Pubblicato il 29 luglio (scritto il 25). QUI!
Un provvedimento inusuale, sorprendente. Del tutto in controtendenza, almeno in Sardegna: un ambientalista, Stefano Deliperi, è stato chiamato a far parte del Consiglio direttivo del Parco naturale regionale Molentargius-Saline di Cagliari e Quartu Sant’Elena, uno dei tesori dell’ambiente isolano che però, ancora oggi, stenta a decollare per le periodiche carenze di risorse e mezzi, ma soprattutto per una gestione operativa che negli anni ha mostrato più ombre che luci.
Istituito nel lontano 1999, per la ricchezza dell’avifauna nidificante e per la particolare posizione all’interno di un più vasto contesto urbano, coi suoi 1600 ettari di estensione il parco si caratterizza come area umida di primaria importanza a livello internazionale, protetto da numerose convenzioni e direttive europee. Adesso a vigilare – su designazione del sindaco di Cagliari Massimo Zedda – ci sarà anche Deliperi, direttore di un ufficio di controllo della Corte dei Conti, delegato regionale della Lega Abolizione Caccia e, soprattutto, presidente dal 1992 del Gruppo di intervento giuridico. Un ambientalista concreto, meticoloso nelle sue denunce, conosciuto anche a livello nazionale per le sue battaglie.
Il provvedimento risale allo scorso 10 giugno, quando l’organo di indirizzo e controllo politico, all’unanimità, ha sostituito l’ex direttore generale del comune di Cagliari, Francesco Cicero, dimissionario da circa un anno. La decisione di avvalersi delle competenze di Deliperi è tuttavia maturata prima, più esattamente il 30 aprile, quando l’Assemblea del Parco ebbe a deliberare senza però avere preventivamente acquisito l’indispensabile autorizzazione della Corte dei Conti. Il nullaosta, richiesto il 7 maggio, è arrivato nel tempo record di 2 giorni, a dimostrazione che quando la pubblica amministrazione vuole può essere anche velocissima.
Confrontando i due atti si rileva una curiosa differenza, d’ordine politico. Così si legge nella prima delibera: “A seguito di ampia ed esauriente discussione si è convenuto collegialmente che possa svolgere le funzioni di componente del Consiglio direttivo il Dott. Stefano Deliperi…”. Nella seconda arriva la precisazione: “…su designazione del vice presidente del Parco”, cioè Massimo Zedda, quasi a voler connotare politicamente e in maniera ben definita la cooptazione dell’ambientalista Deliperi. E infatti, per quanto riguarda l’organo politico collegiale di governo dell’area protetta, si legge ancora: “L’assemblea, stante l’individuazione del Dott. Stefano Deliperi…ha valutato positivamente tale orientamento”.
La decisione del sindaco Zedda di cooptare Deliperi nel Consiglio direttivo del Parco Molentargius è stata tenuta sottotraccia (non c’è traccia di comunicati stampa e lo stesso Deliperi, che aggiorna quotidianamente il blog del Gruppo di intervento giuridico, non ha diffuso fino a ora la notizia), ma segna una rilevante svolta. In particolar modo per le posizioni radicali e le feroci critiche che l’ambientalista ha sempre mosso alla gestione dell’area umida protetta.
Basterà ricordarne alcune, le più recenti: sull’abnorme e ingiustificato numero di dipendenti del Parco e sul tentativo di stabilizzare parte di questi senza ricorrere a concorsi pubblici (“Parco naturale regionale Molentargius-Saline, parco dei milioni perduti e anche parco dei raccomandati?”); sull’abusivismo edilizio dell’area (“Ravvedo il rischio di un loro risanamento assurdo quanto illegittimo”); sulla grave assenza del Piano del Parco, i ritardi della ripresa della produzione salina e sulle discariche (“Non bastano certo alcuni sentieri e zone verdi aperti al pubblico con birdwatching esclusivamente a pagamento per fare un parco”); sulla devastazione degli incendi che si ripete ogni anno nonostante ingenti investimenti di denaro pubblico per opere di risanamento e manutenzioni (“Un mezzo disastro, preoccupa l’inefficacia del sistema idrico antincendio installato con sensibili spese pubbliche anni fa, così la presenza di viabilità chiusa da sbarre che ha ostacolato i soccorsi”); sulla realizzazione di un nuovo ponte in cemento per piste ciclabili (“Molentargius continua a esser un parco naturale all’insegna del cemento, legale o abusivo”).
Ora, se si tiene conto che il Consiglio direttivo del Parco (tre componenti) svolge delicate ed importanti funzioni in ordine all’approvazione di progetti di intervento e attuazione del Programma/Piano esecutivo di gestione, così come del Piano del Parco, ma anche di programmazione degli investimenti e di nomina dei responsabili degli uffici e dei servizi, fino ad arrivare a deliberare le variazioni al bilancio preventivo di spese, ci si rende facilmente conto dell’impresa ardua che Deliperi dovrà affrontare nei prossimi 5 anni, soprattutto se vorrà essere conseguente alle battaglie decennali che ha condotto per l’effettiva, trasparente ed efficace valorizzazione del compendio naturalistico.
Massimo Manca
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Poi il colpo di scena....
Molentargius, bloccata la nomina di Deliperi. Manca il sì della Corte dei conti
Sfuma la nomina di Stefano Deliperi nel Consiglio direttivo del Parco Molentargius. Le delibere con cui l’Assemblea del Parco aveva nominato l’ambientalista nel Consiglio direttivo dell’area umida protetta, pur regolarmente adottate e recentemente pubblicate nell’albo pretorio dei comuni consorziati, anche con l’acquisizione dell’autorizzazione di Giuseppe Mullano (dirigente della Corte dei conti), non sortiranno effetti concreti.
A svelare l’impedimento è stato lo stesso ambientalista con una nota in cui si evidenzia l’assenza, in ultimo, del necessario nullaosta del Segretariato generale della Corte dei conti, presso la quale Deliperi lavora. La motivazione sarebbe da ricercarsi negli effetti indiretti delle cosiddette norme anticorruzione volute dall’ex governo Monti.
La decisione del sindaco i Cagliari Massimo Zedda di cooptare Deliperi ai vertici del Parco Molentargius e la successiva nomina formalizzata dall’Assemblea degli enti locali consorziati aveva sorpreso positivamente e fatto discutere un po’ tutti. Deliperi, infatti, è un ambientalista concreto, meticoloso nelle sue denunce: il suo pregresso impegno e rigore non avrebbe che potuto fare bene all’area umida protetta, pur tra mille comprensibili difficoltà.
Ora ci si interroga sulle prossime mosse dell’Assemblea del Parco Molentargius e su chi sarà chiamato a sostituire Deliperi nel Consiglio direttivo, per quel decollo del compendio naturalistico finora mancato.
Massimo Manca
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P.S.
Ricapitolando:
1) il cosiddetto decreto anti corruzione è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 92 del 19 aprile 2013;
2) il cosiddetto decreto anti corruzione, dopo la sua pubblicazione, è entrato in vigore il 4 maggio 2013;
3) la prima delibera di nomina di Deliperi nel Consiglio direttivo del Parco Molentargius è del 30 aprile 2013 (quindi successiva alla pubblicazione del decreto anti corruzione). In questa delibera si fa esplicitamente riferimento alla necessità di acquisire l'autorizzazione da parte della Corte dei conti, dove lavora Deliperi;
4) la seconda delibera di nomina di Deliperi è del 10 giugno (quindi successiva sia alla pubblicazione del decreto anti corruzione e sia all'entrata in vigore. In questa delibera si fa riferimento all'autorizzazione richiesta alla Corte dei conti e al suo ricevimento (dopo due giorni);
5) poi il flop, con il segretariato generale della Corte dei conti che non autorizza in ragione del cosiddetto decreto anti corruzione.
Ebbene, tutto questo cosa ci dice? Basta soffermarsi sulle date per capirlo. Vuol dire che Deliperi, Zedda (che ha cooptato Deliperi), l'Assemblea del parco, tutti i vari dirigenti e uffici che hanno istruito gli atti non erano a conoscenza del contenuto del decreto anti corruzione, diversamente si sarebbero ben guardati dall'approvare una nomina del genere. E lo stesso Zedda dal proporre Deliperi. Dirò di più, lo stesso Deliperi, se avesse conosciuto il cosiddetto decreto anti corruzione avrebbe detto fin dall'inizio "no grazie, non si può fare". E invece che fa? Si rende disponibile e trasmette il suo curriculum vitae. Insomma, un raglio d'asino corale.