Creato da WONDERFULCHET il 15/07/2005

Wonderfulchet - jazz

Jazz bossanova e non solo...anche qualche puntatina sul pop-rock

 

 

Nick Cave...ad Ancona una volta l'ho visto

Post n°22 pubblicato il 23 Settembre 2005 da WONDERFULCHET
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Quella sera d'estate di tre anni fa Nick era ad Ancora per la chiusura del suo tour europeo...in una formazione ridottissima...si impossessò del pianoforte e lo schiaffeggio, poi lo sedusse ed infine se lo scopò...una sigaretta per ogni canzone...allla fiune ne fumò circa una quindicina...tra tutte ne mancò solo una...non la volle cantare...ma era comunque nell'aria...una ragazza su "Love letter" cadde in trans e pianse...nella piazza...vicino al porto...di Ancona.


"And no more shall we part
The contracts are drawn up, the ring is locked upon the finger
And never again will my letters start
Sadly, or in the depths of winter

And no more shall we part
All the hatchets have been buried now
And all of birds will sing to your
beautiful heart
Upon the bough

And no more shall we part
Your chain of command has been silenced now
And all of those birds would've sung to your beautiful heart
Anyhow

Lord, stay by me
Don't go down
I will never be free
If I'm not free now

Lord, stay by me
Don't go down
I never was free
What are you talking about?

For no more shall we part
And no more shall we part"

 
 
 

Les Anarchistes...figli oscuri a Roma

Post n°21 pubblicato il 22 Settembre 2005 da WONDERFULCHET
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Chicca per i più fortunati.

Satasera alla Festa di Rinascita (Ostiense - ex mercati generali...dove di solito fanno la Festa dell'Unità) suonerà la band di Carrara "Les Anarchistes".

"Un disco alle spalle, “Figli di origine oscura” accolto da grande consenso critico e buon successo di pubblico e un disco nuovo in preparazione.
La vittoria al Premio Ciampi impone il gruppo al pubblico
Arte anarchica e canzoni tradizionali. Les Anarchistes portano con loro la pericolosissima tradizione di duecento anni di canzoni di lotta anarchica. Il repertorio spazia dalle canzoni tradizionali dell'ottocento fino ad oggi: oltre a Les Anarchistes di Leo Ferré, anche Il Galeone di Belgrado Pedrini, Sante Caserio e Battanlotto, un antico canto anarchico toscano. Molti sono infatti i canti anarchici che non sono mai stati scritti e che vivono solo nella memoria dei vecchi compagni".

Ed ancora: "Les Anarchistes arrivano da Carrara, città cara agli anarchici italiani, e nell'edizione 2002 del Premio Ciampi hanno raccolto il titolo del miglior esordio dell'anno. Figli di origine oscura, il primo disco della band toscana, è una raccolta di 14 tracce legate al movimento libertario italiano, riadattate dal gruppo che le propone in veste attuale. Il campionario è ricco: storia, lotta politica, anarchia, jazz, folk, musica etnica, campionatori, rock.

Jazz, elettronica= fusion anarchica!!!

Insomma, se siete militanti non mancate.


 
 
 

Ariecco Ascanio, lo scemo di guerra...

Post n°20 pubblicato il 22 Settembre 2005 da WONDERFULCHET
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Non é che abbia il complesso della pagina bianca...é solo che voglio riportare all'attenzione dei naviganti, aspiranti stergoni e "vere streghe" (nel senso più magico e positivo del termine)...questo mio post scritto quando non avevo la fortuna di avere splendide frequentatrici del mio blog...insomma mi piace condividere con voi la lettura di questo "piccolo tesoro"di libro...

Messaggio N° 6 20-07-2005 - 09:52

Da qualche giorno ripenso ad un libro che ho letto qualche tempo fa..."Storie di uno scemo di guerra" di Ascanio Celestini, edito da Einaudi. Il Nostro é sia attore di teatro (uno dei più prometteti), che ottimo scrittore.

Tempo fa mi é capitato di assistere ad un reading dell'autore a Santa Maria in Trastevere, e il giornalista/critico letterario o cosa diavolo fosse, ha decantato la "romanità" del libro...volendogli fare un complimento, in realtà ha limitato la portata letteraria e stilistica del volume..."Storie di uno scemo di guerra" possiede una crifra stilistica di alto livello, la sua prosa é di ampio respiro, le vicende narrate appartengono alla storia di Roma, ma l'atmosfera che vi si respira appartiene a tutta la storia del secondo dopoguerra italiano...forse anche europeo...un ritorno al neorealismo, che si basa su racconti strappati a chi c'era e a chi non c'é più.

Tra le altre cose, ieri sera Celestini ha letto/recitato "Cecafumo" in zona Centocelle...chi c'é stato...ospito con piacere sul mio blog la sua testimonianza...

Se volete saperne di più:

1 - http://www.ascaniocelestini.it/main.htm

2 - "Storie di uno scemo di guerra" edito da Einaudi

 
 
 

Basta con i "100 colpi di spazzola"...

Post n°19 pubblicato il 21 Settembre 2005 da WONDERFULCHET
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E' inutile farla tanto lunga...ho fatto un giro per i blog del pianeta Digiland e sono arrivato ad un a conclusione (in realtà più di una...comunque):

odio e mi stanno sulle ...balle...i blog che parlano di "SEsso"..."Para-sesso"..."Contorcimenti amorosi con velleità letterarie"..."Diari di tutto un pò"..."Latua pelle sulla mia"..."il tuo membro tra le mie gambe"..."i miei capezzoli turgidi all'imbocco del tuo desiderio"..."mi ha presa sul tavolo della cucina...mi sbattuta talmente tanto forte da farmi provare prima piacere e poi disgusto di me stessa..."

Insomma il genere "100 colpi di spazzola" mi dà la nausea...dovevo dirlo e l'ho detto!

Salut, amor y dinero por todos

 
 
 

Da Modena a Gallipoli in autostop...

Post n°18 pubblicato il 19 Settembre 2005 da WONDERFULCHET
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Da Modena a Gallipoli in autostop per andare da lei...e poi una ragazza semplice e tenera..; quell'altra lo faceva soffrire, e per lei ha scritto qualche canzone triste e solitaria..."se ne vanno via i vecchi amori...", "io rimango qui, coi i fiori e le speranze...non chiedermi perché!!!"...
La tenera ragazza, invece l'ha baciata una volta, dopo una lunga passeggiata sotto la calura...poi però continuava a bere e se la scordò...tempo fa, al Campidoglio, dopo un reading di quelli seri, lui era sbronzo...lei é passata di là, e lui dopo averla riconosciuta, ha urlato "Ciao...vieni qui...lei é l'unica che non me l'ha mai data!"...

 
 
 

Arturo Bandini, figlio di muratore...

Post n°17 pubblicato il 14 Settembre 2005 da WONDERFULCHET
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Una volta tentò di scrivere un grande romanzo con filippini per protagonisti...un'altra si trovò a cercare di scrivere una sceneggiatura in compagnia di Orson Wells...poi fu rapito da una donna messicana, dopo essere stato con una fascinosa bambola molto più grande di lui...una volta lessi una raccolta di suoi racconti, intrisi di religiosaità da Little Italy e di prostitute a due dollari.

Bandini ha vissuto di sinistri e casini, ha ricevuto due lire per qualche sceneggiatura mai realizzata e per qualche racconto.
Quando lo hanno scoperto aveva il diabete che gli mangiava le gambe, poi lo hanno ricoverato e così se ne andato dopo l'amputazione di entrambe le gambe e la cecità...ha lasciato figli e donne, racconti e storie di emarginazione, di vita stracciona...qualcuno lo ha ascoltato, altri lo hanno cantato...

Romanzi e racconti
- Wait until spring, Bandini,1938 ("Aspetta primavera, Bandini" Marcos y Marcos, 1995)
- Ask the dust,1939 ("Chiedi alla polvere" Marcos y Marcos 1994)
- Dago Red,1940 ("Dago red" Marcos y Marcos 1997)
- Full of Life,1952 ("Full of life" Fazi 1998)
- The Brotherwood of the Grape,1977 ("La confraternita del Chianti" Marcos y Marcos 1995)
- Dreams of Bunker Hill,1982 ("Sogni di Bunker Hill" Marcos y Marcos 1996)
- 1933 Was a bad year,1985 ("Un anno terribile" Fazi 1997)
- The road to Los Angeles,1985 ("La strada per Los Angeles" Marcos y Marcos 1996)
- The wine of youth: selected stories,1985 ("Il Dio di mio padre" Marcos y Marcos 1998)
- West of Rome,1986 ("A ovest di Roma" Fazi 1997)
- Una moglie per Dino Rossi (Sellerio 1998)
- John Fante: selected letters 1930 -1981, 1991("Lettere: '30-'81" Fazi 1999)
- The big hunter: stories 1932-1959, 2000 ("La grande fame" Marcos y Marcos 2001)

Libri su John Fante
- Una vita piena. Biografia di John Fante, di Stephen Cooper, (Marcos y Marcos 2001)

 
 
 

Oggi sono in lutto...

Post n°16 pubblicato il 08 Settembre 2005 da WONDERFULCHET

Oggi sono in lutto...

 
 
 

Parole e musica difficili da spiegare

Post n°15 pubblicato il 07 Settembre 2005 da WONDERFULCHET
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Ci sono personaggi su cui difficilmente scriverò due righe in questo blog...personaggi con i quali mi éà difficile confrontarmi, sui quali é arduo esprimere giudizi o descrivere stati d'animo...Piro Ciampi, Chet Baker, Sergio Endrigo, Luigi Tenco e qualche altro...quindi che dire?

Se troverete qualche mia riga su di loro, sarà parlando di altro, sarà di striscio...con rinnovata riverenza verso parole e musica che é difficile spiegare.

“E’ un genio, però è pazzo. E’ un infelice...
Morirà presto. Non sa vivere. Non sa afferrare l’attimo. E’ alcolizzato. E’ un bastardo. E’ un figlio di puttana. E’ un egoista. E’ un cagacazzo. E’ inaffidabile. E’ pericoloso. E’ un pagliaccio. E’ un artista, ma peccato... E’ un peccato. E’ come vorrei essere, ma non ho voglia di diventare, perché la paura mi fotte... E’ un giornale di ieri... E’...”




 
 
 

Bentivoglio "Sottotraccia"...in edicola

Post n°14 pubblicato il 06 Settembre 2005 da WONDERFULCHET
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Oltre alle bancarelle di cd, quelle della Festa dell'Unità, o quelle di Portaportese...sarebbe una buona cosa rovistare nelle edicole. Si possono trovare delle belle sorprese...a parte il doppio album di Califano, che ho comprato, specie per il cd con tutti i suoi monologhi...tra cui c'é ne uno davvero bello (il resto é quasi spazzatura)...ho trovato una pietra ben levigata...Fabrizio Bentivoglio che canta una manciata di canzoni, tra Conte e Capossela, non tutte riuscite...ma una buona metà di esse non sono da buttare via.
L'album si chiama "Sottotraccia" e vede il Nostro collaborare con alcuni componenti degli Avion Travel (come quando collaborò con tutta la Piccola Orchestra ne "La guerra vista dalla luna", operetta semplice e lieve...anche quella una produzione discigrafica).

Insomma, album godibile per metà, fin quando Bentivoglio canta il parlato...poi sui blues, quando tira la voce...si dovrebbe spegnere lo stereo...ma tant'é!!!
Rimane la copertina in bianco e nero, l'aria distratta di Bentivoglio, i magnifici musicisti che lo accompagnano e il fatto che comunque non é tutta roba da buttare via...altri cantavano "Bentivoglio Angelina"...quiz: chi sono?

 
 
 

Massimo Urbani "like a Bird...

Post n°13 pubblicato il 05 Settembre 2005 da WONDERFULCHET
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Insomma, il consiglio é quello di frequentare le bancarelle che vendono cd della festa dell'Unità o di Rinascita...come é successo a me due sere fa agli ex-mercati generali. Dopo una ventina di minuti che me ne stavo a scartabellare le lunghe fila di cd...ho incontrato Massimo Urbani, malamente seduto ed aggrappato al suo sax nella copertina di un cd...con lui suonava il Maestro Vannucchi (ricordate il favoloso quintetto di Lucca?)...un concerto live ad Isernia nel 1992.
Dicono che sia stata la cosa più vicina a Charlie Parker che l'Europa abbia prodotto...se non altro ne ha seguito le sciagurate tracce...morendo a 36 anni (Parker a 35!!!), bevendosi l'intero mondo ed anche la sua anima...si favoileggia di sue jam session nei live club romani con Chet Baker, a metà degli anni '70...come tante icone tragiche del jazz, ci si accanisce sui particolari tragici dell'esistenza, sottostimando la grandezza musicale dell'artista maledetto.
Questo qui ci sapeva fare...scatenandosi in assoli struggenti, ruggenti, disperati e dispari...insomma, se vi capita, ascoltatelo!

Lascio qui stralci di notizie su Massimo Urbani trovate su Internet...

"I JAZZ CLUB DI ROMA. Permeata di swing e passione, la musica di Urbani nasce a notte fonda nei club fumosi della capitale. I locali dove suona più volentieri sono gli stessi nei quali si reca da spettatore ad ascoltare i jazzisti americani. A Roma ascolta con interesse Johnny Griffin, Dexter Gordon, Lee Konitz e Sonny Stitt, che vi si esibiscono di frequente. Tra i club cittadini il più celebre è il Music Inn di largo dei Fiorentini, diretto dall'esperto batterista Pepito Pignatelli. Sulla scorta del successo di questo locale nascono poi il St. Louis in via del Cardello, il Murales a Trastevere e il Mississipi Jazz Club nella zona di Prati. Con l'ausilio di una sezione ritmica, talvolta messa insieme all'ultimo momento, Massimo Urbani vi si lancia in assoli vorticosi, rivitalizzando ballate struggenti e coinvolgendo il pubblico in un viaggio nel mondo delle emozioni. Gli capita anche di essere coinvolto in jam session impreviste e tanti appassionati ricordano ancora con piacere i suoi incontri con Chet Baker, Art Farmer, Lester Bowie e Red Rodney. Purtroppo nessuna di queste serate viene incisa, anche se forse ne resta traccia in alcune registrazioni amatoriali custodite negli archivi dei suoi ammiratori più fedeli."

"UNA NOTTE AL CENTRAL PARK. Nell'estate del 1974 Urbani partecipa alla seconda edizione di Umbria Jazz. Tra il pubblico che lo ascolta suonare al bar St. Andrews di Perugia c'è anche il grande sassofonista americano Sonny Stitt, che altermine della sua esibizione si complimenta lungamente con lui. In questo periodo cominciano a manifestarsi i primi sintomi di quel disagio esistenziale che lo avrebbe lentamente condotto all'autodistruzione. In novembre non si presenta al festiva[ deljazz di Bologna, dov'è atteso con il suo trio. Diventa inaffidabile e irascibile. Se n'era già accorto anche Rava, che poco tempo prima lo aveva invitato a suonare con lui negli Stati Uniti. Un giorno, Massimo - che era ospite in casa sua - aveva danneggiato involontariamente un prezioso registratore che era stato prestato a Rava da un amico e subito dopo era sparito. "Quando si rifece vivo", avrebbe in seguito raccontato il trombettista, -sembrava un barbone, gli abiti a pezzi, una tosse tremenda, la febbre alta, dolori dappertutto. Aveva dormito due notti al gelo su una panchina al Central Park. Questo era Massimo a diciassette anni, e non sarebbe mai cambiato." Rava avrebbe tuttavia ricordato con orgoglio gli esiti musicali di quel viaggio newyorkese di Urbani, che aveva folgorato con il suo talento i migliori sassofonisti dell'epoca, da David Schnitter a Bob Mover."

"Nel giugno del 1993 moriva a Roma nel quartiere di Primavalle uno dei sassofonisti più rappresentativi del jazz italiano: Massimo Urbani. Messo a i margini dalla solita faciloneria italiana, Urbani è considerato fra i pochi sax alti che hanno l'onore di essere paragonati a Charlie Parker (morto alla stessa età di Parker 33 anni, per le stesse complicazioni). Un paragone non solo dal punto di vista musicale ma anche, e sfortunatamente, dal punto di vista umano. Nato l'8 maggio del 1957 da una famiglia numerosa, iniziò a suonare il clarinetto a 11 anni passando subito, o quasi, al sax alto. A quindici anni il suo nome era già sulla bocca di tutti. Il merito di aver lanciato Urbani, spetta per intero a Mario Schiano. Era il 1972 e Schiano, si lasciava alle spalle la fase di rottura del Gruppo Romano Free Jazz. Così, costituì una nuova formazione, nella quale militavano Urbani e Tommaso Vittorini (definiti enfants prodige), Bruno Tommaso e Marcello Melis ed ancora Mandrake e Afonso Vieira. La critica di un concerto ascoltato al Folkstudio di Roma da Enrico Cogno per Musica Jazz fu entusiasmante: "Segnatevi un nome: Massimo Urbani, diventerà un elemento di punta del jazz italiano". Il passo successivo fu il corso straordinario di jazz al Santa Cecilia istituito da Giorgio Gaslini. Urbani fu accolto come uditore, senza obbligo di frequenza. Con Gaslini, Urbani lavorò anche nel quartetto del pianista in numerosi concerti. Queste le sue prime mosse nello scacchiere del jazz. Che passa attraverso registrazioni di grande impatto sonoro dove i suoi soli, vengono definiti: Travolgenti, irruenti, dilaganti, tumultuosi, e così via. Le prime tracce sonore e, parte di questi aggettivi, nascono dall'ascolto di album come SUD, MESSAGE o in quelli di JAZZ A CONFRONTO. L'ultimo vero bopper italiano? Secondo chi vi scrive si. Il jazz di Massimo Urbani era vissuto ai limiti. Un attento musicista, dedito allo studio e alla pratica costante dello strumento, ma anche nel solco della filosofia della beat generation, di quella cultura che cercava un riscatto sociale, che sorvolava le regole dell'estabiliscment e che filtrava la musica semplicemente attraverso i suoi sentimenti. In questo senso, il valore delle cose suonate da Urbani, va oltre il significato tecnico, oltre quella ricerca nella quale, critici ed esperti di jazz, sono sempre impegnati per poter poi, attribuire voti e valori alle cose ascoltate. Insomma, un jazz bohemienne, di bukowskiana memoria, tutto genio e sregolatezza ma che a mio avviso aveva anche una logica. Quale? Quella del jazz. Quella che non appartiene alle multinazionali, ai festivals blasonati, alle corporazioni associative, alle baronie geografiche, ai conservatori e a quant'altro minaccia il valore assoluto dell'improvvisazione. Così senza aggiungere null'altro, come la sonda voyager in viaggio verso la scoperta di nuovi mondi, questa pagina si incammina nella "rete delle reti" alla ricerca di messaggi, i vostri, da aggiungere in un wolking progress costante, irrazionale e anarchico."

(mi scuso con l'autore del pezzo...ma non ricordo il suo nome...ne caso, ne reclami la peternità!!!)

empre per chi vuol sapere di iù, segnalo questo libro: Carola De Scipio: "Vita, morte, musica di Massimo Urbani", ed. Stampa alternativa, 16 euro circa (alleato ance cd con brani inediti)...

 
 
 

Vinicio dove sei?

Post n°11 pubblicato il 02 Settembre 2005 da WONDERFULCHET
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Oggi sono alquanto malinconico...e quando sono malinconico tra le altre cose, penso al fatto che oramai sono passati quasi quattro anni dall'ultimo album di Vinicio Capossela ("Canzoni a manovella").
A parte una raccolta di hit (!) ed un romanzo "romanzato" , e quindi surreale, dal titolo “Non si muore tutte le mattine” (ed. Feltrinelli), il nostro é scomparso. Qualcuno lo ha visto fare qua e là reading tra musica (poca) e poesia...altri hanno ascoltato la notte di Natale 2004 "I cerini di Santo Nicola" su Radio Due...e poi nulla più.

Leggenda vuole che Capossela negli utlimi anni fosse intento a scrivere un album di canzoni tango...ma che la Warner (cher lo ha reso mediamente ricco), gli abbia imposto la raccolta di hit (!) prima di far uscire il nuovo album...sempre secondo leggenda, pare che il Nostro abbia materiale per almeno due nuovi album...insomma, potrebbe seguire la stessa strada di Tom Waits, che a metà del suo cammino artistico decise di mollare la Major, per una scalcagnata, ma molto promettente "Island Records", per poi produrre l'indimenticato "Rain Dogs"...

D'altronde, visto che Tom Waits gli é stato maestro e fornitore di metafore ed ambientazioni musicali per un intero decennio...potrebbe imitarlo pure in questa scelta artistica...c'é da dire che all'epoca Waits aveva già incontrato la sua dolce metà (certa "ragioniera" ed improbabile cuoca di takos Katlheen Brennan), per cui aveva messo la testa di gran lunga a posto...ciò non gli ha impedito di scrivere pezzi come "Alice", "Picture in the frame, "Take it with me" ed altre...insomma donzelle salvatemi Vinicio e riportatelo sulla retta via!!!

 
 
 

Stan Getz, do you remember Chet?

Post n°10 pubblicato il 01 Settembre 2005 da WONDERFULCHET
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Se Stan Getz ti fulmina con "People time" al Café Montmartre di Copenaghen, sul finire degli anni '80, che fai?

Ascolti anche Soul Eyes...e poi ti ricordi dei suoi battibecchi con Chet Baker...ed allora capisci che due galli, eroinomani, nel pollaio sono troppi!!!
Spesso i due hanno tentato collaborazioni, sino a giungere aduna manciata di album che li vedeva l'uno indifferentoi all'altro, ma con tanta tensione espressiva nei loro assoli. Vittime delle stesse debolezze, con la stessa passione per le ballads e per gli standard più melanconici.
Ricordate "What's new" in "Chet Baker & Stan Getz - My funny valantine"?

In utlimo, ringraziando il giornalista musicale Vittorio Pio, del tutto ignaro dell'uso che faccio della sua recensione, vi incollo questo pezzo sull'album di Copenaghen.
Sul finire della sua esistenza, Getz, come tanti altri jazzisti americani, elesse questa città a sua seconda e più confoidenziale patria...l'Europa ha per lungo tempo acclamato i geni del jazz, a differenza degli Stati Uniti, che raramente ne hanno capito il grande valore, tranne forse per alcuni (vedi Miles Davis...che però si innamorò di Parigi e della Grecò).

"Da tempo fuori catalogo, ritornano finalmente disponibili gli ultimi capolavori di Stan Getz, quando abilmente spalleggiato dall'ossequioso pianoforte di Kenny Barron si trovava spesso a suonare nella sua prediletta Europa. Nel magnifico club di Copenhagen, ora tristemente chiuso, il fraseggio sinuoso e al contempo autorevole di uno dei più grandi di ogni tempo, accarezza un pugno di ballad dalla grana fina, dove canto e accompagnamento non sono mai divisi nella loro estrema grazia.

Nonostante il male già avanzato nel fisico, la forma e la vena risultano splendide: prendete Soul Eyes, il capolavoro di Mal Waldron che nelle mani di Getz avvince per la maestosità del suono e la serena e malinconica linea melodica. Qui Barron regge magistralmente il gioco contribuendo alla chiarezza dell'eloquio, ma anche nei brani eseguiti in trio con l'ineccepibile ritmica costituita da Victor Lewis e Rufus Reid, il livello rimane elevatissimo. First Song è l'ennesima perla dai mille riflessi dove classe, interplay, invenzioni armoniche si inseguono senza stancare mai. Imperdibile".

 
 
 

La notte Bianca di Enrico Rava

Post n°9 pubblicato il 28 Luglio 2005 da WONDERFULCHET
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Lo ammetto, quella notte non trovai nessuno disposto ad accompagnarmi ad ascoltare Enrico Rava e il suo quintetto... sunavano dalle tre di notte sino all'alba sul Pincio...

Chi ama il jazz della west coast, il cool e tutto l'immaginario che questo si porta dietro, non può non riconoscere ad Enrico Rava una sensibilità artistica fuori dal comune...quella esibizione, che lo vedeva accompagnato da Petrella (mio compaesano), Gatto, Danilo Rea e Maria Pia De Vito, si chiuse in maniera struggente..."My funny Valantine" al chiarore dell'alba lattiginosa...con il Nostro che aveva inforcato un paio di occhiali da sole stile easy rider.

Insomma questa é l'immagine che mi lega ad Enrico Rava...ed é per questo che stasera andrò a vederlo all'Auditorium...forse in compagnia...e forse no...tanto per ricordare quella My funny Valantine sul Pincio..all'alba.

 
 
 

Amalia...a volte cammina da sola!!!

Post n°8 pubblicato il 25 Luglio 2005 da WONDERFULCHET
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E' sempre più raro ascoltare voci così coinvolgenti e così partoclari come quella di Amalia Gré...se poi ti capita di ascoltarla per la prima volta in piena notte, in mezzo all'afa lungo il Tevere...la cosa rischia di fulminarti all'istante...insomma la nostra Amalia ha tutte le carte in regola per sfondare a livello internazionale...ed anche se ciò non avverrà...io mi accontento di ascoltarla nel retro della mia bottega...

dal sito: http://www.duendebooking.com/artists/amaliagre/album01_it.htm

"Il mio primo album volevo fosse un sunto del mio lavoro degli ultimi anni.
Una collezione di alcune delle mie canzoni preferite, affinche' io possa lasciare un'idea precisa del mio percorso musicale e stilistico.
Mi ha divertito ed emozionato tutto il processo di realizzazione, dal mettere insieme le prime idee di arrangiamento, alle registrazioni, fino al confezionamento della copertina.
Spero innanzitutto che questo profondo senso di felicita'che sto provando trapassi dai pori di questo prodotto.
Sono estremamente grata alla vita che mi sta oltretutto circondando di alcuni collaboratori "geniali" che mi danno degli imput speciali,che mi supportano, mi danno fiducia e forse mi viziano un po'.
Volendosi addentrare nel discorso dell'album, sin dal principio io l'ho sempre concettualizzato come un percorso a vari livelli: come se volessi far accomodare l'ascoltatore nel mio mondo, e a varie tappe presentargli varie emozioni.

Quindi si incontra:

un'entrata
un primo piano/livello
un secondo piano/livello
un'uscita

All'entrata si incontrano "Cuore Pallido "e "Io cammino di notte da sola".

La prima e' per me una dimostrazione di forza. La scelta e la responsabilita' di decidere per il proprio destino.
Questo spero possa arrivare a molte donne (e uomini) irretiti da rapporti a volte "malati".
La seconda e' per me l'emblema del mio essere. Una canzone molto nuda, in cui denuncio l'essenza della mia vita fatta di alti e bassi, propri di chi ha un destino legato all'arte e dovuti anche al fatto di non essere sempre accettati e compresi.
Al primo piano si incontrano: "Sogno", "Indaco", "Your lips", "Orchidee", ed "Estate".
Questa musica secondo me esprime un senso di passionalita', calore, a volte spensieratezza e allegria con profumi mediterranei.
Al secondo piano con "Theme from Mohogany" (canzone che ha marchiato la mia infanzia), "Profondo", " 'Na suppa de stella", "Baronessa", "Film ad 8 colori", si passa ad un livello piu' alto piu' spirituale, forse anche un po' piu' notturno e di calma.
All'uscita c'e' "I need a crown": che un po' sintetizza le motivazioni di un mio bisogno di riconoscimento, legate molto ad un fattore affettivo".

Amalia Gré

Consiglio vivissimo di ascoltarlo...magari scaricarselo...oppure regalarlo...



 
 
 

Indecisi interpreti...

Post n°7 pubblicato il 21 Luglio 2005 da WONDERFULCHET
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Ieri sera mi o capitato di vedere la serata tributo a Fabrizio De André (trsamessa su Rai uno)...a mio parere sono state degne di note le interpretazioni di Niki Niccolai (accompagnanta dal sempre più parkeriano Di Battsista, suo sposo), Sergio Cammariere (che al primo pezzo tremava per l'emozione, per poi lasciarsi anadare in una mistica intepretazione) e Morgan (con il suo stile anarchico pulp capellone beat ed anche un pò molto boemién...)

Da mettere al muro: Neffa (che riesce a stonare anche sul parlato!!!), Dolcenera, (che potrebbe essere più utile a casa mia per le pulizie) e Sara 6, che ha già le sue pene (vedi il nome d'arte!!!)...diumenticavo Venuti, che ha rovinato l'intepretazione della Niccolai in duetto!!!

Insomma, comunque sia stato, é una buona cosa che si ricordi un grande poeta...chi avrei voluto? Jannacci a cantare "Via del Campo", Bruno Lauzi, Sergio Endrigo e Paolo Villaggio...insomma un pò della sua storia sul palco non avrebbe fatto male...anzi!!!

 
 
 

Ascanio, lo scemo di guerra...

Post n°6 pubblicato il 20 Luglio 2005 da WONDERFULCHET
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Da qualche giorno ripenso ad un libro che ho letto qualche tempo fa..."Storie di uno scemo di guerra" di Ascanio Celestini, edito da Einaudi. Il Nostro é sia attore di teatro (uno dei più prometteti), che ottimo scrittore.

Tempo fa mi é capitato di assistere ad un reading dell'autore a Santa Maria in Trastevere, e il giornalista/critico letterario o cosa diavolo fosse, ha decantato la "romanità" del libro...volendogli fare un complimento, in realtà ha limitato la portata letteraria e stilistica del volume..."Storie di uno scemo di guerra" possiede una crifra stilistica di alto livello, la sua prosa é di ampio respiro, le vicende narrate appartengono alla storia di Roma, ma l'atmosfera che vi si respira appartiene a tutta la storia del secondo dopoguerra italiano...forse anche europeo...un ritorno al neorealismo, che si basa su racconti strappati a chi c'era e a chi non c'é più.

Tra le altre cose, ieri sera Celestini ha letto/recitato "Cecafumo" in zona Centocelle...chi c'é stato...ospito con piacere sul mio blog la sua testimonianza...

Se volete saperne di più:

1 - http://www.ascaniocelestini.it/main.htm

2 - "Storie di uno scemo di guerra" edito da Einaudi

3 - il 28 luglio al Quartiere San Lorenzo Ascanio Celestini leggerà/reciterà un monologo...credo sia Cecafumo...ma posso anche sbaglarmi. Ma la data é certa.

 
 
 

Conbsiglio per la sera: Serge Gainsbourg Bar

Post n°5 pubblicato il 19 Luglio 2005 da WONDERFULCHET
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Stasera quando tornerete rincoglioniti dall'ufficio, o da qualsiasi luogo di pena a voi assegnato...vi consiglio di ascoltare Serge Gainsbourg...magari in buona compagnia, qualsiasi essa sia (e di quasiasi sesso voi vogliate...l'importante é che vi soddisfi.

Ironia, senso della melodia e sapienza pop contaminata da jazz e bossanova...una fisarmonica nel quartiere latino, o una maracas in pieno Mar dei Caraibi...Serge e le sue dolci donne!!!

Quiz: Il nome di sua figlia?

Spero che questo nuovo quesito riscuota più fortuna del precedente, che hab trovato la soluzione...ma mi mancano i riferimeti per assegnare il premio..."puffetta" vieni fuori!!!

Viallego anche un brano di articolo interessante su di lui:

"E così già sono trascorsi 10 anni dalla scomparsa di Serge Gainsbourg, stroncato nel sonno da un attacco cardiaco il 2 marzo 1991. Non sembrerebbe, considerato quanto e come la sua presenza aleggia ancora nella musica dei nostri giorni, in Francia ? dove cantatutori come Arthur H e Alain Bashung ne perpetuano lo stile - e non solo.

Valga a dimostrarlo il numero monografico dedicato recentemente al personaggio dal settimanale francese Les Inrockuptibles, nel quale brevi interventi a tema sono stati forniti da estimatori come Beck, Colin Greenwood (Radiohead) e Steve Shelley (Sonic Youth), tra i tanti. E in vista c?è un disco di tributo con dentro persino Madonna impegnata nel tour de force erotico di Je T?Aime... Moi Non Plus. Altri ne erano stati realizzati negli ultimi tempi: uno pochi mesi fa dall?etichetta indipendente Pussycat (con la partecipazione di Laetitia Sadler degli Stereolab, Luna, Walkabouts, Stereo Total...), mentre la Tzadik di John Zorn ci aveva pensato già quattro anni or sono, includendolo nella collana Great Jewish Music, e Mick Harvey (uno dei Bad Seeds di Nick Cave) ne confezionò due in proprio ? Intoxicated Man e Pink Elephants ? tra il 1995 e il 1997.

E dobbiamo parlare dei campionamenti "rubati" alle sue canzoni? Portishead (remixando Karmacoma dei Massive Attack), De La Soul, Mirwais, David Holmes... Un culto resistente al tempo e alle mode, senz?altro destinato a lievitare ora che l?industria discografica d?oltr?alpe si appresta a onorarlo con un diluvio di ristampe: l?integrale in edizione limitata Gainsbourg... Forever (i 16 album originali, da Du Chant A La Une del 1958 a You?re Under Arrest del 1987, rimasterizzati per l?occasione, con supplemento di due dischi di inediti), l?omonima doppia antologia e tutti i singoli titoli del repertorio ripubblicati in vinile e CD. E intanto Canal + ha preparato per la ricorrenza il documentario Gainsbourg A La Télé e il volto del protagonista ? naso adunco, orecchie a sventola, sguardo impertinente ? si sta riaffacciando sulle pagine dei magazine francesi d?ogni ordine e grado.

Può sembrare eccessivo a noi, che generalmente ci ricordiamo di lui per lo "scandalo" di Je T?Aime...: successo da Hit Parade - proprio quella di Lelio Luttazzi - nel lontano 1969, nonostante la censura ne avesse bandito la messa in onda. Ci domandiamo, allora: "perché"? Risponde Les Inrockuptibles: "E? stato un precursore della modernità pop". Figlio di ebrei russi, registrato all?anagrafe nel 1928 come Lucien Ginzburg, crebbe nel secondo dopoguerra tra i fumi dei piano bar e gli echi del jazz parigino, raccogliendo idealmente il testimone da Boris Vian e tramutandosi infine in Serge Gaisbourg nel 1957. Chansonnier al gusto di jazz, inizialmente, ma il suo estro onnivoro avrebbe via via fagocitato beat, rock, ritmi latini, funk, reggae, hip hop...

E questo è solo per la musica, che in circa 500 canzoni ? tante ne scrisse... - racconta soltanto una parte della storia. Perché poi ci sono le sue donne (Brigitte Bardot, Jane Birkin, Catherine Deneuve, Isabelle Adjani...), belle come lui non era, e i suoi eccessi, tutti quelli che potete immaginare, fumo e alcol per primi. E gli scandali. L?orgasmo da classifica di Je t?Aime..., l?irriverente Marsigliese reggae ribattezzata Aux Armes Et Caetera, la scabrosa Lemon Incest in duetto con la figlia Charlotte... Senza dimenticare che "Gainsbarre" - nomignolo che lo accompagnò sino alla fine - fu anche pittore, regista cinematografico e romanziere. Genio puro, insomma. Non caso, senza venirne ricambiato, Salvador Dalì lo chiamava "maestro".

L'autore del pezzo non me ne voglia...ma ho scordato il suo nome...comuque se crede, reclami la paternità del pezzo...e avrà le mie congratumazioni!!!

 
 
 

Veloso...ma quanto mi costi?

Post n°4 pubblicato il 18 Luglio 2005 da WONDERFULCHET
Foto di WONDERFULCHET

Non vuol essere una critica, anche perché i proventi del concerto che Caetano Veloso terrà stasera a Villa Quintilliani (Roma) andranno in beneficienza!!!

Però si partiva da una base d'asta di 40 euro, e per i posti numerati si arriva a 87 euros...insomma per ascoltare Caetano doivrò ricorrere alla mia modesta discoteca casalinga e tirare fuori "Araca azul" con la indimenticata (almeno per me) "Tu me acostumbraste", oppure "Tropicalia 2" per risacoltare, in duo con Gilmberto Gil, la struggente "La trsisteza é segnora"...e forse riuscirò a consolarmi per la mancata visione live di stasera.

Non mana il mio invito a raccogliere testimonianze di coloro che avranno la fortuna di vedere il padre del Tropicalismo (figlio in realtà di almeno due -tre padri) alla prese in assolo (ricordate il concertone a Piazza del Popolo, proprio di questi tempi, tenutosi due anni fa?).

A propostito, vale sempre il consorso di cui sotto..."i piace quando taci, perché sei come assente..."....chi l'ha detto?

 
 
 

Fanciulle silenti

Post n°3 pubblicato il 15 Luglio 2005 da WONDERFULCHET
Foto di WONDERFULCHET

Noto con piacere che il mio blog...per quanto poco visitato (é neo-nato!!!) é stato osservato solo da fanciulle...la cosa non può che farmi piacere....solo che le miss sono alquanto silenti...ed allora io dico: "Mi piaci quando taci...perché sei come assente"...piccolo quiz: chi l'ha detto?

Colei ( e sottolineo "Colei" a rischio di sembrare sessista!!!) che indovinerà, vincerà un ingresso gratuito al Classico Village - Roma (Via Libetta, vicino agli ex mercati generali) per assistere al concerto dei Cuartetango, il 22 Agosto (ammesso che non siate in ferie e fuori Roma)...quartetto di musica da camera che esegue alla perfezione la musica tango di Astor Piazzolla (per saperne molto di più: www.cuartetango.it)...

Insomma...quando si dice fare azione di marketing...

 
 
 

Keith Jarrett...chi é il fortunato?

Post n°2 pubblicato il 15 Luglio 2005 da WONDERFULCHET
Foto di WONDERFULCHET

In questo momento mi sto chiedendo chi tra voi sarà/é/é stato il fortunato che assisterà/ha assistito al concerto romano di Keith jarrett...che si terrà/é tenuto Venerdì 15 luglio...

Insomma a me é bastata sentire "My song" o "the morning of the star" per cadere in uno stato di mistico torpore sincopato...se qualche fortunato spettatore del concerto passerà di qua...voglia lasciare un breve racconto della serata...io sarò grato e vicino nella beatitudine della musica di Jarrett

 
 
 

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