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Messaggi di Settembre 2014
Post n°355 pubblicato il 25 Settembre 2014 da MANonTHEmoonMilano
Mi rendo conto, giorno dopo giorno, che la nostra privacy è completamente massacrata e la colpa è solo nostra... La cultura della "share society", la condivisione di ogni cosa senza filtro e senza controllo, e la pubblicazione di cose personali a disposizione di tutti, ha di fatto creato mostruosità vere e proprie. Basta guardare il continuo spionaggio di profili, situazioni e tutte quelle cose che ormai sono alla portata di tutti. Per questo, a parte le cose di lavoro, non posto niente sui social da un bel pezzo. La vita privata, gioie e dolori, amici e amori, non deve interessare a nessuno. La MIA soprattutto. E' una invasione di richieste di spiegazioni quando si scrive: "Sto male!". Oppure anche quando non scrivi nulla. Tutti ti chiedono il perchè di un qualcosa, ma io credo non sia giusto dare delle spiegazioni a tutti per tutto: non se ne uscirebbe più. La gente usa il telefono ormai per ogni cosa, tranne che per telefonare. Basta salire sulla metro, o sul bus per vedere masturbatori di schermi di iphone e quant'altro. Gente ingobbita che a qualsiasi ora del giorno e della notte a capo chino condivide, linka, chatta, whatzappa e tutte le appa che vuole. Nessuno si guarda più in faccia. Il rovescio della medaglia è che naturalmente questo eccesso di "palesamento del proprio se" ha creato dei mostri. I "Buongiornisti e i buonanottisti" come se ce ne fregasse qualcosa del loro saluto mattutino. I "Selfisti", quelli che si fanno autoscatti ridicoli anche al cesso o mentre fanno lo yoga nudi sul letto (giuro che li ho visti). Anche il nostro presidente del consiglio, Renzi, uno che di fuffa se ne intende è un selfiesta, un "twittatore", un condivisore: insomma tutto tranne che un politico!! C'è, purtroppo, anche chi si fa i "selfie" mentre fa la dialisi (ho visto anche quello) e magari cercando compassione pubblica certe foto in siti di incontri: è penoso il cattivo gusto e l'esposizione di un dolore, che va vissuto all'interno della propria cerchia di amici, familiari, e non di tutti. Eppure se li critichi ti saltano addosso: ti rompono come se fossi io quello sbagliato. Magari lo sono, ma non mi arrendo. Di sicuro io non voglio far sapere più nulla della mia vita privata a nessuno. Chi fa troppe domande alle quali non voglio rispondere verrà perennemente eliminato. Se voglio le cose gliele racconterò io, ma dai "social" non avrà nessuna risposta. Alan |
Post n°354 pubblicato il 16 Settembre 2014 da MANonTHEmoonMilano
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In una settimana sono saltati 5 spettacoli in programma questo inverno: la giustificazione? Possiamo darti solo il viaggio (no l'albergo) e un rimborso spese. "Ci spiace ma è la crisi, però ti diamo una vetrina..."
Ovviamente ho detto di no, ma so che qualche imbecille ha detto si a queste infami proposte.
La vetrina la prendo all'Ikea che costa meno...
In Italia non è possibile fare spettacoli facendosi pagare da amministrazioni che non hanno nemmeno 200 euro..?
Li andrò a fare in Inghilterra o in Svizzera (incredibile ma la mi hanno offerto dei soldi "veri" per farlo ad un festival...manco fossi chissà chi...), almeno la il lavoro viene pagato (molto di più) ed apprezzato sul serio.
Ma cosa pensano locali, teatri o altro che noi possiamo essere pagati con un piatto di pasta?
Me la mangio a casa mia e mi viene anche meglio...Creare uno spettacolo, montarlo, sistemarlo, vivere quell'emozione deve essere retribuita e se gli spettatori pagano un biglietto l'artista deve essere ricompensato per quello!
Agenda dei mille giorni? Se non cambiamo testa qui è finita e la qualità andrà in malora.
Lo dico ai miei colleghi: se vi fate pagare ZERO, il vostro lavoro vale ZERO! E non vi lamentate!
Io gratis non lavoro (semmai faccio beneficenza almeno mi rendo utile).
Per fortuna all'estero mi pagano bene, ma voglio poter credere di lavorare in Italia per avere la dignità di un lavoro che costa sacrifici e fatiche...
E' così difficile?
Alan Paul Panassiti |
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