Un attore in scena

L'amore per la qualità delle cose

 

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Messaggi di Dicembre 2013

Renzi stupiscici

Post n°293 pubblicato il 10 Dicembre 2013 da MANonTHEmoonMilano
 
Tag: renzi

Le primarie del Pd sono una buona notizia. Ridicolizzarle come fa Grillo (o Yoko Ono Casaleggio), dando implicitamente dei “babbei” a chi ha speso due euro per esprimere la sua preferenza, è assai mesto. Nonché sgradevole. Sono una buona notizia (e lo scrive uno che volutamente non ci è andato, e se ci fosse andato avrebbe votato Civati) per l’affluenza, anzitutto: quando tre milioni di italiani vanno a votare, nonostante i disastri che ha fatto e fa il Pd, significa che la partecipazione è ancora così alta da apparire quasi stoica. Uno stoicismo che confina talora con il masochismo, ma sempre meglio partecipare ancora che sventolare bandiera bianca.

L’esito delle Primarie, ovviamente, era scontato. Quando scrissi più volte che Pippo Civati non aveva chanches, e certo non lo scrissi con gioia, molti ebbero pure il coraggio di insultarmi: era cosa ovvia. Il suo risultato (si può dire? Abbastanza deludente) dimostra peraltro come i giochini dei trending topic tipo #vincecivati su Twitter non contino una mazza. Ieri era “piazze piene urne vuote”, oggi “Twitter pieno urna vuota” (o auditel vuoto, altrimenti Virus o Masterpiece farebbero il 47% di share). Civati è un bravo ragazzo e una persona colta, ma nel Pd conta come il due di quadri quando briscola è cuori: vada altrove, abbia coraggio e non si accontenti di fare la ruota di scorta di lusso e ben pettinata del Partito (com’è una ruota di scorta ben pettinata? Boh. E’ venuta così).

Gianni Cuperlo è stato demolito, e anche questo era ovvio. Era il primo a saperlo e forse sperarlo. Mi spiace per lui, che è brava persona, ma non mi spiace per l’apparato dalemiano, che ha fatto più danni della grandine e deve andare in pensione. Per sempre.

Resta Matteo Renzi, lo stravincitore annunciato. E qui ci si aspetterebbe che io partissi in una demolizione del neo-segretario. Perché mai? Renzi è un furbino, un demitiano, un marchionniano, un forneriano: uno yuppie a metà tra Jerry Calà e Jovanotti. Un boyscout paninaro folgorato sulla via dei Righeira e delle merendine. Uno che ama gli inceneritori e pure l’acqua privata. L’espressione di un rinnovamento quieto, abbastanza ‘paraculo’ e fatalmente disinnescato.

Ma non è certo un incubo (anti)democratico come Berlusconi. Ne condivide molte idee, e sarebbe stato perfetto come leader del centrodestra (infatti è amato da Lele Mora come da Briatore), ma è una figura politica da contestare per le sue idee: non per la sua fedina penale, che pure non è esattamente intonsa (una condanna ce l’ha pure lui, in primo grado: danno erariale per l’inquadramento contrattuale di alcuni dipendenti assunti a tempo determinato. Tradotto un po’ brutalmente, vuol dire più o meno assunzioni clientelari).

Devo anche ringraziarlo, perché nel suo discorso di vittoria ha saccheggiato a piene mani – come ha già notato la Rete – il mio libro Non è tempo per noi (esempio tra i tanti: “Ora tocca a noi che dopo la morte di Falcone e Borsellino ci siamo iscritti a Giurisprudenza”. Se non altro, Matteo è un buon lettore e sa scegliere gli autori giusti. E magari si è vendicato del mio post birbo sulla sua foto estatica con il noto statista di sinistra Ciriaco De Mita. Uno a uno, palla a Rignano sull’Arno).

Renzi ha promesso molte cose e per lui adesso comincia il difficile: è più semplice fare il Premier che il segretario del Pd, circondato come è (e sarà) da vecchi lupi di mare che non vedono l’ora di sfruttarlo e disinnescarlo. Come farà con De Luca accanto, con Franceschini, con Latorre? Purtroppo per lui, sarà assai complicato. Non l’ho votato e non lo voterò, perché è un democristiano nientalista. Un venditore di Best Company, più che di fumo. Ma è un politico che rispetto, e che sarà divertente osservare, analizzare, plaudire (spero) e criticare (temo). 

Sono molto curioso di vederlo all’opera su scala nazionale. Se saprà ricostruire (in meglio: in peggio è dura) il Pd, sarò il primo a esserne felice. Con Renzi arriva ufficialmente la generazione dei quarantenni in politica. La nuova segreteria Pd ne è piena. Cosa sapranno/sapremo fare? Boh. Alfano non farà nulla, se non perdere. E chi se ne frega. Molti 5 Stelle stanno crescendo, e la loro idea di cambiamento radicale è ambiziosa e meritevole di attenzione. Renzi ha promesso la luna, e staremo a vedere. Ha già un banco di prova decisivo: il governo Letta. Ha detto che con lui certi dirigenti non avranno più spazio e che non sarà più tempo di inciuci.

Bene, ci stupisca: abbia il coraggio di far cadere questo governicchio patetico. Abbia il coraggio di mettere in discussione Re Giorgio Napolitano (già terrorizzato dall’entità numerica del successo renziano). Acceleri per una legge elettorale, e poi via al voto. Al più presto, affinché la sempiterna Casta non sfrutti la decisione della Consulta sul Porcellum per blindarsi ancora di più nelle stanze dei bottoni. Adesso dipende da lui: o sarà in grado di stupire positivamente, o si limiterà a essere uno dei tanti a cui chiedere “facce Tarzan”. Nel frattempo, complimenti per la vittoria e in bocca al lupo: a lui, ma più che altro al paese. Cioè a noi.

(fonte: a.scalzi)

 
 
 

Sempre teatro...

Post n°292 pubblicato il 09 Dicembre 2013 da MANonTHEmoonMilano
 

 
 
 

ricordi dal teatro

Post n°291 pubblicato il 09 Dicembre 2013 da MANonTHEmoonMilano
 
Tag: Teatro

Foto: povero Cristo

 
 
 

Messina ultima città in Italia per il tenore di vita. I dati dell'indagine del Sole24Ore

Post n°289 pubblicato il 06 Dicembre 2013 da MANonTHEmoonMilano
 

"Messina, ultima in classifica rispetto alle altre città italiane, per il tenore di vita registrato. E’ quanto emerge dalla graduatoria stilata nell’ambito dell’indagine annuale effettuata dal sole24ore. Uno studio redatto per valutare la qualità della vita in tutto il territorio nazionale, esaminando le diverse categorie sociali. 36 i parametri considerati, suddivisi in 6 macro aree: Tenore di vita, Affari e lavoro, Servizi ambiente e salute, Popolazione, Ordine pubblico e Tempo libero. Analisi che mette ancora una volta in evidenza il bipolarismo tra nord e sud. Spiccano le città siciliane tra le posizioni finali delle classifiche. Se Messina risulta ultima per la qualità del modo di vivere, al vertice opposto, Milano, città a quanto pare del benessere. Grave anche la situazione del capoluogo siciliano. Palermo infatti conquista il centoseiesimo gradino, anticipando solo Napoli, ultima, in centosettesima posizione. Notevole il peggioramento palermitano rispetto all’anno precedente nei settori: tenore di vita, della popolazione e degli affari. Ma Al di là delle singole categorie, il dato emergente è un panorama di depressione economica e sociale che accomuna le regioni del sud Italia. Una costante che si rinnova: quest'anno gli ultimi 20 gradini, sono occupati da province siciliane, pugliesi, calabresi e campane."

Questa è la notizia e non mi sorprende affatto. Chi se lo sarebbe aspettato 20/30 anni fa vedendo la città che, pur essendo al solito mancante di lavoro (serio), splendeva con il suo viale San Martino così bello?

La decadenza nasce negli anni 90 con una gestione ladronesca che esalta il disinteresse e l'abulia della città peloritana. Viene costruito un inutile tram che devasta il centro stupendo di Messina, ed è completamente inutile.

E succede l'impossibile. Già Messina è una città di cattivi pagatori e molto chiusa come mentalità dove il disinteresse verso le regole è palese ed ampiamente condiviso.

In genere in questi ambienti nasce il degrado, figlio di una realtà completamente diversa dal resto del paese: ma te ne accorgi quando te ne vai.

Nessuno urla allo scandalo per esempio quando Leonardi e Buzzanca si scambiano le poltrone di sindaco e presidente della provincia.  Nessuno si arrabbia quando lo storico Teatro Vittorio Emanuele finisce in abbandono e cade a pezzi.

Nessun impazzisce dalla rabbia quando di fatto muore l'Atm (perchè nessuno paga i biglietti). Il mondo cambia ma Messina arretra. Chiudono negozi storici, la sporcizia prende il sopravvento e la depressione aumenta.

Anche il calcio muore dopo l'inattesa Serie A perchè il padrone di Messina, Franza, proprietario dei traghetti e di mille altre cose, decide di chiudere bottega.

L'età, effimera, dell'oro finisce e la città inizia a precipitare nel vuoto.

Ora è governata da un bravo uomo, Accorinti, senza alcuna esperienza politica, pieno di ideologie anche se profondamente onesto. Un pacifista, allenatore di molti di noi quando eravamo ragazzi, che qualche valore ce l'ha.

Ma il buco è enorme, e per noi che ci siamo nati e che siamo stati costretti a scappare perchè non c'era nessun futuro, è sempre una grande sofferenza.

L'industria non c'è, alla mia epoca se lavoravi in un negozio non ti davano mai quello che c'era scritto in busta ma molto meno e se lo facevano restituire: uno scandalo al quale nessuno poteva ribellarsi denunciandolo se no era tagliato fuori. Altri 100 erano pronti a restituirlo. Questo sistema a portato i lavoratori di Messina a non avere nessun tipo di professionalità, a vivere di espedienti se non avevi un lavoro fisso (da concorso o da raccomandazione in comune, vigili ecc. ecc.). Quando noi andavamo via da Messina e ci presentavamo al Nord ci rendevamo conto di essere molto indietro per quel che riguarda contratti, competenze...Anche se poi recuperavamo. Quanti miei ex concittadini qui a Milano si sono fatti una bella posizione? Tantissimi.

Ma tornando alla città del Peloro ci rendiamo conto che quello che è mancata è davvero la competenza. Si va avanti ad essere "figli di" qualcosa o qualcuno.

L'università rasenta uno scandalo senza eguali nel mondo, facile per chi è figlio di papà che poi resta coglione, durissimo per chi, come me, non conosceva nessuno o non avesse santi in paradiso.

I messinesi in tante cose stanno ancora bene, hanno la casa a mare (ma Messina non è sul mare?) e in città (4 km da Messina al Pilone di torre Faro)

L'opinione diversa viene "censurata", i giornalisti messinesi poi sono completamente ridicoli. Pensate che io, tempo addietro, lavoravo in una testata dove venivo pagato prima 2500 lire a pezzo e poi tipo 200/300 mila lire al mese e facevo l'ira di Dio la dentro: seguivo partite, andavo dappertutto. So che era la gavetta, ma se fossi rimasto quello avrei continuato a prendere. Poi un giorno un tizio si propose di lavorare al posto mio per 100 mila lire e io fui buttato fuori.

Ovviamente il tizio è rimasto una nullità e io sono andato avanti (un piccolo moto d'orgoglio ci vuole), anzi ho fatto cose per le quali l'inno demotivante di Messina ("ma cu tu fa fari!") non ha proprio funzionato.

A vederla da lontano, e tornandoci ogni tanto, il cuore fa male.

Ma Messina è defunta da chissà quanto tempo.

Il problema di Messina però sono i messinesi, che sanno solo parlare, lamentarsi ma non fanno mai nulla per cambiare le cose.

E c'è anche un gran rigurgito a vedere tutta quell'ignoranza e quel degrato. Quei quartieri in cui la spazzatura (mica è solo Napoli) esonda dappertutto.

La miseria morale delle baraccopoli che esistono dal Terremoto del 1908.

Anche quell'occasione, i cento anni del Terremoto, non sono serviti a rilanciare la città con eventi, ricostruzioni ecc. 

Come in qualsiasi altra parte del mondo.

Il tenore di vita è crollato e non basta l'arancino, la focaccia, la granite (quanto mi mancano queste cose  ma non si vive solo di questo) per andare avanti.

Nessuno si ferma, e anzi con la genialata di fare pagare 80 euro per entrare andata e ritorno con il traghetto in macchina (e la concorrenza che non può lavorare) la gente bypasserà Messina e andrà, se vuole andare in Sicilia, in altro modo (l'aereo).

Anche la Fiera ha chiuso i battenti.

Eppure Messina è la città dell'eterna primavera, un clima fantastico, visioni e viste mozzafiato. Avrebbe tutto, peccato che c'è qualcuno che la vuole far rimanere "babba": ma così oltre alla città, ucciderà se stesso.

Se guardiamo alle macro aree individuate dal Sole24ore possiamo dire:

Tenore di vita: è a dir poco imbarazzante!

Affari e lavoro: non esistono ne affari ne lavoro.

Servizi ambiente e salute: sporcizia, abbandono e inquinamento ai livelli massimi sia di mare che di città, spazzatura dappertutto!

Popolazione: indisciplinata ed ignorante.

Ordine pubblico: inesistente e strafottente (basta vedere come parcheggiano o guidano le persone)

 Tempo libero: fin troppo e senza meta, anche piazza Cairoli ormai è vuota.

Guardate come i messinesi girano con l'auto e parcheggiano in ogni dove: una vergogna questa rotatoria...

Quanto mi fa male pensare alla mia città così...

 

Alan Panassiti

 
 
 

In galera con...Danacol

Post n°288 pubblicato il 04 Dicembre 2013 da MANonTHEmoonMilano
 
Tag: Danacol

Don Ciccio...cosa non si fa per campare...

IL COLESTEROLO DI DANACOL

 

 
 
 
 
 

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