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Messaggi di Marzo 2015

Epic Fail e cose simili/quando le parole pesano eccome...

Post n°422 pubblicato il 25 Marzo 2015 da MANonTHEmoonMilano
 
Foto di MANonTHEmoonMilano

"Epic fail" significa "fallimento epico".

Non "Fallo Epico": a quello ci pensa Rocco

 

Si usa moltissimo al giorno d'oggi quando la si spara grossa, quando la cazzata diventa epopea.

La realtà spesso supera, per colpa delle parole, la fantasia.

Ieri c'è stata la tragedia dell'Airbus sulle Alpi francesi? Bene oggi "i parenti si sono precipitati dai loro cari". Se non è l'apoteosi della minchiata, poco ci manca!

All'Expo traduciamo male il "Compra i biglietti..." con "But (e non buy) your ticket": ma i tuoi biglietti? Buy buy, anzi bye bye...nessuno li acquisterebbe.

E tutti giù a deridere i fenomeni che hanno commesso questa colossale cazzata.

Ma anche leggere un articolo in cui "Bocelli stravede per Jennifer Lopez", è a dir poco singolare, un po come chiedere a Stevie Wonder "come vede il mondo di oggi".

E come quelli che dicono di essersi comprati un gioiello "Braille" e non "Breil": quindi costoro comprano gioielli che si leggono da ciechi.

Dobbiamo stare molto attenti alle cose che scriviamo, perchè potrebbero essere ridicole. Da ridere c'è poco, da essere derisi molto.

Ma la colpa di chi è? Il nostro linguaggio sta cambiando molto con l'avvento delle nuove tecnologie. 

Vogliamo parlare dei call center in Albania dove Pompilia Albany esordisce dicendoci di essere "DI SERVIZIETTO TELEFONICO DI WINDI"...

Il "Selfie service" ormai è un servizio di autoscatto che denota una solitudine infinita.

Le "app" da scaricare ormai sono peggio degli abbandoni dei cani in autostrada.

Ormai, ormai, ormai...purtroppo.

Il mondo è un reality...sciocco. O choc! Infatti spesso e volentieri rimango basito dalla proposta di nuovi show in tv.

Adesso faranno "Hair", una specie di talent sul taglio di capelli.

Dopo Isole dei fumosi, Grandi Fardelli, Voci dall'aldilà, Forse Forse Forse (o si chiamavano in altro modo) manca solo un reality sulla produzione di ...sterco.

Se la tv è diventata dunque una merda perchè non farne un talent?

Il confessionale sarà il bagno di casa propria, durante una accurata riunione alla ricerca di ciò che spesso non sempre si riesce ad evacquare.

Tenersi tutto dentro sarebbe grave quindi da questa idea potrebbe nascere..."THE FECO". Il primo reality sulla produzione di cacca.

Manca ormai solo questo step.

Siamo alla deriva, ma non è Cast Away e tu non sei Tom Hanks.

 

Alan Paul Panassiti

 
 
 

50 sfumature di Manenti

Post n°421 pubblicato il 19 Marzo 2015 da MANonTHEmoonMilano
 
Foto di MANonTHEmoonMilano

È il 7 di febbraio, trentottesimo giorno dell'anno di grazia 2015, che nel calcio irrompe (nuovamente, visto che ci aveva provato con il Brescia) un nuovo super eroe. Giampietro Manenti, da Limbiate, acquista il Parma. Con cash 2249 euro, capitale sociale 7500. Al suo fianco Fiorenzo Alborghetti, dirigente Pigna - che sarebbe bene sentire per capire qual è la sua posizione in merito, anziché farlo sfilare - e primo vero faccione dell'operazione.

DICEVANO DI LUI
1 - SALVATORE - L'ex presidente del Parma, Ermir Kodra. "La società è stata venduta perché è la migliore scelta sia per tutelare l'immagine del nostro gruppo, ma anche perché questa cessione rappresenta la via giusta affinché il Parma possa salvarsi a livello finanziario".

2 - SQUATTRINATO - Luigi Corioni, per anni numero uno del Brescia. "La situazione fu semplice: dopo tante trattative e discorsi, alla fine non arrivarono i soldi. Se mi ha convinto il profilo di Manenti? No, su questo non mi pronuncio". All'epoca disse "sono stato raggirato", ma questi sono dettagli.

3 - RISORTO - Fiorenzo Alborghetti, già citato precedentemente. "Manenti ad oggi è non solo il presidente ma ha in mano tutti i poteri per ottemperare a tutte le scadenze prossime. In tre giorni arriveranno i soldi. Non è importante quanto serve, l'importante è che vengano gestiti bene e non buttati via come successo in questi anni. Li gestiamo e risolveremo tutto il problema finanziario del Parma".

4 - FATIMA - Fiorenzo Alborghetti reprise. "Investitori dietro Manenti? Su questo c'è la massima riservatezza, non posso dire nulla".

5 - OPS - Fiorenzo Alborghetti tripletta, dieci giorni dopo. "Io ora non c'entro più nulla". (Eh certo, come no).

COSA DICE LUI

6 - 9 febbraio - FRIZZANTE - "Abbiamo convocato l'assemblea dei soci. L'abbiamo convocata subito perché dobbiamo correre contro il tempo e arrivare alla data del 16 febbraio preparati. Mi è sembrato un incontro positivo, ho visto una squadra stanca psicologicamente. Ora vogliono i fatti, non le parole".

7 - 11 febbraio - INCORONATO - "Siamo qui in questa sede per rassicurare la città di Parma, non per fare radiografie. Se c'è da fare polemiche la possiamo chiudere qui. C'è scritto cosa fa Mapi Group: consulenze. Vogliamo dieci vittorie per salvarci, gli stipendi verranno pagati tutti".

8 - 13 febbraio - ESOTERICO - "No, i bonifici non sono partiti. Anzi, non dico nulla. Per scaramanzia lo comunicherò solo quando saranno arrivati".

9 - 14 febbraio - POSITIVO - "Il Parma non fallisce assolutamente. Ieri in Lega ho illustrato progetti concreti, riscuotendo l'assenso dei colleghi presidenti. Lunedì, tempi tecnici permettendo, contiamo di dare alla città delle buone notizie".

10 - 15 febbraio - CAUTO - "Se domani arrivano i soldi? Quella di domani è una delle tappe da percorrere, confidiamo che al 90% riusciremo a far fronte agli impegni presi. Se non dovesse essere domani, sarà martedì. Il futuro del Parma è nelle mie mani, ci siamo insediati soltanto mercoledì. Da domani faremo passi importanti. Le polemiche legate alle dichiarazioni di Lotito? Posso dire poco, sono appena arrivato nel mondo del calcio. Non mi sento di esprimermi, almeno per il momento".

11 - 16 febbraio - ATTENDISTA - "Abbiamo ottemperato e stiamo aspettano l'ok definitivo. In linea di massima tutte le intese ci sono, i bonifici arriveranno per tutti i dipendenti, non solo i tesserati".

12 - 16 febbraio bis - BANCARIO - "Stiamo lavorando, siamo fiduciosi. Quando arriveranno i soldi? Ci sono dei tempi tecnici da rispettare".

13 - 16 febbraio ter - FATALISTA - "Abbiamo adempito. entro domani dovranno arrivare i bonifici. Speriamo di farcela entro domani. Al momento ci sono solo da superare alcuni problemi tecnici. Certezze? Solo la morte è certa. Messa in mora? Penso che non lo facciano, sono professionisti seri. Sono super ottimista".

14 - 17 febbraio - AUTISTA - "I pulmini sequestrati? Si tratta di una ingiunzione vecchia che è stata eseguita oggi, e che avevamo coscienziosamente ritenuto di non bloccare, dovendo fare delle scelte. Diciamo che preferiamo acquistarli nuovi venerdì. Quella pratica era già talmente avanzata, che, magari è brutto dirlo, ma non valeva neanche la pena di fermarla: quindi non ci siamo messi a rincorrere Equitalia. Non possiamo rincorrere i fantasmi".

15 - 18 febbraio, mezzogiorno - AFORISTICO - "Novità? Stiamo lavorando. Quando arriveranno i soldi? Ieri e oggi abbiamo verificato, quindi arriveranno tra oggi e domani. La penalizzazione non è un problema. Il problema è andare avanti con l'operatività". (È mercoledì, dovrebbero arrivare al massimo giovedì, ndr).

16 - 18 febbraio, quattro del pomeriggio - SMEMORATO - "Problematiche non ci sono, stiamo facendo la due diligence legale e fiscale. L'unico intoppo è quello dell'udienza chiesta dalla Procura. Ho informato i miei legali, vediamo come affrontarla. Chi c'è alle mie spalle? Gente che vuole investire in Italia. Di volta in volta comunicheremo di chi si tratta. Il primo bonifico? Lunedì sono stati impostati i pagamenti, significa che qualcosa è stato già fatto". (Da giovedì si è già passati al giorno successivo, ndr).

17 - 19 febbraio - INDOMABILE - "Il viaggio a Nova Gorica è servito per capire i motivi del ritardo nel trasferimento del denaro. Se qualcosa si è mosso vuol dire che qualcuno ci ha autorizzato. Penso che siano necessari tre, quattro giorni. Il fallimento? Non capisco su quali basi. Io però non perso coraggio e lotterò fino alla morte".

20 - 19 febbraio, ancora - FUOCHINO - "Domenica a rischio con la gara con l'Udinese? Penso non sia a rischio nulla. Si giocherà. Domenica sera termine ultimo per il pagamento degli stipendi? Vediamo. Prima tranche di pagamenti da 50 milioni? Siete molto vicini".

21 - 20 febbraio - FUGGITIVO - Manenti non parla, da Collecchio scappa da un'uscita secondaria. Ci pensa Pizzarotti. "Ancora nessuna garanzia da Manenti. Tavolo di concertazione continuo, sarà a lavoro fino a lunedì".

22 - 21 febbraio - DISPERSO - Manenti ancora non c'è, ancora Pizzarotti. "Non essendoci gli steward non si poteva giocare a porte aperte. Da lunedì andremo a Collecchio per fare un punto giornaliero con tutti. Non ho visto niente che mi ha tranquillizzato dal punto di vista economico, il problema è che adesso non è più solo un fattore economico ma di credibilità".

23 - 22 febbraio - CARMEN SANDIEGO - Dov'è finito Manenti? Pizzarotti ha un'idea. "Quello che manca è una proprietà, chiara e determinata: è il punto focale per cambiare la situazione. Non credo sia possibile recuperare il rapporto con la presidenza attuale, anche se arrivassero i soldi. Cordata? Le voci sono tante, quello che non c'è adesso è chi si avvicinerebbe ad una situazione poco chiara con debiti che non si sa neanche quanti siano".

24 - 23 febbraio - REVISIONISTA - E rieccolo il nostro eroe preferito. "Noi abbiamo scritto al prefetto nel pomeriggio di venerdì, alle cinque e mezza, che si poteva giocare a porte aperte. Era già da mercoledì che lo si diceva, non credo ci siano dei veggenti qui".

25 - 24 febbraio - CALIMERO - "Non sono pentito. Mi chiedo solo una cosa: se al posto mio ci fosse stato un altro, avrebbe ricevuto lo stesso trattamento? La stessa gogna mediatica? Non capisco perché. Fatemi lavorare".

26 - 25 febbraio - RINVIATO - Dopo le partite, pure l'incontro con il sindaco viene postdatato. E quindi è Pizzarotti a mettere le carte in tavola. "A Parma politica e calcio sono stati in mano a irresponsabili. Ma c'è anche una Parma che reagisce e non si fa mettere i piedi in testa". (Verrebbe da chiedersi perché il passato, ndr).

27 - 26 febbraio, prima di fermarsi per benzina - COMPOSITORE - "La trasferta di Genova dovrebbe essere già a posto. In linea di massima domani dovrei incontrare il sindaco Pizzarotti. Abbiamo un piano per il Parma, ancora attuabile. Domenica il Parma giocherà, come poteva fare anche contro l'Udinese. La trasferta, ripeto, è già a posto. I computer ritirati? I fornitori sono stati buoni per due anni, sono usciti fuori adesso, nel momento in cui qualcuno si è mosso".

28 - 26 febbraio, dopo il rifornimento all'auto - SHOWMAN - "Non mi aspetto niente da Lega e Federcalcio. Non voglio aiuti, andremo avanti con le nostre forze. I soldi ci sono, farò degli incontri e vedremo. Non mi è stato notificato niente dalla procura di Parma per reato fiscale. Non ho chiesto soldi al tesoriere del Parma per andare in Slovenia. 10 euro per la benzina ce li ho ancora".

29 - 26 febbraio, èl'ultimagiuro - ESONERATO - "Le panchine in vendita? Vivo male la situazione".

30 - 27 febbraio - FATELARGO - "Del fallimento ne parlano tutti da quindici giorni consecutivi. Il piano ce l'abbiamo già. Finanziario? Abbiamo tutto un piano. I soldi arrivano nei prossimi giorni, sono degli sponsor. Non mi preoccupa niente, adesso fatemi passare".

31 - 28 febbraio - GRILLINO - Quel che dice il sindaco non m'importa, non sono in campagna elettorale. Non ho interessi politici da salvaguardare. I soldi arriveranno entro i primi giorni della prossima settimana".

32 - 1 marzo - POSSIBILISTA - "Abbiamo tre opzioni: vendere, portare i libri in tribunale o presentare il piano di rientro in Procura. Vendere? Sì, se qualcuno si fa avanti con un'offerta potrei anche andarmene".

33 - 2 marzo - INNAMORATO - Io ci ho sempre messo la faccia, fin dall'inizio. Per voi non è un problema quando arrivano i soldi. Non c'è un valore per il Parma, questione d'affetto, sono sempre stato innamorato di Parma, lo vedete che siete mal informati?".

34 - 3 marzo - MARCHESE DEL GRILLO - "Se qualcuno è seriamente interessato ad acquistare il club può rivolgersi a me o ai professionisti che lavorano per me. Il Sindaco di Parma Federico Pizzarotti non è il proprietario del Parma Fc e non ha alcun tipo di mandato per trattare la cessione della società".

35 - 4 marzo - IMPRENDITORE - "Con i soldi siamo a posto, ora sistemiamo il piano. Ieri abbiamo cercato di mettere a posto la situazione, nei prossimi giorni invece, in base alla disponibilità della Procura, presenteremo il nostro piano. E intanto iniziamo a pagare i dipendenti, poi sarà tutto una conseguenza".

36 - 5 marzo - VIAGGIATORE - "Confermo che sarò a Milano. Se all'ordine del giorno ci sarà la situazione del Parma esporrò i miei piani per il risanamento del club. Ora sto rientrando, non sono a Parma né ci sono stato quest'oggi: stiamo lavorando".

37 - 6 marzo - BLOCCATO - "Non vado in Lega oggi perchè abbiamo un controllo in corso. Non mi posso muovere, sono bloccato a Parma. Zamparini e Preziosi non si fidano di me? Che ci posso fare, non ho niente da dire a loro. Penso che oggi incontrerò Tavecchio quando arriva, non so cosa gli dirò. Tentativo della Lega? Solo la proprietà può salvare il Parma. Come fa a farlo un terzo?".

38 - 7 marzo - SILENZIOSO - Stavolta è Donadoni a parlare, dopo l'incontro con Tavecchio. "A noi non interessano i 5 milioni, interessano soprattutto le garanzie che ci ha dato il presidente di Lega e che lui proverà a portare avanti. Se siamo arrivati fino a qui è evidente che qualcosa non abbia funzionato. Il senso vero della situazione è questo".

39 - 8 marzo - SPONSORIZZATO - Dopo il punto con l'Atalanta, parla Lucarelli. "Fino ad ora Manenti ha solo promesso e mai mantenuto. Ha ancora una settimana per zittire tutti. Se non ci riuscirà, vorrà dire che avevamo tutti ragione. Qualcosa si è mosso a livello di sponsor, tant'è che oggi è stato possibile aprire il Tardini. Per quanto riguarda i dipendenti, i 5 milioni della Lega rappresentano una copertura al 100% per i dipendenti, anche se solo per due mesi".

40 - 9 marzo - RETROCESSO - "Sono a Milano ma per fatti personali, non inerenti al Parma. Se sono arrivati gli assegni? Entro il 12 marzo verrà presentato questo piano, oggi verranno ultimati i dettagli sotto il piano legale. L'atteggiamento dei tifosi nei miei confronti? Non lo capisco, è un mese che stiamo lavorando, la società è molta solida anche se ci saranno altri punti di penalizzazione per i mancati pagamenti. Magari ripartire dalla Serie B sarà un vantaggio. I soldi che dovevano arrivare entro il 16 febbraio? Ne parleremo poi della fine che hanno fatto".

41 - 10 marzo - ZIO - Tavecchio con rincorsa. "Attraverso uno studio legale di Roma si è fatto vivo un fondo americano per acquistare il Parma".

42 - 11 marzo - AVVOCATO - "Domani presenteremo in tribunale i conti del Parma ed un piano di rientro".

43 - 12 marzo - DISERTORE - Ci credevate davvero? Bilanci consegnati da Preiti, lui marca visita.

44 - 13 marzo - COMICO - "Ho un piano di risanamento convincente, sarà la salvezza del Parma, a meno che i miei soci occulti non vogliano il fallimento. Chi sono? Tavecchio e Pizzarotti. Si comportano come se facessero parte della società. Stanno facendo come Totò e Nino Taranto che volevano vendere la Fontana di Trevi.

45 - 14 marzo - TRISTE SOLITARIO Y FINAL - Donadoni pre Sassuolo. "Una cosa è certa, se Manenti non paga entro il 19 è finita".

46 - 15 marzo - SERGIO LEONE - Preiti fissa il duello. "Di parole se ne sono fatte tante. Il 19 è una data ultima, ci sarà un resoconto finale. Ci sono state tante parole, speriamo arrivi qualche buon fatto. Va tenuta su questa squadra, questa società e questa città. Che sia il fallimento o no non spetta a me deciderlo, mi auguro solo che arrivi una scelta che possa mandare avanti questa città e questa società".

47 - 16 marzo - INCEDIBILE - Manenti incontra Proto circa la vendita della società e gli chiede soldi. "Macché cinque milioni. Bisognava vendere prima, adesso che senso ha? Mica vendo il Parma quando è salvo o fallito. Mi piacerebbe Bisoli".

48 - 17 marzo - MITOMANE - L'aggettivo lo dà Baraldi.

49 - 18 marzo - DISSOCIATO - Il carico da dieci lo mette Proto. "Manenti può dire quello che vuole, penso che sia arrivato ormai al punto tale che può dire qualsiasi cosa, è indifferente quello che dice Manenti, sinceramente. Più che bugie dice cose che sono fuori da ogni logica, che non rientrano nemmeno nel campo delle bugie. Le bugie hanno perlomeno una loro logica. Manenti invece dice cose dissociate dalla realtà".

50 - 18 marzo - ARRESTATO - E la domanda da chiedersi è: ma questi soldi, se c'erano, che giro han fatto e dove sono finiti?

 
 
 

Obblighi per i genitori separati/Cosa fare se il figlio si sposa

Post n°420 pubblicato il 13 Marzo 2015 da MANonTHEmoonMilano
 
Tag: I figli

Esiste un termine cronologico di durata del mantenimento di figli?

L’obbligo di mantenimento da parte dei genitori perdura oltre la maggiore età dei figli qualora costoro non siano in grado di provvedere in modo autonomo alle proprie esigenze di vita, né si siano ancora essenzialmente svincolati dall’habitat domestico.

 

Non è possibile prefissare un termine di durata dell’obbligo di mantenimento dei figli maggiorenni. In generale, l’obbligo cessa quando il figlio raggiunge l’indipendenza economica o costruisce una nuova famiglia autosufficiente. L’obbligo termina anche quando, pur essendo stato messo nella condizione di farlo, il maggiorenne non ha saputo o non ha voluto – per sua scelta o per sua colpa (per es. trascuratezza) – raggiungere l’autonomia economica dai genitori.

 

Il giudice, nel disporre l’assegno di mantenimento, deve valutare la diligenza del figlio nella ricerca di un’occupazione al termine degli studi [1]. Pertanto il tribunale può estinguere il diritto alla corresponsione dell’assegno qualora la condizione di non autosufficienza economica del giovane sia dipesa da una sua inerzia o rifiuto ingiustificato.

 

In caso di separazione tra i coniugi

Al raggiungimento della maggiore età del figlio, il coniuge onerato del mantenimento (in caso di separazione tra i coniugi) non può autonomamente provvedere ad autoridursi o eliminare del tutto il contributo che versa al figlio; al contrario, egli deve instaurare un giudizio davanti al giudice, volto ad ottenere la modifica delle condizioni di separazione o divorzio [2].

Infatti il solo raggiungimento della maggiore età del figlio o la sua acquisita autosufficienza economica non liberano, in automatico, il genitore onerato dal versargli il mantenimento; perché ciò avvenga è necessario un provvedimento del giudice [3].

 

L’assegno di mantenimento non è più dovuto qualora il figlio maggiorenne abbia iniziato con carattere di stabilità un’attività lavorativa conforme alla professionalità acquisita [4].

 

Quando si raggiunge l’indipendenza economica?

Secondo l’orientamento più recente, affinché venga meno l’obbligo dei genitori di mantenere il figlio, non è sufficiente che questi abbia trovato un impiego stabile, ma è addirittura necessario che tale impiego sia adeguato alle sue attitudini e aspirazioni. Pertanto, il figlio ha diritto a essere mantenuto dai genitori anche se ha rifiutato una sistemazione lavorativa non adeguata a quella cui sono rivolti la sua preparazione, le sue attitudini e i suoi effettivi interessi [5].

 

In alcuni casi, i giudici hanno ritenuto che non è sufficiente a esonerare il genitore dall’obbligo di mantenimento l’offerta di una qualsiasi occasione di lavoro eventualmente rifiutata dal figlio; solo il rifiuto – privo di una valida giustificazione - di una offerta del tutto idonea rispetto alle concrete e ragionevoli aspettative del giovane [6] esonera il genitore dall’obbligo di mantenimento.

 

Quanto all’onere della prova, spetta al genitore dimostrare, davanti al giudice, l’avvenuto raggiungimento dell’indipendenza economica del figlio, percependo un reddito corrispondente alla professionalità acquisita in relazione alle normali condizioni di mercato, oppure che egli si sottrae volontariamente allo svolgimento di un’attività lavorativa adeguata [7].

 

Se il figlio perde la propria indipendenza economica ha nuovamente diritto di essere mantenuto dai genitori?

Se il figlio ha trovato un impiego stabile che lo ha reso economicamente autosufficiente, ma poi lo perde, non risorge l’obbligo di mantenimento per i genitori; l’obbligo infatti si è estinto definitivamente con il raggiungimento dell’indipendenza economica del figlio [8].

 

Il figlio disoccupato non può quindi reclamare l’assegno di mantenimento; ma, se ne ricorrono i presupposti, può chiedere la corresponsione degli alimenti. L’obbligo alimentare è diverso da quello di mantenimento, in quanto può ricorrere in capo al genitore anche quando sia cessato il secondo. Occorre, però, che vi sia un vero stato di bisogno del figlio che obbliga i genitori a fornirgli quanto necessario per vivere.

 

L’obbligo di mantenimento cessa quando il figlio si sposa?

L’obbligo di mantenimento cessa quando il figlio maggiorenne contrae matrimonio e crea un nuovo nucleo familiare, salvo persista lo stato di bisogno e la necessità di mezzi di sostegno per vivere. In un caso recente, infatti, la Cassazione ha obbligato una coppia al mantenimento della loro figlia maggiorenne nonostante si fosse sposata, poiché sia lei che il neo marito erano ancora studenti, privi di autonomia economica e ancora conviventi con i genitori [9]. Naturalmente se uno degli sposi percepisce uno stipendio e ha deciso di sposarsi il genitore ha (avendo sempre l'onere della prova di fronte al giudice) la possibilità di non pagare più. Se non informato del cambiamento di Stato Civile del figlio, con annesso dolo per i più disparati motivi, il pagamento può decadere e il figlio mantenuto è tenuto a restituire il maltolto.

 

Chi è legittimato ad agire per ottenere l’assegno di mantenimento?

Nell’ipotesi in cui sussistano i presupposti per l’assegno di mantenimento, ma il genitore obbligato non vi provveda, possono agire in giudizio il figlio maggiorenne o l’altro genitore. In particolare, se il figlio non convive più con il genitore, è lui l’unico creditore dell’assegno, e quindi l’unico legittimato ad agire per ottenerlo [10].

Se, invece, il figlio non ha abbandonato la casa familiare e convive con il genitore affidatario, il quale continua a provvedere direttamente ed integralmente al suo mantenimento, sono ugualmente legittimati sia il figlio che il genitore [11]. Infatti, il genitore convivente resta legittimato ad ottenere dall’altro genitore anche l’assegno di mantenimento a proprio favore, a titolo di rimborso di quanto già anticipato per mantenere il figlio [12].

 

In ogni caso, il giudice può prevedere che il genitore onerato del mantenimento versi direttamente l’assegno al figlio e non all’ex che convive con questo.

 

Legenda---ecco le sentenze della Cassazione

 

[1] Cass. sent. n. 1506/1990 e n. 1353/1998.

[2] Cass.  sent. n. 13184 del 16.06.2011.

[3] Trib. Modena, sent. del 23.02.201.

[4] Trib Modena, sent. del 27 gennaio 2011.

[5] Cass. sent. n. 4765/2002.

[6] Cass. sent. n. 4616/1998.

[7]  Cass. sent. n. 14123/2011.

[8] Cass. sent. n. 19589/2011.

[9] Cass. sent. n. 1830 del 26 gennaio 2011.

[10] Trib. Trani,  sent. n. 440/2008.

[11] Cass. sent. n. 2934/1999.

[12] La legittimazione del genitore convivente con il figlio maggiorenne è quindi diversa dalla legittimazione del figlio di maggiore età. La prima è fondata sulla continuità dei doveri gravanti su uno dei genitori nella persistenza della situazione di convivenza, l’altra invece trova fondamento, nella titolarità del diritto al mantenimento.

 

 
 
 

La Scuola al Franco Parenti mio..

Post n°419 pubblicato il 05 Marzo 2015 da MANonTHEmoonMilano
 

Passi, improvvisamente, serate indimenticabili a teatro, senti l'emozione del pubblico ed hai a che fare con dei mostri sacri, ci pranzi insieme, ci parli, magari ci lavori anche così, all'improvviso.  Balzi dal sogno alla realtà in un attimo. Poi ti resta la malinconia di non poterci essere ogni sera su quel palco con quella gente la, ma capisci quanto sia bello solo averne fatto parte anche se solo per un interminabile attimo. "La Scuola", ieri sera al Pierlombardo "Teatro Franco Parenti", grazie all'amico Vittorio Ciorcalo (e fatti la doccia "Mattozzi "che qui andiamo tutti a zappare).

Grazie amico mio.

Alan

 
 
 

Quell'Estate del 1986

Post n°418 pubblicato il 03 Marzo 2015 da MANonTHEmoonMilano
 

Era l’Estate del 1986, la ricordo ancora con emozione e affetto. Fu l’unico viaggio, l’ultimo che feci con mio padre. Non avrei mai pensato che sei anni dopo lui sarebbe andato via per sempre.

Avevo 13 anni, ero poco più che un ragazzino, non sapevo quale sarebbe stata la strada da percorrere nella mia vita e cosa sarebbe accaduto. Anzi diciamoci la verità, vivevo quella leggerezza che mai più sarebbe tornata nella mia esistenza che è tipica di quell’alba di vita che avevo appena cominciato.

Le mie estati, lunghissime, calde, divertenti erano quelle tipiche di un bambino dell’epoca: interminabili partite a pallone a San Licandro, uscite serali, le mamme che ci chiamavano dal balcone per farci tornare a casa all’ora di pranzo e cena. Poche docce, sudate immani, energia allo stato pure, amicizie infinite e indimenticabili, sogni improbabili e impraticabili.

La scuola era finita, l’anno dopo si sarebbe fatta la terza media, anno dunque di esami. E quella Estate spensierata era l’apice di una fanciullezza che si stava tramutando in adolescenza incontrovertibile che avrebbe traghettato il mio piccolo sarcofago pieno di vita verso l’età adulta e tutte le sue difficoltà.

Il San Luigi era la mia casa, l’Istituto Salesiano che ora è stato cancellato da Messina ma non dai ricordi di chi come me c’è stato, la strada e la canicola messinese d’Estate con le sue notti infinite e luminose il luogo in cui rifugiarsi e vivere le meravigliose energie che avevamo, inesauribili, dentro.

Quell’Estate però era diversa.

Qualche settimana prima del suo inizio era accaduta una cosa speciale: l’Acr Messina era stato promosso in serie B. In città si viveva l’entusiasmo per una promozione attesa e si sognava ad occhi aperti.

Era il Messina imbattibile al Celeste di Franco Scoglio (4 anni di imbattibilità): un catino inespugnabile, sempre con almeno 20.000 spettatori in serie C, con partite e campioni memorabili.

Nei campetti dove giocavamo volevamo emulare Franco Caccia, Beppe Catalano e Totò Schillaci, idoli ineguagliabili di quell’epoca.

Mio padre ed io andavamo sempre allo Stadio a vedere l’ACR, andavamo almeno due ore prima della partita. Eravamo sempre in Tribuna, sulla destra vedevo la Curva Sud che cantava e urlava a squarciagola, sempre imbandierata e festante.

Quell’ultimo campionato di C, un vero inferno con avversarie tutte aspre, forti e rognose, si concluse con una indimenticabile partita con il Cosenza al Celeste vinta per 3-2: me lo ricordo ancora, andammo allo stadio 5 ore prima con bandiere, trombe, e vedere 30.000 spettatori (ben oltre la capienza) era uno spettacolo ineguagliabile.

Venticinquemila bandiere, un tifo assordante e la promozione in B resero quel giorno indelebile nella mia memoria.

Allo stadio c’era con me sempre mio padre: io e lui avevamo un rapporto speciale. Il calcio era la nostra passione, lui era un ex giocatore di serie A anche se poi, follemente, decise di lasciarla nel pieno per fare un complesso musicale.

Un pazzo, dal quale ho ereditato il genio e la follia, oltre una grande inventiva e la capacità innata di risolvere i guai in maniera incredibile, scegliendo strade che per altri erano impercorribili.

Insomma mio papà era la divinità irraggiungibile, da grande avrei voluto essere come lui: ottimo padre di famiglia, sempre presente e serio, oltre che in grado di badare a tutti.

Solo io e mio padre in quello stadio, e sempre a seguire il Messina. L’altra parte della mia famiglia non era interessata al calcio. Quello era dunque il nostro momento speciale e unico.

L’Estate del 1986 mi regalò la sorpresa più bella. Il primo viaggio io e mio padre da soli.

La meta era Città della Pieve, in Umbria, sede del ritiro del Messina.

Mi  sembrava un sogno: avrei dormito nello stesso albergo dei miei stessi eroi, li avrei visti da vicino, li avrei potuti toccare con mano.

Uscire dalla Sicilia, per andare in Umbria era un vero viaggio epico per quel bambino che era.

Mi ricordo ancora quelle giornate come fossero ieri. Partimmo in quattro, con altre due persone del rione dove abitavo, che però erano indipendenti e le vidi solo il giorno dell’arrivo e della partenza.

Mio padre, Carlo, era amico intimo di Scoglio e della sua famiglia, infatti l’ex tecnico di Messina e Genoa aveva la casa arredata da noi. Quindi quando arrivammo in Umbria ci furono grandi feste al loro incontro. Scoglio si fidava molto dei giudizi tecnici di mio padre e se lo portava a seguire gli allenamenti dei giallorossi.

E  li che conobbi Pierantonio Bosaglia, che quell’anno veniva da Como per difendere i pali della mia squadra del cuore. Ero un bambino e mi ricordo sempre della sua enorme umanità.

E’ incredibile come la vita sia piena di sorprese: adesso, e  sono passati quasi 30 anni, di quel Bosaglia che ho conosciuto da bambino, sono diventato molto amico a Milano. Condividiamo spesso eventi dei Bindun e grandi mangiate insieme. Oltretutto io sono la sua memoria storica. Una stupenda persona che per me è un onore conoscere.

In quel ritiro ho conosciuto anche Maurizio Scarsella, pochi lo ricordano, giocò solo una partita a fine stagione chiuso com’era dal grande Beppe Catalano. Ora Maurizio non c’è più, morto di Aids qualche anno fa: non era forse un professionista integerrimo, ma era un uomo libero, viandante della vita. Legò molto con mio padre.

Tutto però era un momento spensierato, dicevo sopra, della mia infanzia. In quei giorni mi ricordo tantissimi aneddoti.

Scoglio, che era un vero pazzo, requisì mio padre per andare a vedere il Campobasso a Marina di Pietrasanta, ma la partita NON ESISTEVA. Tornammo a Lucca, dove il Professore aveva casa, e in autostrada si dimenticò di pagare il pedaggio e tornò a piedi al casello per pagarlo.

Tobia, figlio del grande mister, era mio coetaneo e passavamo sempre il tempo insieme. Una sera, sempre a Città della Pieve, io, mio padre e Tobia mangiammo una pizza in un bellissimo locale tipico del posto. C’erano dei musicisti che erano la per fare un concerto. Mio padre che conosceva sei lingue fece amicizia con costoro: si scatenò un concerto all’interno della trattoria, con “Ciuri Ciuri” e altre canzoni cantate con questi artisti. Durò due ore, una serata indimenticabile: ammirai quell’uomo che era mio padre, capace dal nulla di creare un sogno e una emozione. Si avvicinò un tipo in cannottiera e chiese a mio padre se fosse un emigrante come lui.  Forse fu quello il momento, ma lo compresi dopo, che amai l’idea di essere anche io un artista. I padroni furono, mi ricordo, così entusiasti che decisero di offrirci ogni sera la cena.

 

Di quei giorni indimenticabili mi ricordo l’amichevole del Messina a Moiano, 8-0 il finale. Le sfide a carte e cantando dei giocatori la sera in albergo, Bellopede con la sigaretta di nascosto, la tristezza di Schillaci che era infortunato e non poteva giocare, Mancuso (lui si) davvero maleducato e i casinisti Rossi e Napoli tuffarsi nella piscina dell’Hotel Barzanti (il cui proprietario soleva correre nudo all’alba nel campo di calcio).

Era il primo e ultimo viaggio con mio padre. La canzone degli Scotch,  “Stasera la luna ci porterà fortuna”, tormento alla radio, era la colonna sonora di quella emozione.

Dopo quel giorno il tempo passò, la mia famiglia iniziò a disgregarsi per colpa della chiusura della nostra fabbrica di Mobili e poi del Negozio, Hogares, che avevamo in centro a Messina.

Non avemmo più i soldi per un viaggio simile, vedevo mio padre sempre più preoccupato ma sempre attento a me e mio fratello,” i suoi gioielli amava ripetere lui”.

Quella esperienza fu la prima e l’ultima con mio papà che se ne è andato in un’altra calda estate, quella del 1992 che fu concomitante con la retrocessione a Modena del Messina in serie C1: come se un cerchio si fosse chiuso all’improvviso.

Era l’ultima canicola della fanciullezza, le cose sarebbero dunque cambiate. A distanza di anni non la dimenticherò mai, penso fino alla fine dei miei giorni.

Non so se mio padre sia orgoglioso di me e di quel che ho fatto, non posso dirlo ma lo spero. Lui rimarrà sempre la mia guida e la mia lampadina nelle difficoltà.

Ma una cosa la so, quei colori e odori, quel percorso in auto, quella gente e quelle serate, quegli abbracci dopo una rete del Messina, anche se ora sono distante migliaia di chilometri da la, rimarranno scolpiti nella mia anima.

Ciao Papà.

 

Alan

 
 
 
 
 

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Un blog di: MANonTHEmoonMilano
Data di creazione: 30/12/2009
 
 

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