Creato da ad_metalla il 09/05/2006

RealCaimani Cube

La verità delle parole sta nelle azioni successive

 

 

Vi rode il culo? Grattatevelo

Post n°1675 pubblicato il 29 Ottobre 2012 da ad_metalla
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di Massimo Manca


Fuori da ogni infingimento, che le chiacchiere stanno a zero. In Sicilia ha vinto l’astensione, l’esperimento Pd/Udc è andato piuttosto male (ad esempio non ha fermato la valanga dell’astensionismo), il centrodestra ha limitato i danni rispetto a quello che potevano comportare gli scandali, gli scazzi e la situazione complessiva del Pdl a livello nazionale, mentre il Movimento 5 Stelle è la vera sorpresa, l’unica novità di rilievo di queste elezioni: a metà scrutinio è il primo “partito” dell’Isola (io sono convinto che possa arrivare al 20% finale). 

Altro elemento di fatto: se si guarda ai dati storici della politica siciliana e alle percentuali, se si lega il tutto al dato dell’astensionismo, be', il risultato non può che smentire la vulgata di tutti coloro che ipotizzavano un travaso di voti dal centrodestra al  movimento di Grillo. E infatti, il merito più grande del Movimento  5 Stelle sta nel fatto di avere evitato che l’astensionismo raggiungesse livelli di vero allarme democratico. Personalmente resto convinto che la scelta di Crocetta, a suggello di un’alleanza spuria tra il Pd e l’Udc, non abbia funzionato e neppure giovato alla richiesta di ricambio delle classi dirigenti politiche che veniva dalla società siciliana (e del resto mi è bastato scorrere la lista dei candidati per trovare conferma  alle mie tesi). Insomma, un perfetto assist a Renzi che, se sarà furbo, andrà subito a canestro.

Così come sono certo che a molta della partitica politicante, quella tutta chiacchiere, distintivo e mani in pasta, il risultato di queste elezioni non potrà che rodergli il culo. Un prurito intenso, tutto meritato, la prima avvisaglia di una più sostanziale e prossima inchiappettata. Sì, perché se ancora non è chiaro, a tutta questa bella gente bisogna aprire gli occhi, per convincerla del fatto che le ricette fintamente salvifiche, oltre che essere poco credibili, stanno arrivando fuori tempo massimo.  Perchè si è superato il punto di non ritorno, perché si è perso in autorevolezza, perché una semplice rinfrescata non basta per allontanare il fetore di marcio che li accompagna. Tanto meno può funzionare il vecchio e trito tentativo di demonizzare l’avversario ricorrendo all'evocazione di una fantomatica deriva populista e demagogica. No, semplicemente non sono più credibili e non lo saranno fin tanto che non dimostreranno di fare ammenda degli errori, chiedendo scusa, piuttosto che replicarli furbescamente con sofismi da piglianculo e alchimie partitiche. 

Io mi consolo. Non gioisco, non esulto, solo mi consolo. Undici anni fa lasciai la politica, la mia più grande passione. Già allora capii che la speranza di una nuova stagione, dopo quella di “mani pulite”, si era trasformata in una barzelletta, in un grande inganno.  Certo, se anche io, come molti altri, avessi fatto buon viso a cattivo gioco, se avessi accettato un patto col diavolo, se mi fossi iscritto ad una delle tante cricche che si erano andate formando mentre io, più che diligentemente e responsabilmente, mi spaccavo la schiena nel tenere alta la bandiera di un’amministrazione pubblica trasparente e pulita, certo, non sarei qui a leccarmi le ferite con questo sfogo.  Bastò, all’epoca, la slealtà di chi avevo servito per 8 lunghi anni (con non pochi sacrifici personali) ad aprirmi gli occhi. Non trenta denari, piuttosto i quattrini necessari passati di mano per comprare 10 tessere dei verdi e farmi così fuori dal congresso, per soli 5 voti. Alla fine il tempo è sempre galantuomo. Di nome e di fatto. Che fine abbiano poi fatto i Verdi e colui che mi accoltellò alle spalle è cosa nota. 

 
 
 

Giorgio Mazzella, editore senza macchi(n)a e paura. Del ridicolo.

Post n°1674 pubblicato il 13 Ottobre 2012 da ad_metalla
 

I lavoratori di Sardegna Uno non ricevono lo stipendio da tre mesi, si mettono in sciopero e manifestano in piazza. Giorgio Mazzella, editore di Sardegna Uno, questa mattina ha dato il meglio di se stesso. Alla giornalista Rai, Carla Frogheri, che lo intervistava ha detto: "Cosa devo fare per pagare gli stipendi? vendermi la macchina?" La giornalista fa notare che i giornalisti lavorano senza stipendio e Mazzella, infastidito, risponde: "Cerchi di fare il suo mestiere ma non esageri". Ecco, caro Mazzella, cerca di non esagerare, tu per primo. Comincia a vendere la Jaguar e l'elicottero, paga gli stipendi e poi ne riparliamo.

 

 

 

Abstract: Sardegna 24, 7 gennaio 2012

Sarebbe interessante capire in che modo il Giorgio Mazzella banchiere abbia gestito e impiegato la marea di soldi pubblici che la Regione di Ugo Cappellacci ha versato al Giorgio Mazzella editore. Com'è noto, in Sardegna non esiste una legge specifica per il sostegno all'editoria: i fondi pubblici sono stanziati e suddivisi a discrezione del governatore, che propone di volta in volta alla giunta quanto e a chi concedere i denari. Per la pubblicità istituzionale, invero, vanno seguiti alcuni criteri specifici. Che sono però proposti dal presidente della Regione e approvati dalla giunta. Ben si capisce che in un sistema del genere, l'arbitrio gioca un ruolo preminente. E infatti, la gran parte degli approvvigionamenti di denaro pubblico immessi nel comparto editoriale sardo, finisce smaccatamente nelle casse del duo composto dallo stesso Mazzella e dal tycoon in salsa burcerese Sergio Zuncheddu, imprenditore-editore e patron di Videolina, Radiolina, Tcs, Unione sarda e di Pbm, che si occupa di raccolta pubblicitaria.

Qualche cifra. Tra la fine del 2010 e lo scorso anno, Sardegna Uno ha incassato dalla Regione oltre 650mila euro. Esattamente la metà rispetto ai versamenti effettuati sui conti correnti del gruppo di Sergio Zuncheddu, campione indiscusso con un milione e 200mila euro. Solo 323mila euro, invece, per La Nuova Sardegna. Solo per la messa in onda della trasmissione istituzional-propagandistica ideata da Tcs e subito sposata da Cappellacci, "Novas", l'emittente di via Venturi ha ricevuto poco più di 280mila euro. Una cifra di tutto rispetto ma alquanto inferiore ai 626mila euro finiti nel conto corrente di Sergio Zuncheddu, che comprendono non solo la messa in onda di "Novas", ma pure le spese di stampa e distribuzione con l'Unione sarda della versione cartacea. Finita qui? Macché. Perché prima di andare in onda, la trasmissione televisiva va realizzata. A chi l'arduo compito? A Tcs, appunto.

L'emittente di Zuncheddu invia una proposta alla Regione e la presidenza, nel tempo record di ventiquattrore, approva il progetto e contestualmente accorda un esborso totale di 200mila euro per la realizzazione di ben 59 puntate. Peccato che la maggior parte del lavoro sia svolto tra le mura della Regione dai professionisti dell'ufficio stampa della presidenza. A Tcs rimane il duro lavoro di montaggio dei servizi già chiusi, le luci, la conduzione, la collaborazione del giornalista Antonello Lai. E soprattutto 200mila euro in cassa senza nemmeno il disturbo di una gara ad evidenza pubblica: tutto assegnato per via diretta da Cappellacci al gruppo Zuncheddu. La Regione-editore. Fin qui la "comunicazione istituzionale". Per le case editrici sarde -- fortunatamente numerose e nella maggior parte dei casi in buona salute -- il discorso cambia. Perché in questo caso la discrezionalità del presidente della giunta è pressoché totale.

Di tanto in tanto, Cappellacci propone, la giunta approva e la Regione spende. L'ultima ripartizione di fondi pubblici in favore delle case editrici isolane risale al23 dicembre scorso. Tra le varie voci, 32mila euro finiscono nelle casse di "Isola editrice" per la stampa del volume fotografico "Sardegna -- Un anno di feste". Ma l'esecutivo ha pure trovato il tempo per finanziare con 35mila euro la realizzazione di una rubrica televisiva "con le modalità del talk show", animato dagli emigrati, dall'evocativo titolo "Nati sardi". Senza dimenticare, nel recente passato, i100mila euro dati al Maestrale per la ripubblicazione del volumedi Giovanni Lilliu "La civiltà dei sardi", i 30mila concessi all'Autorità portuale di Cagliari per un'opera sulla storia del porto dall'Unità ai giorni nostri, i 40mila finiti alla Madriké per l'edizione speciale del libro "La modernità del pensiero di Giuseppe Mazzini" e i 50mila euro per la "Sintesidella storiadi Sardegna" di Francesco Cesare Casula. La Regione è alquanto generosa pure con le case editrici nazionali, come Donzelli, che per pubblicare il libro "La Sardegna nel Risorgimento" ha ottenuto 45mila euro.


Pablo Sole

 

 
 
 

Per fatto personale

Post n°1673 pubblicato il 13 Ottobre 2012 da ad_metalla
 
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di Massimo Manca

Per fatto personale, certo. Ciò non toglie che la questione vada ricordata, aggiungendo in ultimo qualche fatto nuovo. Ricapitolando: la cronaca odierna ci informa che Abramo Garau, dirigente e direttore generale della Provincia di Cagliari, è pagato "a peso d'oro". Su questo nulla da aggiungere se non fosse che coi suoi 263mila euro di stipendio all'anno Garau andrà a prendere più del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Emblematiche le considerazioni svolte da Garau a giustificazione dell'abnorme salario. Sì, perchè dopo i politici che non sanno, che non vedono e non parlano, oggi abbiamo la prova provata dell'esistenza dei dirigenti che, se non chiedono mai - stile Denim After Shave - ottengono ugualmente. Infatti,  l'ing. Abramo Garau (è bene ricordare che si tratta di un professionista esterno, convenzionato dall'amministrazione, ovvero che la stessa potrebbe risparmiare questa spesa folle nominando direttore generale un dirigente di ruolo) sostiene che non è stato lui a chiedere l'aumento di 56mila euro rispetto allo stipendio (già alto), precedentemente percepito. Secondariamente, aggiunge che "non giudica scandaloso il suo stipendio” perché abituato a percepire di più, quando era libero professionista. Naturalmente a Garau sfugge - come ha ricordato il giornalista dell'Unione Sarda - che in questo caso si tratta di soldi pubblici, su cui bisognerebbe mostrare un po' più di attenzione e magari rispetto per chi campa alla Provincia di Cagliari con 1200 euro al mese, rispetto ai suoi 22mila.

Detto che la decisione di incrementare lo stipendio a Garau è stata approvata prima dalla giunta provinciale e poi ratificata dall'intero Consiglio provinciale (potranno anche loro dire "non sapevamo e comunque eravamo distratti"?), dobbiamo ora aggiornare i conti della Provincia Bancomat con un fatto nuovo.

Siamo al 28 giugno scorso, quando il Consiglio provinciale approva il Bilancio di previsione di spesa per l'anno 2012. Lasciamo stare che appare non poco ridicolo prevedere una spesa a metà dell'anno già trascorso e andiamo dritti al punto. Ebbene, dopo appena due settimane dall'approvazione del bilancio 2012 arrivano all'attenzione della giunta provinciale due richieste di prelevamento risorse dal Fondo di riserva - cioè quel fondo buono per tutte le occasioni - per complessivi 80mila euro. Richieste che la presidenza della provincia sottoscrive informalmente e poi la giunta approva con delibera. Insomma, come a dire che il Bilancio approvato appena due settimane prima era fatto coi piedi.

Ora, brevemente, scopriamo come sono stati ripartiti il 30 luglio questi 80mila euro: 30mila per rimborso permessi consiglieri provinciali, 2mila per giornali e abbonamenti, 2mila per beni di consumo, 10mila per le spese viaggio dei componenti della giunta, 10mila per le trasferte dei componenti della giunta (ma quanto viaggiano?), 3mila per rimborso trasferte e viaggio rappresentanti UPI e UPS, 6000 per spese viaggio pari opportunità (sic), 15mila per gettoni consigliere commissione pari opportunità e 2mila per un fantomatico “Progetto Pet Therapy”.

Non c'è male. Ve lo ricordate l'assessore provinciale Francesco  Siciliano, lo scorso luglio, quando giustificava i tagli alla cultura e la chiusura del Marina cafè noir? Disse: "E’ un momento di grande difficoltà perché le risorse disponibili sono limitatissime, i tempi delle vacche grasse sono finiti e bisogna fare scelte spesso dolorose". Bella faccia di bronzo, eh?

Il fatto personale? Ah, già. Presto detto, consiste in questo: all’inizio dell’anno la presidente Quaquero mi chiama e mi dice che se voglio vedere riconfermato il mio contratto di addetto stampa devo rinunciare al 50% del mio salario (fermo dal 2005), diversamente nisba. Il presidente giustifica questa “sparata” sostenendo che la provincia non ha risorse e che sarebbe costretta ad adottare dei tagli. Poi, due giorni dopo, ancora prima di una mia formale e ufficiale risposta, mi viene notificata una disposizione presidenziale che con pretesti senza alcun fondamento giuridico - buoni solo per me e non certo per il direttore generale - mi catapulta in mezzo ad una strada in una frazione di secondo. Applausi, un rompicoglioni in meno. Naturalmente non ho mai creduto a quella che mi appariva fin da allora un balla. Oggi ne ho la conferma. Per il resto solo certezze. Ad esempio che attendo da 9 mesi che mi vengano pagati gli ultimi 11 giorni di lavoro. Alla Provincia di Cagliari non hanno trovato ancora il tempo di reperire e liquidare mille miseri euri, tra una scusa e l’altra. Già, erano impegnati a pensare ai viaggi della giunta e al direttore generale.  

 
 
 

Non c'è due senza tre

Post n°1672 pubblicato il 04 Ottobre 2012 da ad_metalla
 

 

Apprendo dell'ultimo "coniglio" tolto  dal cilindro dell'Agenzia della Conservatoria delle coste della Sardegna e rimango allibito. Se non vi è chiaro quali siano le finalità istituzionali dell’Agenzia ve lo ricordo velocemente citando l'art. 2 dello statuto: "Salvaguardia, tutela e valorizzazione degli ecosistemi costieri e di gestione integrata delle aree costiere di particolare rilevanza paesaggistica ed ambientale".

Ribadisco per precisione l'ambito d'azione: "ecosistemi costieri ed aree costiere". Ecco, a questo punto qualcuno mi spieghi che c'azzecca con la Conservatoria delle coste la realizzazione di un “Ostello internazionale della gioventù” nei boschi di Montevecchio, a 10km in linea d'aria dalla costa. Conservatoria delle coste o sempre più Agenzia immobiliare? Tutela dell'ambiente costiero o gestione immobiliare a fini turistici, culturali e commerciali?

Non siete convinti? E allora andiamo alla voce "funzioni e compiti" dell'Agenzia (art. 3 dello statuto) e leggiamo tra l'altro: “Esercizio del diritto di prelazione sugli atti di vendita di terreni ed immobili previsto dall’art. 4 della legge 29 maggio 1967, n. 379 e l’acquisizione a titolo gratuito degli immobili di cui all’articolo 11 della legge 30 aprile 1976, n. 386 relativamente ai beni che ricadono nella fascia costiera dei due chilometri dal mare”. Dovrebbe bastare a richiamare l’Agenzia ad ambiti operativi più limitati e più strettamente funzionali alle proprie finalità istituzionali. E invece no, la fantasia e l'intraprendenza non mancano.

Mi dicono infatti che un "Ostello internazionale della gioventù" (e sarebbe il terzo) verrà realizzato dalla Conservatoria delle coste recuperando la storica foresteria di Montevecchio, quella che ospitava gli ex dirigenti e impiegati della miniera. Apertura entro il 2013, previsto un investimento di circa 500mila euro e spese a carico del bilancio regionale. Insomma, invece di acquisire pezzi di costa per sottrarli alla speculazione e alla possibile cementificazione - e poi valorizzarli con il coinvolgimento delle popolazioni locali - ci si butta anche nelle realizzazioni immobiliari/turistiche. Qualcosa che a leggere i giornali sarà "utile per l'avvio di attività ricettiva, commerciale e culturale allo scopo di promuovere le bellezze naturali del luogo".

Incredibili le dichiarazioni del direttore esecutivo dell'Agenzia, Alessio Satta: "Sarà la Ferrari del turismo di massa, uno spazio affidato a personale selezionato, altamente qualificato e preparato. Il seminterrato ospiterà un pub e i due piani superiori lasceranno spazio a 80 posti letto. Non un posto solo per trascorrere la notte, ma una soluzione per rafforzare la cultura dell'amicizia, con la possibilità di incontri e anche di provare musica e strumenti in una sala apposita". E ancora: "Questo è il primo progetto che trova ufficialità, ma abbiamo tanti altri siti costieri sotto attenzione". Ecco, adesso lo sapete anche voi: Montevecchio è un sito costiero.

Tutto bello. Bravi, bene, bis!! Solo una domanda: che c'azzecca tutto questo? che cosa ha a che vedere la cultura dell'amicizia, il pub, la musica, etc etc con i fini istituzionali della Conservatoria delle coste?

 

 
 
 

La beffa del Poetto

Post n°1671 pubblicato il 27 Settembre 2012 da ad_metalla
 

di Massimo Manca

Poetto, dopo il danno la beffa. Ricordate Sandro Balletto, l'ex presidente della Provincia di Cagliari ai tempi dell’infausto ripascimento del Poetto? Forse l'avete dimenticato, ma fu assolto nel dicembre del 2010 da ogni responsabilità. "Il fatto non sussiste", sentenziò la Cassazione nel respingere il ricorso dell'Avvocatura dello Stato che aveva impugnato la sentenza della Corte d’appello, imputando a Balletto la responsabilità di non aver bloccato i lavori di ripascimento (inizialmente Balletto fu condannato col rito abbreviato a dieci mesi di reclusione per danneggiamento). Ebbene, la giunta provinciale di Cagliari ha deliberato per il ristoro delle spese legali sostenute dall'ex presidente.

Nulla da eccepire, la legge lo prevede ed è giusto che sia così,  purchè siano rispettate alcune condizioni. Quello che però lascia l'amaro in bocca - e che solleva più di un interrogativo - è l'importo che si è deciso di liquidare a Balletto: 121.114,77 euri. Dico questo in considerazione del fatto che è ancora pendente un processo presso la Corte dei conti (la sentenza non è stata ancora depositata) che vede ancora imputato Balletto per danno all'Erario causato dal ripascimento (il procuratore generale ha sottolineato più volte che l'ex presidente della Provincia avrebbe dovuto chiedere ai funzionari di sospendere i lavori perchè "aveva  la consapevolezza del fatto che i lavori erano stati eseguiti in modo difforme dal contratto e che si sarebbero risolti nella deturpazione della spiaggia"). Una sentenza che potrebbe condannare Balletto e CO, ma per la Provincia di Cagliari non importa, con la velocità della luce l'amministrazione di Piazza Palazzo preferisce mettere in mano a Balletto una bella paccata di euro. Gli spettano, certo. Vabbè, ma c'è di più. Si tenga infatti conto  che Balletto qualche mese fa, dopo l'assoluzione nel penale, si è pure rivolto alla Presidenza del Consiglio dei ministri chiedendo il ristoro dei danni subiti "con l'ingiusta condanna'' a 10 mesi.  Che barzellette.

Ora, leggendo la delibera della giunta provinciale di Cagliari (e relativi atti allegati) la cosa che più fa pensare sull’entità delle spese legali è l'assenza di ogni riferimento e valutazione sulla congruità delle stesse. Insomma, pare proprio - e non viene smentito dalla lettura della delibera - che l'amministrazione provinciale abbia deciso di liquidare pronta cassa. Non risulta dagli atti, infatti, che l'amministrazione abbia fatto una valutazione tecnica sull’opportunità o meno di rimborsare per intero la parcella, nè che l'ente abbia sottoposto la stessa ad un parere di congruità del Consiglio dell'Ordine degli avvocati. E questo, detto per inciso, in presenza di numerosissimi pronunciamenti in materia che stabiliscono che "la misura del rimborso non deve necessariamente corrispondere a quanto pagato al proprio avvocato". Evidentemente la Provincia di Cagliari ha deciso per il meglio. Voi che dite?

PS

Evidentemente La Nuova Sardegna segue questo mio blog. E arriva sulla notizia con due giorni di ritardo. Meglio tardi che mai. Con piacere di avere facilitato il lavoro del collega Mauro Lissia :-)

Di sotto le carte!

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