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Messaggi di Gennaio 2019

Toh, chi si rivede, la manovra del cambiamento

Post n°525 pubblicato il 18 Gennaio 2019 da MANonTHEmoonMilano
 
Tag: rdc

Toh, chi si rivede, la manovra del cambiamentoSono passati quasi quattro mesi dal giorno in cui Di Maio e i ministri Cinque Stelle si affacciarono dal balcone di Palazzo Chigi per festeggiare il 2,4% di deficit, i 9 miliardi per il reddito di cittadinanza, i 7 miliardi per Quota 100, una crescita stimata all’1,5% e il consenso siderale di un Paese che sembrava aver di fronte gente che manteneva le promesse, pure quelle che sembravano quasi irrealizzabili.

A distanza di quattro mesi quelle immagini sembrano lontane anni luce. Il deficit, dopo un tira e molla infinito, è sceso dal 2,4% al 2%, di fronte alla minaccia di procedure d’infrazione europee. Le prospettive di crescita si sono infrante sul muro dei dati, che parlano di un Paese fermo, sull’orlo della recessione. Lo spread, come aveva ahilui promesso il ministro-martire Giovanni Tria si è mangiato buona parte dell’extra deficit del governo. Del reddito e di Quota 100 invece si sono perse le tracce, erose giorno dopo giorno dai passi indietro del governo, dai dubbi della ragioneria di Stato, dalla necessità di ritardarne la partenza, per risparmiare qualche euro sul bilancio 2019.

E invece no, rieccole: oggi, al più tardi domani dovrebbe essere il gran giorno dell’approvazione in Consiglio dei Ministri delle due misure bandiera di Lega e Cinque Stelle,l’abbattimento della Legge Fornero e il sussidio universale al reddito che avrebbe abolito la povertà. Ecco: se quattro mesi fa eravate rimasti a queste definizioni, forse vi conviene sedervi. Perché quel che oggi sarà approvato dal Conte e colleghi di quegli annunci mantiene giusto il nome, per una questione di marketing. Il contenuto, invece, è piuttosto diverso.

Partiamo da Quota 100, che alla Legge Fornero fa il solletico, e nemmeno troppo. Primo: è una finestra di tre anni, e nulla più: dal 2019 e fino al 2021. Dal 2022, a quanto si dice, l’obiettivo sarà Quota 41 (anni di contributi). Ma sono solo voci. Secondo: costa 4,7 miliardi - compreso il rinnovo dell’Ape sociale opzione donna - anziché i 7 previsti nelle prime bozze di manovra, che dovevano essere 13 il primo anno (e 20 a regime) se si fossero seguiti alla lettera i programmi elettorali. Terzo: Quota 100 vuol dire 62 anni di età e 38 di contributi e non è, come si pensava nei giorni del voto, una somma componibile a piacimento. Quarto: se si va in pensione con Quota 100 ci sono penalizzazioni, anche piuttosto pesantiÈ logica, del resto: se vai in pensione prima, paghi meno contributi e ricevi meno stipendi. Strano che in campagna elettorale non l’abbia ricordato nessuno.

Anche sul reddito di cittadinanza, la china è quella: doveva essere la bomba atomica dei conti pubblici italiani, il sussidio per gli sdraiati sul divano, il grande furto dei lavoratori del Nord in favore dei disoccupati del Sud. Si è rivelato il classico brodino all’italiana, con le clausole scritte in piccolo, in fondo al contratto, come quanto si compra una vacanza a rate. Anche in questo caso, partiamo dalle cifre: dovevano essere 11 miliardi di euro, sono scesi a 9 e sono arrivati a poco meno di 5, nei quali rientra anche il miliardo da spendere per rivitalizzare i centri per l’impiego che avrebbero dovuto costituire l’architrave delle politiche attive per il lavoro. Meno soldi può voler dire tante cose: una platea più ristretta, inizialmente era stimata in 6,5 milioni di persone, un assegno più misero rispetto ai 780 euro promessi, criteri più stringenti per accedere al programma. Nel caso del reddito di cittadinanza di Di Maio - che nemmeno è un reddito di cittadinanza, ma un reddito minimo garantito: battaglia persa, ci arrendiamo - vuol dire tutte e tre le cose. Ed è questo, soprattutto, il motivo dei continui rinvii.

La cosa buffa, da domani, sarà vedere le reazioni degli italiani. Di fronte hanno due provvedimenti che degli originali mantengono solo il nome. E che, nei fatti, non cambieranno la vita né dei disoccupati, né dei pensionati, non più di quanto farà (in negativo) il rallentamento dell’economia. Andrà tutto bene così, ai nostri? Basterà loro sapere che nella forma i patti sono stati rispettati? Si accontenteranno di sapere che gli sbarchi si sono fermati e che Morales e Bolsonaro ci hanno regalato un Cesare Battisti nuovo di zecca su cui sfogare i nostri cinque minuti d’odio quotidiani? Oppure apriranno gli occhi? Si accettano scommesse.

 
 
 

Mv5stelle e Lega..il vostro difetto è...

Post n°524 pubblicato il 16 Gennaio 2019 da MANonTHEmoonMilano
 

Cialtroni. 
Il vostro difetto non è l’incapacità, ma l’arroganza. 
La vostra colpa non è di non aver idea di come si governi un Paese, ma quello di credere di saperlo fare e di aver fatto credere di saperlo fare.
Vi siete smentiti su tutto. Avete dimostrato un’incompetenza abissale, tipica di chi crede di poter parlare di immunologia avendo studiato su Facebook, di politiche del lavoro avendo fatto lo steward al San Paolo o di riforma dello sport avendo fatto l’istruttore in una palestra della Virgin (gli esempi si riferiscono a fatti e persone realmente esistiti!).
Decine di piroette da circo non vi risparmiano il fatto di esservi dimostrati più trasformisti dei peggiori trasformisti.
Avete fatto retromarcia su Euro, Europa, salvataggi delle banche, streaming, impeachment, Tap, Tav, Ilva, chiusure domenicali, alleanze di governo, voti di fiducia, Nato, Ius soli, accise, condoni, trivellazioni, F35 e chissà quante altre cose. Sono talmente tante che non riesco a ricordare!
Siete il peggior governo della storia di questo Paese e siete riusciti a raggiungere questo traguardo in poco più di sei mesi. Nonostante questo non accettate l’evidenza di essere inadeguati.
Sarete spazzati via dalla storia, questo è certo. 
Ma prima farete dei danni. Tanti. 
Lascerete morti e feriti sul campo (e in mare) e ci vorrà del tempo prima di poter calcolare per bene il disastro creato e il deserto intellettuale e morale che avrete generato. 
Sì, perché oltre ai danni all’economia, al mondo del lavoro, alla salute (proprio quella fisica) del Paese, alla capacità di aver ridato polmoni a odio, rabbia, razzismo, fascismo ci saranno anche danni che non si potranno quantificare con la calcolatrice, quelli che farete agli esseri umani. Non mi riferisco (solo) agli stranieri con la cui vita giocate, tenendoli in mezzo al mare in un modo disumano o ai clochard a cui vi bullate di buttare le coperte in un cassonetto, ma al cervello e all’umanità di tanto nostri connazionali, specialmente quelli più giovani. State insegnando ai ragazzi, ai nostri giovani, che studiare non serve a niente, state seminando incompetenza, bullismo, arroganza, sfregio delle istituzioni di qualunque genere. 
Siete riusciti a sbeffeggiare lo Stato, la Chiesa, il Presidente della Repubblica, il Papa. 
Avete sventolato il Vangelo e il Rosario usandoli come quei fondamentalisti dai quali ci dite di volerci difendere. Un po’ come offrire un bicchiere di acqua zuccherata dentro a cui c’è una pillola di veleno. È perfino peggio dell’essere crudeli e basta: significa essere crudeli con metodo, con premeditazione. Quelle persone in difficoltà (di nuovo parlo dei nostri concittadini non degli immigrati) che avete strumentalmente usato per raggiungere il vostro scopo, sono la vostra spada di Damocle e saranno proprio loro a travolgervi e a spazzarvi via. Proprio quelle persone che hanno paura, che fanno fatica davvero (mentre la madre della vice Presidente del Senato ricorre al Tar, perdendo, alla richiesta di lasciare una casa popolare). Proprio perché avete giocato con la loro paura e rabbia. 
Nel frattempo continuate pure ad attaccare quella che voi chiamate élite. 
Per dire, avete schedato gli uomini di scienza. Sono operazioni che se aveste studiato un po’ di storia, vi farebbero venire in mente qualcosa di già visto.
Sicuramente, ai più anziani, qualcosa viene in mente di sicuro: ne hanno già viste di persone come voi. 
Peggio di voi, forse, no. Non credo sia possibile, ma di gentaglia arrogante e inadeguata ne è già passata tanta e alla fine, ineluttabilmente, è stata spazzata via. Non passerà giorno, in questo 2019, in cui io e tanti altri faremo tutto il possibile per accelerare il fatto che voi diventiate un orribile ricordo. Qualcosa di talmente spregevole da non poter dimenticare, in modo da diventare uno di quei vaccini, ai quale (infatti) non credete.
Voi e i vostri eroi, bulletti di periferia, che buttano nei cassonetti le coperte ai senzatetto, che sfilano urlando slogan razzisti, che metteranno in tasca il reddito di cittadinanza (se mai almeno questo lo farete) continuando a lavorare regolarmente in nero, che condoneranno un’evasione fiscale o una casa fuorilegge a Ischia. 
Un po’ come quei sciacalli che ridevano alla notizia del terremoto. Ricordate? Un po’ come quegli artigiani che: “Finalmente al governo qualcuno di onesto! Dottore, facciamo 120 euro con la fattura o 100 cash e non ci pensiamo più?”
Già, “l’onestà tornerà di moda” dicevate, insegnando al Paese la disonestà. 
Siete macellai che si fingono chef di ristoranti vegani. 
Vi ha presi a schiaffi istituzionali il Presidente Mattarella, nel suo discorso al Paese, vi prenderà a schiaffi il Paese, democraticamente, ci mancherebbe. 
Perché questo è il Paese di Dante Alighieri, di Leonardo, di Michelangelo, di Giotto, di San Francesco, di De Gasperi, di Einaudi, di Togliatti, di Berlinguer, di Pertini e guardate cosa arrivo a dire, cari cialtroni, persino di Almirante. 
Questo è il Paese di Venezia, di Firenze, di Siena, di Roma, di Napoli, di Palermo, di Torino. Dell’arte, della cultura, della scienza, della tecnologia, della biodiversità. Ma come è possibile che tutto questo sia finito nelle vostre mani sciagurate? Non solo qualcuno lo ha permesso, creando un vuoto riempito dal vostro livore e dalla vostra arroganza, ma c’è anche chi ha preferito stare a guardare. 
“Odio gli indifferenti”, diceva Antonio Gramsci e io non sopporto più né voi né tutti quelli che vi stanno a guardare, senza fare o dire niente. 
Siete la sciagura di questo Paese, che grazie al cielo, è talmente grande, pieno di intelligenza e di bellezza che vi spazzerà via e vi condannerà a dover rappresentare per sempre l’esempio perfetto dell’incompetenza assoluta, del vuoto morale e culturale. 
Io non vado via. 
Resto qui a presidiare il territorio e a fare quello che posso per restituirlo, ripulito da questa immondizia, a chi verrà dopo grazie a una doppia operazione: un Risorgimento, che ci restituisca un’unità nazionale vera, (niente a che fare con quello che fate finta di raccontare) e un Rinascimento, di bellezza, di cultura, di ambizioni, di sogni. 
Io non vado via. Resto qui, perché il mio Paese lo rivoglio indietro. 
E quando infilare un messaggio di odio fra un paio di foto di gattini o del piatto della cena non funzionerà più, questo Paese ritornerà ad essere il più bello del mondo. 
Sì, perché questo crimine è proprio imperdonabile: avete imbruttito il Paese più bello del mondo. Siete vandali che hanno disegnato i baffi sulla tela della Gioconda, avete abbattuto con le vostre ruspe il Colosseo e la Torre di Pisa, avete imbrattato con lo spray e con una frase volgare e sgrammaticata il marmo della Valle dei Templi. 
Ricostruiremo, ripuliremo e ricorderemo. 
Perché siete un pericolosissimo niente, ma non ci sarà nessuna damnatio memoriae per voi. 
La vostra maledizione sarà nell’essere ricordati, per sempre. 
Come i peggiori.

Senza nessun affetto, 
Alan Panassiti
turista della democrazia

PS: Il testo è un po’ lungo forse vi siete fermati alla prima riga. Beh, per voi è sufficiente. 
Bacioni.

 
 
 

Disposofobia: cos'è?

Post n°523 pubblicato il 06 Gennaio 2019 da MANonTHEmoonMilano
 

Questa lettera è di Giovanni Armando Costa, Milano

“Ho iniziato ad occuparmi per caso di disposofobia. Come tecnico della prevenzione (servizio igiene pubblica, Ats, città metropolitana di Milano) ho approfondito l’argomento sul campo accertando esposti e ricevendo segnalazioni, ispezionando abitazioni e raccogliendo informazioni da cittadini ed enti. Ho parlato con persone che soffrono di una patologia psichiatrica che li costringe a trattenere in casa ogni sorta di oggetti, senza possibilità di buttare via niente, perché tutto serve.
Persone la cui attività quotidiana diventa quella di accaparrare in giro oggetti da accumulare nelle proprie abitazioni rendendole simili a magazzini".

"Soggetti in grado di riempire completamente la casa di vestiti e scarpe, scatole e sacchetti fino a che diventa difficile aprire porte e finestre. Ho conosciuto accumulatori seriali abituati a conservare in casa residui di cibo che attirano insetti e ne agevolano la moltiplicazione. Gente sepolta viva. Case che non ricevono più i raggi del sole perché ostacolati da tapparelle che non vengono mai sollevate. Uomini e donne rimasti soli anche perché parenti e amici sono stati allontanati da un comportamento pazzesco e da una casa inabitabile".

"Osservando come nella città dalle tante occasioni c’è gente che si rinchiude in una casa da incubo, il mio stupore si è trasformato in desiderio di comprendere. Ho imparato a vedere, dietro questa patologia, esseri umani straordinari. Come Sergio, ingegnere in pensione, senza moglie né figli, con un solido reddito, che vive nel suo appartamento magazzino da quando è morta la mamma, unica donna che lo amava e di cui si prendeva cura".

"Casa disastro quella di Anna, professoressa in pensione dopo anni passati a insegnare nei licei; un cuore grande, al servizio degli studenti, naufragato nello stesso momento in cui l’unico figlio ha perso la vita per un malore in piscina durante l’attività sportiva. Come Rosa e Maria entrambe separate e divorziate e prima bastonate dai mariti e poi abbandonate dai figli che in casa non avevano più nemmeno un letto per dormire perché tutto era invaso da oggetti che impedivano la normale vita quotidiana".

"Custodisco e porto a casa con me frasi che ascolto durante i sopralluoghi nelle loro case. ‘I miei genitori sono mancati a distanza di poco tempo l’uno dall’altra ed io mi sono ritrovata sola e disperata in questa casa. Casa… una volta era una casa, adesso è un magazzino’. ‘Ha figli lei? Insegni loro a prendersi cura della casa, a me non l’hanno insegnato, il mio compito era quello di studiare’. ‘Mio marito mi trattava come una serva, poi è andato a vivere con un’altra’. ‘Mia figlia non vuole più stare con me, si trova meglio in comunità’. ‘Io lavoro, io faccio, io mi stanco per mettere a posto’".

"A favore di queste persone cerco di rendere più efficaci gli interventi sul territorio attraverso il dialogo tra enti, associazioni e cittadini e cercando il supporto quando possibile. Tutto con amore. Un amore per il prossimo, per i più deboli, per gli invisibili. Un amore forse non troppo moderno ma che ha orecchie per ascoltare".

 
 
 
 
 

INFO


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