Creato da guarneri.cirami il 18/07/2009
 

Racconti&altro

Le storie di Alberto Guarneri Cirami: i suoi romanzi, i suoi racconti e il suo teatro.

 

 

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I Racconti di Guarneri Cirami: Lettera ad un Amore Proibito

Post n°1002 pubblicato il 07 Agosto 2012 da guarneri.cirami
 

Unica è la mia colomba, la mia perfetta. (Ct 6, 9). 
Con le ali dell'amore sono volato sopra quei muri: confini di pietra non sanno escludere l'amore, e quel che amore non può fare, amore osa. (W.Shakespeare)

 

Tu, amore mio segreto, abiti al di là di tutti i muri che esistono sulla terra e che, in questa vita, mi separano da te. Non c’è speranza per il mio folle sentimento: tu sei come una nuvola cangiante, dalle multiformi seducenti sembianze, che il vento del Monte Nebo1, in questa stagione calda e profumata, sospinge lontano da me…Appartieni infatti all’avventurosa esperienza del tuo popolo nomade e ribelle; mentre io vivo sommerso dai sensi di colpa verso il sangue amato, legato mani e piedi da vincoli di dovere e di rispetto verso la mia “beth’ab”2. Anche la religione dei padri condanna il mio amore per te. Ma come può un amore che ha risvegliato la mia anima, portato in alto la mia mente e reso più generoso il mio cuore essere colpevole..? Sono disperato e, solo in parte, mi consolano la eco delle tue canzoni, che la ruah3 porta da questa parte della città; così come i racconti dei viaggiatori che ti hanno visto danzare, laggiù nel deserto vicino a Gerico4, accanto ai fuochi delle carovane. Ma danzerai mai per me, tenero fiore della notte, profumando di te il pudore del silenzio..? Così l’altra sera tentai di arrampicarmi sino in cima: volevo prendere le tue mani e portarle alla bocca e poi al mio cuore, per sentire la musica delle tue dita, come il vento di Tiberiade5, sulle labbra arse e sul viso triste. Ma ho solo rischiato di essere ucciso dalla mia stessa gente. Oh, non vorrei mai che accadesse qualcosa a te mio tesoro prezioso, mia amica. Preferisco, piuttosto “morire” di malinconia, immaginando, solo immaginando, la grazia, l’eleganza del tuo incedere, coi neri capelli annodati sulla nuca, come alla festa della “Pace in Palestina” – ricordi..? -, quando mi innamorai di te…Non è forse immaginando ancora i tuoi occhi dolci e ridenti, che ora ti sto scrivendo, principessa d’una città proibita al mio cuore..?
Stati e generazioni sono gli artefici di queste mura altissime che mi opprimono e mi sgomentano. Sono stato così al Muro del Pianto ed ho messo un biglietto in una delle tante fessure del muro. Ho chiesto al Dio dell’Amore di donarmi le ali d’un angelo per volare, stanotte, più in alto di quelle mura. Solo per una volta, solo per rivederti un’ultima volta ancora. Così, nel sonno, potresti udire la mia voce che ti chiama dal giardino, mia colomba “unica, perfetta”, “mia gazzella dorata”, e scendere a danzare soltanto per me… Cosicché, domani, prima dell’aurora, citando Shakespeare, io possa rassicurare gli increduli, i delusi, i pessimisti che i “…confini di pietra non sanno escludere l'amore, e quel che amore non può fare, amore osa”.

 

 

 


 

 
 
 
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