un rapporto peso potenza molto promettente; è inferiore a 4Kg per ogni cavallo. Sarà un auto fantastica da guidare anche perchè è molto compatta con i suoi 4 metri scarsi di lunghezza, bassissima ma piuttosto larga (circa 2 metri); qui riprendo il motto di Colin Chapman che avevo citato più è ben espresso: "un auto potente va forte in rettilineo, un auto leggera va forte ovunque". La velocità massima è di oltre 250 Km/h e lo 0-100 inferiore ai 5 secondi ne fanno una sportiva agile che darà molto filo da torcere alle rivali anche più potenti.

Ma si parla già di versioni GTA più potenti con almeno 300 cavalli e vista la sinergia futura con Maserati (viene assemblata nello stabilimento Maserati a Modena) anche di una versione molto più potente a marchio Maserati sempre con questo telaio ma con carrozzeria differente, la produzione però con questa costruzione quasi artigianale sarà di circa 2500/3000 unità all'anno, speriamo di poter vedere presto anche questi modelli.

In futuro per l'Alfa Romeo con l'ingresso o il ritorno in nuovi mercati più grossi come la Russia e gli Stati Uniti sono previsti nuovi modelli per il rilancio in grande stile per questo marchio (che fa gola a molte industrie del settore che vorrebbero comprarlo), modelli come la nuova Duetto da fare in società con la Mazda, la casa giapponese fabbricherà l'auto e insieme progetteranno un nuovo telaio a trazione posteriore, mentre il design sarà indipendente (e meno male, mai più auto giappo disegnate per l'Alfa!) e ognuna avrà il suo stile particolare ed i propri motori (si prevede una strepitosa Duetto...), è attesa anche il primo SUV Alfa Romeo, settore dove stava per entrare nel momento in cui inziava la grande richiesta di questi mezzi, ma dopo aver presentato il bel prototipo Kamal nel 2003 su base 147 non se n'è fatto più nulla, ora con i telai Jeep a disposizione c'è la concreta possibilità di sfruttare questa ottima sinergia. La 159 dovrebbe avere un erede per quella che ora è chiamata Giulia, ma è ancora abbastanza prematuro, si parla del 2015; mentre si parla anche di una nuova ammiraglia a trazione posteriore in sinergia con Maserati, su base Quattroporte e si posizionerebbe appena sotto ad essa per no sovrapporsi e non farsi una guerra in casa, ognuna col proprio stile e caratteristiche distintive.

Per ora concludo qui il mio post sull'Alfa Romeo dedicato ad una appassionata Auroraboreale, spero ti sia piaciuto, ora saprai apprezzare ancora di più questo prestigioso e bellissimo marchio nostrano, perchè come dice l'azzeccato nuovo slogan "Senza Cuore saremmo solo macchine".

            

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