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I due Messia

Storia di Giovanni di Gamala e Yeshu ben Pandera

 
 
 
 
 
 

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Santo Stefano

Post n°14 pubblicato il 26 Dicembre 2013 da otto8dgl1
 

“… Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo… di grazia e di fortezza, faceva grandi prodigi e miracoli tra il popolo… sorsero allora alcuni della Sinagoga, sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso e lo trascinarono davanti al Sinedrio” (At. 6, 4/13).

Stefano, dopo aver raccontato l’Antico Testamento (quasi tutto) agli Ebrei, membri del Sinedrio riuniti in assemblea, così conclude:

“… O gente testarda e pagana nel cuore e nelle orecchie, voi sempre opponete resistenza allo Spirito Santo, come i vostri padri, così anche voi. Quali dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto (Gesù), del quale voi ora siete divenuti traditori e uccisori; voi che avete ricevuto la Legge per mano degli angeli e non l’avete osservata”.

All’udire queste cose, fremevano in cuor loro e digrignavano i denti contro di lui. Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e “Gesù” (lo nomina l’evangelista) che stava alla sua destra (lo Spirito Santo sta a sinistra) e disse:

“… Ecco, io contempli i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio”.

Proruppero allora in grida altissime turandosi gli orecchi; poi si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori dalla città (Gerusalemme) e si misero a lapidarlo…” (At. 7, 51/58).

In questo Atto del Sinedrio, come in tutti gli altri riportati negli “Atti degli Apostoli”, l’evangelista ignora che tale Organo per potersi riunire, era necessaria la presenza di un FUNZIONARIO IMPERIALE DI ROMA il quale, prima della convocazione, voleva conoscere gli argomenti ed avvalersi del diritto di approvarli o meno.

Siamo a Gerusalemme dopo l’uccisione di “Gesù” e qualsiasi Prefetto, in ottemperanza al “ius gladii”, aveva il dovere di avocare a se il potere di mettere a morte o meno l’imputato. Un “potere” esercitato da un funzionario che doveva rispondere dell’ordine pubblico in un’area dell’Impero soggetta a sommovimenti popolari rivoluzionari.

Ecco perché uno storico ha il dovere di affermare che questo “martirio” è un falso, peraltro sceneggiato in modo ridicolo.

Quando il presunto “Luca”, molto tempo dopo, descrisse il “martirio” di Santo Stefano, essendo un “Padre”, quindi non obbligato ad andare in guerra, non sapeva nulla del diritto romano e non gli interessava né studiarlo né approfondirlo, non ne aveva bisogno. LORO dovevano creare martiri cristiani gesuiti per “dimostrare” con il loro sacrificio che “Gesù” era effettivamente esistito nel I° secolo: poiché da qualcuno bisognava iniziare, il primo fu appunto “Santo Stefano.

Il candidato martire, prima si esibisce con miracoli e prodigi tra il popolo, ma la folla (erano Ebrei) anziché ringraziarlo o difenderlo lo LAPIDA!

I Giudei rappresentavano per il “cristianesimo nascente” il Male peggiore che si potesse concepire, non credevano nell’Avvento di Gesù Cristo: per loro il Messia doveva ancora venire.

Quella di Luca in effetti, è una testimonianza tutto sommato utile per noi oggi: la sceneggiata di una riunione del Sinedrio senza senso. Essa è convocata con una procedura insulsa, anzi, il Sinedrio è già riunito, come e quando decidono gli Ebrei e al suo interno si evidenzia l’accusa, stupidamente anti-giudaica rivolta contro di loro, ripetuta nei Sinedri e in tutte le Sinagoghe, incolpati dell’uccisione di “Gesù” e facendo ricadere sulla testa dei loro figli la maledizione eterna per averne “versato il sangue”.

Si, gli “Atti degli Apostoli” sono una sequela di “skech” puerili e di dubbio gusto, citati da “storici genuflessi” addirittura riportati nei testi scolastici in riferimento a questo o quel personaggio veramente esistito, allo scopo di legittimarne la credibilità, ma guardandosi bene dal far conoscere ai fedeli le vicende in cui vengono coinvolti. Pertanto siamo proprio noi, atei, a raccomandare ai pii credenti di leggersi personalmente a casa loro, il testo originale, riflettendo prima di mettersi in ginocchio davanti a statue, simulacri di Santi e Martiri o prostarsi al cospetto dei loro preti inventori!

 

Di Emilio Salsi: Giovanni il Nazireo detto “Gesù Cristo” e i suoi fratelli (pag287/288).

 

 
 
 
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