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I due Messia

Storia di Giovanni di Gamala e Yeshu ben Pandera

 
 
 
 
 
 

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« Santo StefanoYeshu l'Egiziano »

Le pratiche magiche, l'apostasia...

Post n°15 pubblicato il 03 Gennaio 2014 da otto8dgl1
 

Le pratiche magiche, l’apostasia e la corruzione di Israele a motivo della condanna

“… Egli sta per essere lapidato perché ha praticato la stregoneria e ha condotto Israele verso l’apostasia”.

Alla già citata motivazione, dal Talmud posta a base della condanna inflitta a Yeshua, fanno eco altri passi presenti nella letteratura rabbinica e nei vangeli recanti argomentazioni convergenti sulle medesime accuse:

“… I Giudei gli risposero: “Non ti lapidiamo per un buona opera, ma per bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio””

Nella “Tholedot Yeshu” si fa chiaro riferimento all’esercizio, da parte di Yeshua, di magie e sortilegi posti in essere per apparire in veste divina. A tali “prodigi” accenna anche il Quarto Vangelo:

“… I capi dei sacerdoti e i farisei, quindi, riunirono il Sinedrio e dicevano: “Che facciamo? Perché quest’uomo fa molti segni miracolosi. Se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui””.

Ravvisando peraltro negli stessi il pericolo di quel coinvolgimento popolare visto dal Talmud come corruzione della Nazione:

“… Mar disse: Gesù sedusse, corruppe e distrusse Israele”.

Perfino la pazzia accennata nel Talmud:

“… Era un pazzo, e noi prestiamo attenzione a quello che fanno i pazzi. Il figlio di Stada, il figlio di Pandira, ecc” Schabbath, (fol. 104b)

Trova un eco nel Vangelo di Marco:

“… I suoi parenti, udito ciò vennero a prenderlo perché dicevano: “E’ fuori di sè””.

Come già evidenziato anche Celso si riferì all’Egitto a proposito dell’apprendimento da parte di Gesù di “certe facoltà”, mentre il Vangelo di Matteo che come gli altri nomina a sproposito persone reali e si riferisce ad eventi camuffati che vengono spostati in tempi diversi da quelli nei quali avvennero e riduce ad un brevissimo periodo la permanenza della “Sacra famiglia” in terra egizia (dall’ultimo periodo di Regno di Erode il Grande fino agli inizi di quello di Archelao), ma tace ( come gli altri Evangelisti) su tuttu i successivi anni di vita di Gesù sino all’inizio della sua missione pubblica.

L’accennata “strategia narrativa” offusca e mistifica la verità senza mai sopprimerla del tutto. Ecco perché, tanto per rimanere al Vangelo di Matteo, parlando della natività si narra della visita dei Magi, oscurando così un singolare riferimento al Talmud alla conservazione da parte di Yeshua, delle formule magiche apprese dagli egizi nonostante la volontà contraria dei Magi:

“… I Magi, prima di lasciare l’Egitto, prestarono particolare attenzione a che la loro magia non fosse messa per iscritto per evitare che altri la imparassero. Ma egli aveva escogitato un nuovo modo di scriverla nella pelle, o di fare dei tagli nella pelle inserendovela. Quando le ferite si rimarginavano, non era possibile vederne il significato”.

Giancarlo Tranfo: La Croce di Spine (Pag. 207-208-209)

 
 
 
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