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Le storie di Alberto Guarneri Cirami: i suoi romanzi, i suoi racconti e il suo teatro.

 

 

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Canzoni della nostra storia: La storia della Canzone del Sole

Post n°346 pubblicato il 14 Marzo 2010 da guarneri.cirami
 

La canzone del sole ]

La canzone, di cui rimane impresso in particolar modo l'incipit (Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi le tue calzette rosse) e l'inciso (Oh mare nero, oh mare nero, oh mare ne...), è servita e serve tuttora come base per i neofiti che si avvicinano per la prima volta alla chitarra. Esistono versioni del brano in inglese (The sun song, inclusa nell'album destinato al mercato anglosassone Images, che tuttavia non riscosse alcuna fortuna) e in spagnolo (La canción del sol, inclusa nell'album Emociones).

Nel giugno 2008, in occasione di un dibattito tenutosi a Teramo nell'ambito dell'annuale tributo ad Ivan Graziani, Mogol ricordò di aver trascorso da bambino diverse vacanze estive a Silvi Marina (TE) e di essersi ispirato proprio a quelle spiagge ed a quelle prime emozioni nello scrivere il testo de La canzone del sole[1].

La canzone del sole nacque a Silvi
di Emanuela Michini

Mogol a Teramo rivela: «Mi ispirò la spiaggia dove passavo le estati da bambino.

Chi almeno una volta nella sua vita non ha cantato a squarciagola «La canzone del sole», del duo Lucio Battisti-Mogol? E? una canzone immancabile nel repertorio del chitarrista da spiaggia, amata anche dal suonatore non provetto perché semplicissima negli accordi (la maggiore, mi maggiore, re maggiore, mi maggiore). Ora, sapere che la canzone più popolare della musica leggera italiana è nata in Abruzzo, sulle spiagge di Silvi Marina, fa un certo effetto.
E? stato proprio l?autore del testo, Giulio Rapetti Mogol, a rivelarlo venerdì scorso a Teramo, ospite di un incontro organizzato dall?associazione frazione Nepezzano nel giorno del raduno del fan club di Ivan Graziani per il tributo all?artista.
Prima del convegno che si interrogava sul ruolo che oggi il cantautore riveste nella comunicazione sociale (a cui hanno partecipato Dario Salvatori, Ernesto Bassignano, Andrea Ledda e Anna Bischi Graziani, moglie del cantautore teramano scomparso il giorno di Capodanno del 1997) il grande autore ha raccontato molto di sé, ricordando come da piccolo era solito trascorrere le vacanze estive con la famiglia a Silvi Marina, e come il testo della hit «La canzone del sole» fosse stato ispirato proprio dai ricordi di allora, in quei luoghi. E a proposito della sua carriera artistica, Mogol, ha dichiarato di aver fatto solo la cronaca del suo tempo «attaccato alla vita come una zecca. Sono un uomo senza fantasia», ha poi aggiunto, «ho scritto solo della mia vita».
Insieme ad Anna Bischi Graziani ha poi ricordato l?artista scomparso: «Ivan è stato un uomo di grande passione, inconfondibile nello stile ed estremamente coerente con il suo modo di essere».
Anche Dario Salvatori, critico musicale, ed Ernesto Bassignano, cantautore e conduttore della trasmissione «Ho perso il trend» in onda su Radiouno, hanno parlato in modo entusiastico di Ivan.
«Un artista di successo ma fuori dal coro», ha dichiarato Salvatori, «anticonformista nella vita come nell?approccio alla professione».
 Bassignano, invece, ha sottolineato come «Ivan non amasse essere chiamato cantautore, ma si definisse soprattutto musicista, un musicista che canta».
Il successivo dibattito sull?attuale ruolo dell?autore, e più in generale della musica leggera italiana - moderato dal pescarese Germano D?Aurelio, più noto come ?Nduccio - ha dipinto un quadro desolante.
Colpa della televisione e della voglia di protagonismo: «Si assiste oggi al festival dei dilettanti e dei raccomandati, non c?è più rispetto per la musica», è stato il letimotiv di un po? tutti gli intervenuti.
«C?è un livellamento generale perché tutti sono artisti, tutti sono protagonisti, a scapito della qualità e del merito. E là dove c?è talento, non ci sono chance, perché manca il potere di agire; i pareri tecnici non vengono mai ascoltati e vincono i numeri, vince l?audience».
Anche la politica ha la sua grossa fetta di responsabilità, secondo i relatori: «Non ha fatto nulla negli ultimi trent?anni, non investe più nella cultura. La musica dunque è finita: questa è la situazione odierna». «Ma d?altra parte», ha sottolineato Ernesto Bassignano, «una diagnosi corretta è il primo passo verso la guarigione. Il segreto è quello di ritornare a coltivare il sacro fuoco dentro».
«Questo è un momento di grande difficoltà per i giovani», ha concluso Mogol, «l?unica possibilità è tornare a vivere la propria passione in modo smisurato, senza ricercare la celebrità ad ogni costo. Suonare nelle cantine, portare la musica in giro, studiare a lungo, perché il talento, che è in ciascuno di noi, emerge solo a costo di grandi sacrifici».
La giornata dedicata a Ivan Graziani da Teramo si è poi spostata a Nepezzano con il concerto tributo al musicista di «Pigro».
Sul palco sono saliti Filippo Graziani, figlio dell?artista, Nicoletta Dale, Italo Ferrante con i Dr. Jekill & Mr. Hyde e Ivan Garage.
Anna Graziani, infine, ha dato appuntamento al 29 e 30 agosto a Teramo, in piazza Martiri, per il «Pigro show 2008». (dal giornale telematico "Il Centro"

 
 
 
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