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Manuale per far impazzire il grafico

Post n°183 pubblicato il 15 Luglio 2009 da aexentia
 

Di qua e di là per la rete ho trovato questo (tristemente) comico manuale per far impazzire un grafico: mi sono permesso una piccola revisione, che pubblico mentre sto ancora ridendo amaramente della cosa. Non so voi, ma a me sono capitate (quasi) tutte: fortunatamente, mai dallo stesso cliente. Perchè non credo ci sia accesso internet negli ospedali psichiatrici.

Microsoft Office è un software di grafica.
Se dovete inviare ad un grafico un qualunque documento, assicuratevi che sia fatto con un'applicazione del pacchetto Microsoft Office. Se dovete consegnare delle immagini, non inviate direttamente i jpeg: incorporateli in un file Word o Power Point. Non dimenticatevi di abbassare la risoluzione delle immagini a 72 dpi, e alle prime lamentele del grafico usate la formula "Ma io a video la vedo benissimo".

Intasate la posta.
Se dovete inviare via mail delle immagini, dimenticatevi di allegarle almeno un paio di volte, e non correggete l'errore finchè non sarà il grafico, disperato, a farvelo notare. Se vi chiedesse immagini ad alta risoluzione, allegate l'intera cartella di file RAW, senza comprimerle.

Brutti caratteri.
Se il grafico, bontà sua, vi chiede un'opinione su un font, dite che preferite l'Helvetica. Se piace anche lui, scegliete Arial. Se è d'accordo, aspettate qualche giorno e poi dategli il colpo di grazia scegliendo il Comic Sans. Con il passare dei giorni, chiedete di inserire sempre più font: meglio se un progetto ne conta 4 o 5 diverse tra loro.

Troppo bianco.
I grafici tendono a lasciare troppo bianco sui fogli, con la scusa del "respiro", della "pulizia" e dei "contrografismi". Non dategli ascolto. La vera ragione per cui lo fanno è rendere il documento più grande, facendo aumentare il numero di pagine e il conseguente costo per voi. Usate quindi ripetutamente la ben nota formula: "Non si può riempire tutto quello spazio bianco lì?".

Logo vecchio...
Se avete già un vostro logo, assicuratevi di inviarlo al grafico in formato gif o jpeg e a bassissima risoluzione, meglio ancora se copiato-e-incollato direttamente da internet e se il logo è su uno sfondo non omogeneo (troppo facile se è tutto a fondo bianco), così il grafico dovrà impazzire per scontornarlo. Una volta che il grafico avrà perso le ore a sistemare alla meglio un logo piccolissimo, abbiate cura di chiederglielo molto più grande di così.
Il tocco di classe è consegnare al grafico un oggetto con già stampato il vostro logo: possibilmente, su una superficie curva o particolare (penne, tazze, mousepad, magliette), il più piccolo possibile, con finiture che ne rendano impossibile la scansione (lamine dorate o vernici) o, meglio ancora, preso da un fax di cinque anni prima che avrete appositamente conservato.

...e logo nuovo.
Se invece avete bisogno di creare un logo da zero, avrete campo libero per far impazzire il grafico alla grande. Fate fare uno schizzo della vostra idea a vostro nipote di 5 anni, magari sulla carta igienica o su un tovagliolo da cucina. Non impiegateci più di cinque minuti: meno il grafico capisce, più spazio avrete per richiedere centinaia di modifiche successive. Non accettate mai la prima proposta del grafico. Nemmeno la nona, se è per questo. Chiedetegli di volta in volta di cambiare colori, font e clipart, di inserire una foto nel logo, bordi in rilievo, luminescenze, sfumature, Comic Sans. E quando sarà alla decima proposta, ditegli che la vostra preferita è la seconda che vi ha mostrato.

Vocabolario impossibile.
Quando gli descrivete ciò che volete in un progetto, usate termini che non significhino niente. Inventateli, se necessario: "Lo vorrei più frizzante", "Si può vedere una versione meno sbriluccicosa?", "Mi fai una grafica più tipo che la guardi e dici che figata?". Se volete esagerare, sostituite i possibili aggettivi con espressioni del viso e della voce tipo "Mmmmm": "Me lo immagino più mmmmmmh e meno mmmmmmh". Nel descrivere le proposte del grafico, non dimenticate di usare termini chiave come: banale, già visto, troppo vecchio, troppo moderno.

Parole, parole, parole.
Se il grafico vi chiede testi per un catalogo o una brochure, mandateglieli a piccoli pezzi in molte mail diverse a distanza di giorni. Se dovete modificare anche solo poche parole, ricordatevi di inviare l'intero testo senza specificare quali sono le modifiche. Non lesinate in errori grammaticali, doppi spazi, è con l'apostrofo. Mandate i testi incompleti, chiedendo al grafico di completarli "che tanto poi li vediamo dopo assieme".

Scegliere l'immagine.
Come per la grafica, anche le immagini devono essere "belle", "frizzanti", "d'impatto", "non banali". Se il grafico vi propone di acquistarle da siti professionali o di organizzare un set fotografico, sappiate che vuole solo spillarvi più soldi. Resistete, e chiedete che si scarichi le foto da Internet senza pagare una lira. Quando dovete scegliere le foto proposte, giocatevi la carta del fotoritocco: "Mi piace questa, ma la tipa bionda la vorrei mora" oppure "Questa foto è perfetta, se solo la cravatta del tipo fosse a righe invece che a pois!". Non dimenticate di aggiungere: "Tanto con il computer ci vuole un attimo". Quando il grafico sarà stremato ma finalmente soddisfatto per la decisione presa, proponete pacificamente: "Ma se usassimo delle clipart?".

Deadline, dead man.
Quando si avvicina la scadenza del progetto, ricordate di mettergli pressione: telefonate, mandate mail, ritelefonate per essere sicuri che abbia letto la mail. Quando vi manderà la bozza finale per l'approvazione, invece, prendetevi molto più tempo di quanto serva, senza cedere alle insistenze del grafico. Aspettate di fornirgli le ultime modifiche chiave a poche ore dalla scadenza, assicurandovi che debba lavorare anche di notte per rispettarla.

Il colpo di grazia.
A questo punto, il vostro grafico sarà cotto a puntino: se tutto è andato secondo i piani, dovrebbe essere arrivato alla fase dell'assoluta sottomissione. Conscio di non potervi convincere su nulla, si limiterà ad eseguire i vostri ordini pedissequamente. Assicuratevi che sia così e, quando siete pronti a prendere la decisione finale per la stampa, fategli notare che siete rimasti delusi dalla sua mancanza d'iniziativa. Che, dopotutto, avete fatto tutto voi. Che vi sareste aspettati più consigli, più proposte, più talento. Che, per quel poco che ci ha messo, il progetto lo poteva fare vostro nipote di sedici anni con Paint e Publisher. Che, soprattutto, non avete intenzione di pagargli quel poco lavoro fatto finora.

È fatta: il grafico, stremato, cadrà ai vostri piedi e verrà ricoverato nel più vicino ospedale psichiatrico.

 
 
 
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