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Morto un 52enne rumeno investito dalla 66 e i commenti razzisti non mancano
Tragico incidente lunedì 12in via Mecenate, nei pressi di piazza Ovidio: un uomo di 52 anni, M.B., originario della Romania, ha attraversato all'improvviso la strada, facendosi travolgere da un autobus della linea 66. Erano le 22.15 e i soccorsi sono arrivati immediatamente per salvare la vita all’uomo sbalzato a una decina di metri di distanza: l’autobus procedeva a velocità sostenuta (lo fanno sempre, tutti, come gli autisti della linea 45: credono di essere su un circuito di formula uno), trattandosi quel tratto di strada a scorrimento rapido e non essendoci strisce pedonali nelle vicinanze (perché?). Il personale medico ha intubato l’uomo praticandogli più volte il massaggio cardiaco, purtroppo alle 22.27 è stato registrato il decesso, nello sgomento di una piccola folla di passanti increduli che si è subito radunata attorno al corpo. Sotto choc l'autista del pullman, che non si era accorto dell'improvvisa decisione di attraversare la strada da parte dell’uomo che tutti i presenti hanno detto fosse ubriaco.
Probabilmente lo era: noi conoscevamo M.B. e per poter dire la solita frase, “non è morto invano”, vogliamo riportare quanto successo dopo il tremendo impatto.
Abbiamo raccolto i commenti dei presenti all’incidente, il giorno successivo abbiamo chiesto a residenti e commerciante e il quadro delle loro dichiarazioni ci è apparso agghiacciante. Anche per questo abbiamo atteso a dare la notizia, dovevamo decidere come gestire l’ignoranza e l’ipocrisia; del resto la stampa “colta” non ne ha parlato: si trattava “solo” di un rom. “Con tutto quello che mi ha rubato non posso che essere contento”, “Sono contentissimaaa!”, “Lo conoscevo, era solo un rom come gli altri che occupano i giardinetti “Saranno felici quelli dell’Esselunga, era più quello che rubava di quello che comprava”, “Era un ubriacone del c…..”, “I Rom li brucerei tutti (detto da una giovane bulgara fidanzata con un egiziano “non mussulmano”)”. Tutti i commenti arrivano da persone che frequentano la parrocchia che dista 100 metri dal luogo dell’incidente, alcuni vanno all’oratorio, la maggior parte li incontriamo alla messa domenicale.
M.B. era un uomo disperato, scappato dalla Romania (sottolineiamo che non era un Rom, era un rumeno) dove ha lasciato moglie e tre figli (a cui mandava soldi regolarmente); era alcolizzato, lo vedevamo sempre ubriaco al bar o ai giardinetti, viveva davvero di espedienti ed elemosina. Ma era una persona, un cristiano abbandonato nella sua miseria da altri cristiani ipocriti: bisogna che qualcosa cambi alla radice, in profondità, o la ricchezza della condivisione multietnica sarà un tesoro sprecato.
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