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Un mio "pezzullo" su Sardinia Post

Post n°1676 pubblicato il 21 Novembre 2012 da ad_metalla
 

IL PARADOSSO SARDO, LE PROVINCE SOPPRESSE SONO LE PIÙ TRASPARENTI

In Sardegna con il passaggio da quattro a otto province il costo per il funzionamento degli enti intermedi è aumentato del 42 per cento. Questo secondo la sezione regionale della Corte dei conti. Ma secondo il ministero per la Pubblica amministrazione, sono proprio le nuove province (quelle soppresse dal referendum di maggio), le più "trasparenti".


I due dati non vanno considerati in contraddizione tra loro. Ma certo evidenziano una sorta di 'stato confusionale' dell'amministrazione pubblica in questa fase di crisi economica e di transizione organizzativa e anche tecnologica. La "bussola della trasparenza" - quella da cui si ricava l'omonima classifica - serve a misurare quanto gli enti locali rendono disponibile della loro attività inserendolo nel web. E' in sostanza un 'misuratore' dell'efficienza dei siti istituzionali. Questo viene realizzato attraverso un confronto e una verifica di 42 indicatori. Chi volesse verificare di persona può andare a cercare sui motori di ricerca "La bussola della trasparenza dei siti web".

Ecco comunque i dati relativi alla Sardegna. A salvarsi sono le amministrazioni provinciali di Carbonia-Iglesias, Medio Campidano e Olbia Tempio, tutte col massimo dei voti (42/42). Sassari (33/42) è la prima delle province storiche e occupa l'ottavo posto assoluto. Poi viavia sempre più giù con Cagliari al 21mo e appena 14 indicatori soddisfatti. Fanno peggio solo Nuoro (7/42), Oristano (6/42) e Ogliastra (9/42), unica eccezione negativa tra le province nuove.

Interessante notare che si parla della stessa classifica che attribuisce al sito della Regione Sardegna il primo posto nella classifica della trasparenza. Un primato, però, del quale c'è poco da gioire perché il nostro portale istituionale soddisfa poco più della metà dei 41 indicatori individuati dal ministero per stilare la graduatorie delle regioni (41 su 25) e, in sostanza, il primato deriva più che da meriti propri da demeriti altrui.

Un quadro che pone seri interrogativi sul grado di preparazione dell'amministrazione pubblica che tra una settimana (l'entrata in vigore è prevista per il 28 novembre) dovrà dare attuazione alla legge del 6 novembre scorso. Quella che, con un ritardo di 9 anni e nel ventennale di Tangentopoli, ha dato finalmente attuazione all’articolo 6 della Convenzione ONU contro la corruzione.

Le domande (alle quali abbiamo dedicato una analisi) sono parecchie: quanto sono preparate le amministrazioni pubbliche, in particolare gli enti locali, per dare pronta esecuzione al provvedimento? E ancora: Il sistema opaco di poteri che in questi ultimi vent'anni si è fatto più forte, accorto e trasversale, riuscirà a ingegnerizzarsi ulteriormente per boicottare la legge?

 

L'ANALISI. LEGGE ANTICORRUZIONE, UNO STRUMENTO

CONTRO GLI ABUSI: ECCO COME AGISCE


di Massimo Manca

Le classifiche sulla trasparenza delle pubbliche amministrazioni sono contraddittorie. Ma le norme della legge anticorruzione sono chiare. Entrano in vigore tra una settimana. Ecco cosa accadrà.

 
Penso si possa convenire su un semplice dato di fatto, cioè che questo è un Paese che finora non è riuscito a costruire un valido e democratico metodo di controllo del sistema di poteri che negli anni ha continuato impunemente ad alimentare bieche consuetudini, conflitti d’interessi, clientelismo e abusi d’ogni sorta. Inutile negarlo, la sensazione più diffusa è quella di una pubblica amministrazione in gran parte infettata da consorterie e comitati d’affari, che hanno ignorato un principio fondamentale: quello della trasparenza. Un concetto semplice, come quello che chi amministra la cosa pubblica, chi fa politica, deve rendere conto in qualsiasi momento del proprio operato, con gli strumenti più immediati e alla portata di tutti.

Un concetto troppo spesso equivocato grazie al sofisticato utilizzo di una comunicazione a senso unico, quella che passa attraverso compiacenti media e si manifesta in frequentazioni tanto colte quanto esclusive, con interviste concordate e sproloquio finale digitale, complici Facebook o Twitter. Insomma, per moltissimi dei nostri politici la trasparenza non poteva che esaurirsi in raffinati calcoli elettorali, slogan e operazioni di marketing politico frutto dell’ingegno del portavoce o spin doctor di turno. Chi opera nel settore dell’informazione queste cose le sa fin troppo bene. Altrettanto bene conosce la difficoltà di recuperare informazioni non mediate, sa bene che il primo campanello d’allarme è rappresentato dal politico che si nega al telefono (quando non ti minaccia per sms) o che ti rimanda al funzionario di riferimento (spesso di nomina discrezionale). Da qui il passo è breve: il funzionario che ti nasconde le carte o che non le nasconde dall’albo pretorio online, accampando giustificazioni ridicole.

Tanto per dirne una, ancora oggi è possibile avere con immediatezza la prova di questa opacità. Basta collegarsi ai siti internet delle principali amministrazioni locali dell’isola per cadere nello sconforto. E basterà utilizzare “La  bussola della trasparenza” ideata dal Dipartimento della Funzione Pubblica per averne la prova.

La legge anticorruzione di recente pubblicazione cerca di correre ai ripari sul fronte della trasparenza, mettendo una pezza a una situazione di indecenza generale non più sostenibile. Lo fa con diverse e vincolanti prescrizioni.

Intanto è stato rivalutato e potenziato il ruolo del segretario negli enti locali. A lui, infatti, salva diversa e motivata determinazione, è stata attribuita la funzione di responsabile della prevenzione della corruzione. E sarà sempre il segretario a proporre agli organi esecutivi il Piano triennale di prevenzione della corruzione, che dovrà essere approvato entro il prossimo gennaio, così come a definire le procedure per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione. Proprio col Piano di prevenzione della corruzione si dovranno individuare specifici e ulteriori obblighi di trasparenza rispetto a quelli già previsti da pregresse disposizioni di legge. Grazie a questo nuovo strumento si potranno così monitorare il rispetto dei termini previsti dalla legge o dai regolamenti per la conclusione dei procedimenti, ma anche verificare i rapporti tra l’amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche monitorando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti dell’amministrazione.

Sempre sul fronte della trasparenza sono state introdotte prescrizioni più stringenti che porteranno le amministrazioni pubbliche ad assicurare notizia certa della propria attività e su tutti i procedimenti amministrativi in corso. Non solo: nei siti web istituzionali dovranno essere pubblicati i costi unitari di realizzazione delle opere pubbliche e di produzione dei servizi erogati ai cittadini, le autorizzazioni o concessioni, le scelte dei contraenti per l’affidamento di lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alla modalità di selezione, così come la concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché l’attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati.

Quindi, la PA è ora obbligata al monitoraggio periodico del rispetto dei tempi procedimentali e alla tempestiva eliminazione delle anomalie, dando notizia dei risultati nel proprio sito web. Per non dire poi che le stesse amministrazioni hanno l’obbligo di rendere accessibili in ogni momento agli interessati tutte informazioni concernenti i provvedimenti e ai procedimenti amministrativi che li riguardano, ivi comprese quelle riguardanti lo stato della procedura, i relativi tempi, lo specifico ufficio competente, in ogni singola fase. Sul fronte degli appalti, infine, la pubblica amministrazione non potrà più nascondere parte delle informazioni in suo possesso, come accade ancora oggi: dovrà essere data, sempre, informazione sulla struttura proponente, l’oggetto del bando, l’elenco degli operatori invitati a presentare offerte, l’aggiudicatario, l’importo di aggiudicazione, i tempi di completamento dell’opera, servizio o fornitura e, in ultimo, l’importo delle somme liquidate.

Queste informazioni dovranno essere contenute in tabelle riassuntive rese liberamente scaricabili in un formato digitale, che consenta di analizzare e rielaborare, anche a fini statistici i dati informatici. Un passo avanti verso una maggiore trasparenza della pubblica amministrazione, con prescrizioni e sanzioni a carico dei dipendenti negligenti o in conflitto di interessi. In tal senso sarà interessante verificare come si destreggeranno molte di quelle amministrazioni locali che hanno in organico dipendenti con scandalosi conflitti di interessi in corso, o condannati in primo grado e a cui la nuova legge anticorruzione sottrae da subito funzioni e responsabilità.

Tutti gli altri, quelli che con estrema difficoltà hanno cercato in questi anni di tenere alta la bandiera della trasparenza e della correttezza amministrativa, saranno invece incentivati a segnalare le violazioni di legge e i comportamenti meno leciti dei loro colleghi, grazie anche allo strumento del “whistleblowing“, che assicurerà l’anonimato a coloro che denunceranno le malversazioni all’interno dei pubblici uffici. Insomma, sembra che la volontà di fare arrivare un po’ di aria fresca dentro le istituzione ci sia tutta. Sembra.

Abstract: Sardinia Post del 20 novembre 2012

 
 
 
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