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Le palle di Mozart
Ricordo Salisburgo come una città pallosissima, non solo per il fatto ke era piena di "Palle di Mozart", ma soprattutto perké era piena di palle su Mozart.
"Mozart è passato", "M. ha fatto la pipì quì", ecc. ecc.. E tutti a santificare il sublime luogo del passaggio del Genio ke faceva le scuregge e ke skerzava su tutto.
Nessuno, però, a ricordare l'ipocrisia di Salisburgo. Fu lì ke infatti Mozart subì di più la sua condizione di essere povero. Lo fecero morire di stenti e lo gettarono in una fossa comune. Triste, no?
Eppure la musica per Mozart era come un'altra dimensione, una necessità. Per lui, la musica era come l'acqua per il delfino ed il cielo per le aquile. Era come gli spazi immensi da guardare, la ricerca delle orme e delle ombre dell'umanità per me.
Questo non perkè io sia un genio (anke se faccio le scuregge), ma perké credo ke esistano donne e uomini (e bambini, cavalli, pecore, ecc. ecc.) ke sono più colorati e più luminosi degli altri, ma il loro colore e la loro luce vengono coperte con cappe di ipocrisia.
Ognuno di noi (di quelli colorati e luminosi, intendo) può lasciare, a futura memoria, tra i volgari e gli inetti ke ci circondano, le nostre palle. Mozart lo ha fatto, per natura. E la grigia, stupida Salisburgo resterà illuminata dalla sua luce in eterno.
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Inviato da: kismet1
il 12/04/2005 alle 16:50
Inviato da: cossuto
il 10/04/2005 alle 11:55
Inviato da: donatellaleoni
il 10/04/2005 alle 01:01
Inviato da: cossuto
il 09/04/2005 alle 20:21
Inviato da: kismet1
il 09/04/2005 alle 17:59