Creato da ad_metalla il 09/05/2006

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La verità delle parole sta nelle azioni successive

 

 

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Sardegna fatti furba

Post n°1270 pubblicato il 13 Aprile 2007 da ad_metalla
 
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Pubblicità istituzionale, la magistratura formalizza l'inchiesta sulla gara d'appalto vinta dalla Saatchi&Saatchi: abuso d'ufficio contro ignoti. Non solo: frugando tra le carte sono saltati fuori altri due appalti sospetti sui quali la Procura di Cagliari ha aperto due distinti fascicoli ipotizzando il falso ideologico.

La prima gara ha assegnato un milione di euro alla Saatchi&Saatchi per la campagna "Sardegna fatti bella" sull'educazione alla raccolta dei rifiuti, la seconda riguarda una convenzione da 30.000 euro per il nuovo logo della Regione, assegnata a una società, la Pentagram, già esclusa dalla gara. Pubblicità istituzionale. La formalizzazione dell'inchiesta penale è un passaggio tecnico indispensabile per consentire, con la nomina di un consulente, la trascrizione delle registrazioni dell'interrogatorio dei commissari e del segretario chiamati ad aggiudicare l'appalto da 56 milioni di euro più Iva. Finora il sostituto Mario Marchetti si è mosso nel ristretto ambito dei "fatti non costituenti reato" che, però, non consente spese giudiziali. Di lì la necessità di aprire un'inchiesta formale e individuare un'imputazione. Per il momento non c'è neanche un nome sul registro degli indagati ma si procede spediti: per la prossima settimana sono stati riconvocati in Procura la responsabile del procedimento Michela Melis e i commissari Giovanni Maria Filindeu (architetto), Letterio Bernava (esperto in certificazioni di qualità) e Roberta Sanna (dirigente dell'assessorato all'Agricoltura). Quasi certamente il magistrato vorrà mettere a confronto le loro dichiarazioni con quelle rese nel corso della seconda audizione da Aldo Brigaglia, il pubblicitario quarto componente della commissione (presieduta del direttore generale della Presidenza della giunta regionale Fulvio Dettori) e dal segretario Carlo Sanna. Il passo successivo sarà il controllo dei tabulati telefonici dei commissari, tutti, incluso quelli del presidente Dettori: questa mossa è indispensabile per ricostruire un episodio riferito da Brigaglia, relativo alla seconda votazione, quella del 15 novembre 2006, scomparsa dalle carte, scordata da tutti durante il primo interrogatorio in Procura, saltata fuori durante le audizioni in Consiglio regionale attraverso Brigaglia e poi confermata da Sanna. In quella votazione la Saatchi&Saatchi, vincitrice pur di misura nella prima gara (annullata), era risultata al terzo posto dietro la McCann e la Tbwa. Dopo il voto la Sanna, Brigaglia e Bernava erano andati a pranzo insieme: stando al racconto di Brigaglia qualcuno aveva sentito Dettori mentre al telefono assicurava che nel giro di qualche ora l'esito sarebbe cambiato. Quindi la Sanna avrebbe ricevuto una telefonata dall'assessore all'Agricoltura Franco Foddis e sarebbe andata alla Regione. Poche ore dopo si era votato di nuovo e la Saatchi era balzata al primo posto. Con chi ha parlato Dettori al telefono? Davvero Foddis ha chiamato la Sanna? I tabulati telefonici confermeranno o meno il racconto di Brigaglia. A questo proposito vanno ricordate le parole del segretario: «Unanimemente la commissione aveva ritenuto non valida la seconda votazione, alla fine di questa seconda votazione era infatti risultata vincitrice una terza ditta, esito di una votazione svoltasi in maniera totalmente irrazionale e illogica». Ebbene, se con l'annullamento è stato commesso un reato, quell'«unanimemente» potrebbe essere fonte di guai per tutti. Lo stesso discorso potrebbe valere per la prima votazione, con la Saatchi vincente di misura: il bando di gara prevedeva che il voto della commissione dovesse essere incrociato con la valutazione economica, ma lo scarto tra le concorrenti era pochissimo e dunque era ancora tutto in gioco. Il voto venne aggiustato, Brigaglia se ne andò ma poi si decise di rivotare e il pubblicitario ritirò le dimissioni. Quella votazione non fu firmata dalla responsabile del procedimento (che non venne informata dalla seconda) che pretese il rispetto di alcuni criteri: il 17 gennaio la terza votazione assegnò la gara alla Saatchi&Saatchi. Il logo. È stato presentato dall'assessorato al Turismo l'11 ottobre 2006 in occasione del Salone nautico di Genova. Anche su questa gara sta indagando il sostituto Marchetti che ha letto l'articolo di Alberto Soi pubblicato in gennaio da una rivista specializzata, "Progetto grafico". Soi è uno dei componenti della commissione che ha aggiudicato la gara insieme a Dettori, Brigaglia e la grafica Sabina Era (consulente della Regione). Sono stati presentati 227 progetti, tra i 21 esclusi c'era la Pentagram che aveva violato le norme sull'anonimato scrivendo il mittente sulla busta. Hanno vinto in tre, ex aequo, come si legge nel verbale: «La commissione giudicatrice assegna il più alto punteggio (79 punti su 100) a tre proposte che risultano vincitrici ex aequo. Ciascuna delle tre proposte è il risultato di un'attenta analisi delle identity visive già note in ambito nazionale e internazionale. Scegliendo di non battere gli abusati temi della solarità e delle attrattive vacanziere, le proposte puntano invece in modo coerente sul posizionamento di unicità del soggetto Sardegna con una differenziazione concettuale, formale e di contenuti. Ciascuna delle tre proposte si distingue per l'adozione di un linguaggio, uno stile e un tono adatti a veicolare un innovativo segnale di identità presso il target di riferimento. La coerenza, l'essenzialità, l'immediatezza di lettura, il forte legame visivo e tematico con la Sardegna come valore storico, paesaggistico, culturale sono ben espressi in ciascuna delle tre proposte che rispondono in maniera altamente soddisfacente a tutti i criteri di valutazione enunciati nel bando di concorso». Esame superato a pieni voti. Però, la determinazione di Dettori che annuncia gli esiti del concorso contraddice quel verbale: «La commissione ha ritenuto che nessuno fra gli elaborati presentati avesse qualità e contenuti tali da raggiungere i risultati richiesti dal bando di gara. Conseguentemente la commissione ha ritenuto che il concorso dovesse concludersi senza un vincitore». Poi: «Riguardo ai progetti che la commissione ha ritenuto di non poter valutare per mere irregolarità formali, il presidente della commissione ritiene doveroso evidenziare che fra essi ve ne sono alcuni che si distinguono per le eccellenti qualità della proposta presentata». La vittoria è andata alla Pentagram. Sardegna fatti bella. Questa campagna pubblicitaria da un milione di euro il 25 luglio 2006 è stata affidata alla Saatchi. L'obiettivo era quello di rendere la Regione più accogliente con un'operazione di sensibilizzazione collettiva. La delibera auspicava «un avvio immediato della campagna con l'utilizzo dei media regionali». Anche qui la Procura indaga per falso ideologico contro ignoti: il problema è l'assegnazione dell'appalto senza una gara pubblica.

Maria Francesca Chiappe

Abstract: L’Unione Sarda del 17 aprile 2007



Il più contestato appalto nella storia recente della Regione sarda.La gara dei misteri è un maxi pasticcio.Documenti spariti, passerelle in Procura, dimissioni-farsa.Dal memoriale pro Saatchi di Dettori al festoso comunicato del presidente a pochi minuti dal verdetto

Il caso Saatchi è già finito male. Questo pasticcio da 120 miliardi non ha precedenti, nella storia degli appalti della Regione. È successo di tutto, sono perfino spariti e poi miracolosamente riapparsi documenti ufficialmente protocollati. Non sono mancate dimissioni a sorpresa, duri scontri politici, passerelle in Procura e clamorose sconfessioni del lavoro della commissione di gara, con un ricorso al Tar che pende da quindici giorni. Con due passaggi, in questa vicenda, che alimentano dubbi, fortissimi dubbi sulla limpidezza della gara: l'ufficio stampa del presidente Renato Soru che, pochi minuti dopo l'apertura delle buste (o forse durante l'operazione, visto l'orario d'arrivo della mail nelle redazioni), decanta con impressionante dovizia di particolari le straordinarie capacità tecniche della Saatchi&Saatchi; e il braccio destro del governatore, il direttore generale della Regione e presidente della commissione di gara, Fulvio Dettori, che scrive e diffonde all'interno della Regione un memoriale a sostegno della campagna della Saatchi con il procedimento ancora aperto. Due dettagli, fra i mille di questo sconcertante passaggio di legislatura, che hanno attirato anche l'attenzione della Procura della Repubblica, oltre che quella della grande famiglia dei pubblicitari nazionali. Una comunità in silenziosa rivolta, dei «vorrei dirne tante ma non posso parlare», che aspetta con febbrile coinvolgimento i risvolti giudiziari e politici. Tutto questo, mentre il colosso multinazionale fondato dai fratelli iraniani Saatchi sta lavorando alla campagna sulla Sardegna, perché dal punto di vista tecnico il "suo" appalto l'ha vinto. La storia. Il bando da 18 milioni all'anno più Iva, della durata di tre anni, vedeva sei concorrenti, i maggiori gruppi - eccetto Young & Rubicam - della pubblicità nazionale, con una serie di agenzie sarde nel ruolo di compagne minori della cordata. La gara viene indetta all'inizio di agosto del 2006, in piena calura estiva, e i criteri eccessivamente selettivi fanno infuriare i pubblicitari sardi: «La Regione non consente la nostra partecipazione». Indiscrezioni, illazioni, previsioni sul nome dell'agenzia vincitrice trovano conferma il 21 novembre, quando la gara se la aggiudica la Saatchi, in accoppiata con la Equinox. Il giorno dopo, l'unico commissario "tecnico" fra i cinque scelti dalla Regione, il decano dei pubblicitari sardi Aldo Brigaglia grida, sull'Unione Sarda: è uno scandalo, ha vinto la campagna peggiore, questo progetto non rispetta le aspettative della Regione. Sullo sfondo di una battaglia politica fra maggioranza (silenziosa) e opposizione (fuoco e fiamme), con il centrodestra guidato dal deputato Pili che propone un dossier dopo l'altro, va in scena una guerra fra uffici confinanti, nella presidenza della Regione. La responsabile della gara, Michela Melis, non si decide a dare il suo fondamentale via libera (una firma da 120 miliardi di vecchie lire) e il suo superiore, Dettori, che cerca in qualsiasi modo di convincerla. Fino a riuscirci, ma solo dopo quasi tre mesi di riunioni e contrasti. La Procura convoca tutti i protagonisti proprio in quei giorni, siamo alla fine di gennaio. La commissione politica di inchiesta lavora fra diverbi e interrogatori (inquietanti) dei commissari di gara, il suo presidente (Dedoni) che si dimette dopo aver denunciato pressioni e ingerenze. E ieri, un altro colpo di scena, la risposta del palazzo di giustizia.

Enrico Pilia

Abstract: L’Unione Sarda del 13 aprile 2007


Quella vittoria troppo veloce
 

La battuta non è malvagia: parafrasando lo slogan della campagna "Sardegna fatti bella", un pubblicitario navigato ne aveva coniato un altro, "Saatchi, fatti bella". Con un milione di euro, concesso in tutta fretta alla diramazione italiana della multinazionale e senza uno straccio di gara perlomeno fra le menti pensanti dell'advertising locale. Un affidamento diretto che aveva fatto gridare allo scandalo i pubblicitari di casa nostra e perfino qualche senatore del marketing, legato un tempo da stretti rapporti con Renato Soru, come Gavino Sanna. Il 25 luglio 2006, pochi giorni prima della pubblicazione on line del bando sulla pubblicità, il presidente della Giunta «manifesta la necessità e l'urgenza di provvedere alla realizzazione di una campagna di pubblicità istituzionale che accompagni e rafforzi il progetto "Sardegna Fatti Bella"». Un'esigenza, afferma il governatore in quella occasione, «ancor più pressante in considerazione della concomitanza con la stagione estiva e con il sovraffollamento delle zone turistiche». Una campagna da avviare «con immediatezza, in considerazione del carattere di urgenza evidenziato e che sia realizzata con l'utilizzo dei media regionali». Soru (e Fulvio Dettori) firmano la deliberazione numero 33/21, dove si stabilisce che «la campagna sia ideata con il supporto della Saatchi&Saatchi e che complessivamente, per consulenza e realizzazione, siano stanziati un milione di euro». Ai Comuni sardi, intanto, vengono destinati 30 milioni di euro per l'abbellimento dei centri abitati e la pulizia degli arenili e delle strade. Critiche e sospetti. «Questa campagna va avanti a fatica», aveva ammesso, a fine estate, il presidente Soru all'assemblea dell'Anci. Mentre sul progetto di sensibilizzazione, alcuni pubblicitari sardi affermarono che quel mezzo milione di euro assegnato direttamente alla Saatchi (il milione è stato diviso con un'agenzia sarda che curò la diffusione dle messaggio sui media regionali) è eccessivo, se si considera che il capitolo "creatività" venne finanziato «con 200 mila euro, un record in Italia». Sanna, pubblicitario sassarese e milanese d'adozione, alla fine dell'autunno scorso fu particolarmente critico: «La campagna per la pubblicità istituzionale era da vincere a tutti i costi, quella che se la è aggiudicata è certamente l'agenzia di fiducia del presidente Soru, lo abbiamo visto anche nel luglio scorso - affermò Sanna - quando si è trattato di assegnare urgentemente e senza una gara la campagna sulla pulizia della Sardegna».

(e. p.)

Abstract: L’Unione Sarda del 13 aprile 2007

 
 
 
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