Ne vidi quattro.
Il primo mi commosse di bellezza e di amore.
E' un uomo che non prende, dona senza remore e splende.
Parla una metalingua antica, pregna non verbosa,
che non speravo più
sentire ancora.
E invece
mi dissolse in meraviglia.
Attende in disparte il secondo,
scrutando gli eventi in penombra
felice di quello che ha.
Il terzo bada bellamente ai fatti suoi
trainando con perizia la carretta riottosa
di inevitabile cigolanza che gli è stata assegnata.
Ma poi c'è il quarto che schiuma bava cloridrica
e brulica di formiche sotto sassi sorpresi
eccitando perfezioni di malvagità,
cintura di teste di nemici mummificate
a subitaneo preavviso.
Fa solletico e non scioglie, chiamare amore
gli orgasmi sul pianto altrui.
Desiderio privo di compassione,
il seme rifiutato si fa violento e si spande velenoso.
Orfeo si voltò indietro ed Euridice fu risucchiata nell'inferno
Sara si voltò indietro e fu statua di sale.
Io mi voltai indietro due volte.
La prima, aggrovigliai quello strano nodo in noia e nonsenso.
ero viva, ma mi voltai ancora. E la lama lo separò in distanza per sempre.
Da allora gli sono morta
e quel che segue
è acqua di scolo e pozzanghere sparse di temporale sgonfio.
Inviato da: Artemisia.Absinthium
il 12/01/2008 alle 15:50
Inviato da: Artemisia.Absinthium
il 12/01/2008 alle 15:37
Inviato da: languageisavirus001
il 07/01/2008 alle 07:47
Inviato da: Artemisia.Absinthium
il 02/01/2008 alle 10:34
Inviato da: languageisavirus001
il 02/01/2008 alle 07:46