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Cronaca (zona 3 e 4, Milano e altro ancora) raccontata da un giornalista e scrittore Democratica Mente MOLTO di Sinistra

 

 

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TESTIMONI DI GIUSTIZIA DA NAPOLITANO, CON DON CIOTTI E BORSELLINO di Italo Campagnoli

  La petizione per la tutela dei testimoni di giustizia ha superato l’obbiettivo delle 1000 firme e le adesioni, che ora vengono raccolte anche su moduli cartacei in tutta Italia, arrivano a getto continuo.

La petizione ha come primi firmatari i nomi più illustri tra chi è impegnato nella lotta alla criminalità, come Salvatore Borsellino, don Luigi Ciotti, Giovanna Maggiani Chelli - Presidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage di via dei Georgofili -, Giulio Cavalli - consigliere regionale IDV sotto scorta – e un nutrito drappello di parlamentari di diversi partiti e provenienza politica, e ha portato diversi testimoni ad uscire dall’anonimato per firmare un accorato appello al Presidente Giorgio Napolitano, che verrà consegnato assieme alla petizione e alle firme raccolte. I testimoni che firmano la lettera sono al momento più di una decina e questo ha innescato un meccanismo a catena che porta ogni giorno a scoprire storie umane di una incredibile tragicità, di famiglie abbandonate dallo stato dopo che hanno sacrificato tutta la loro esistenza per fare il proprio dovere di cittadini. E’ il caso di Luigi Coppola che da settimane minaccia pubblicamente il suicidio non sapendo più come sfamare la famiglia ne dove andare ad abitare.

I testimoni firmatari della lettera chiederanno di poter incontrare, assieme ai primi firmatari della petizione, il Presidente Napolitano in occasione della consegna, che è prevista per il prossimo gennaio. Cito: “Salve, sono un testimone di giustizia che vive a [...]. Non voglio annoiarvi con un lungo romanzo perché la mia storia per spiegarla ci vorrebbero pagine e pagine. Vi dico solo che oggi non ho potuto far mangiare moglie e figlie. L'unica speranza che mi resta è togliermi la vita. Luigi Coppola testimone di giustizia”

TUTELA PER I TESTIMONI DI GIUSTIZIA firma su http://www.petizionionline.it/petizione/tutela-per-i-testimoni-di-giustizia/5444  e diffondi con tutti i mezzi la PETIZIONE PER GARANTIRE LORO LAVORO E SICUREZZA

I “testimoni di giustizia” non sono “collaboratori di giustizia”, in quanto non hanno mai fatto parte di organizzazioni criminali ma hanno soltanto esercitato il loro diritto-dovere di testimoniare contro le attività criminali, e per questo hanno perso casa, lavoro e libertà di vivere una vita civile comune.

Oggi in Italia decine e decine di testimoni di giustizia sono abbandonati a se stessi, in attesa di avere dallo stato non solo la protezione che era stata loro garantita, ma persino un lavoro per poter vivere.

Buona parte dei 70 testimoni di giustizia italiani hanno manifestato a Palermo per chiedere il rispetto degli accordi presi. Come ha fatto con estremo coraggio Maria C., tornando a Crotone e digiunando per venti giorni sotto il solleone, finendo ricoverata in ospedale.

In Calabria le donne che si ribellano vengono massacrate senza pietà, come Maria Concetta Cacciola, testimone di giustizia “suicidata” il 22 agosto 2011; Tita Buccafusca, testimone di giustizia “suicidata” il 16 aprile2011. Ciascuna a distanza di quattro mesi, tutte con l’acido muriatico.
E ancora, la distruzione del corpo di Lea Garofalo, legata, imbavagliata, interrogata brutalmente, torturata, uccisa con un colpo di pistola alla nuca e sciolta nell’ acido.

E Angela Costantino, cognata di Barbara Corvi, “scomparsa” ormai da quasi due anni. Era giovanissima e incinta, ma il figlio che portava in grembo non era del marito, che si trovava in carcere a scontare una pena. La  famiglia, per difendere l’onore del boss-marito, la fece strangolare e seppellire in un terreno mentre l’auto di lei finiva in mare, così da simulare un suicidio.

Oggi e dopo tutti i precedenti mi chiedo ancora come ho potuto anche solo pensare che in Italia possa realmente esistere qualcosa di simile alla giustizia”. Queste parole sono di Lea Garofalo, scritte in una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, inviata a vari giornali e pubblicata solamente dopo il suo assassinio. Una  giovane madre, disperata, allo stremo di tutte le proprie forze: così si definisce. Una donna che aveva trovato il coraggio di rompere i rapporti con la propria famiglia e di denunciare molte persone, ma che per la legge figurava come “collaboratrice di giustizia”, nonostante che di reati non ne avesse mai commessi. L’uso improprio del termine -utilizzato anche nei confronti di M. C. Cacciola e che si differenzia in maniera netta e sostanziale dal termine appropriato di “testimone”-era per lei assolutamente inaccettabile, le toglieva quella dignità in nome della quale aveva stravolto la propria vita e quella di sua figlia. In nome della dignità, di un’esistenza da vivere all’insegna della legalità.
La situazione dei testimoni di giustizia è stata affrontata più volte in parlamento e in particolare il sottosegretario Mantovano, che per conto del governo da anni sta sistematicamente smontando i programmi di protezione, nel 2008 ha respinto l’emendamento 12.04.400 all’art. 12 bis che chiedeva l’inserimento dei testimoni di giustizia nella pubblica amministrazione.

La petizione chiede al Presidente Napolitano e a tutti i parlamentari che l’emendamento venga ridiscusso ed accettato. Difendiamo i testimoni di giustizia, pretendiamo per loro la tutela da parte dello stato.
I primi firmatari della petizione sono Salvatore Borsellino, Don Ciotti, Giovanna Maggiani Chelli Presidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage di via dei Georgofili, Giulio Cavalli consigliere regionale IDV sotto scorta, Elio Veltri, Doris Lo Moro deputata calabrese del PD, Angela Napoli deputata calabrese del FLI, Franco Laratta deputato del PD Componente Commissione Antimafia, Sonia Alfano euro parlamentare IDV, Giuseppe Lumia senatore del PD, Oriano Giovanelli deputato marchigiano del PD.

La mozione è stata promossa da Movimenti Civici, Movimento RadicalSocialista, Movimento Agende Rosse, Democrazia e Legalità. 

Per il Comitato Promotore Italo Campagnoli 335 1607427

 
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