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Alcatraz

INCUBO ITALIANO

 

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I cibi finti dominano il mercato mondiale. Tra cui anche quello Italiano.

Post n°316 pubblicato il 18 Ottobre 2012 da arte1245
 

Uno dei business più grossi che fruttano svariati miliardi di euro ogni anno è il mercato del falso.
Dai prodotti di moda, agli accessori all’abbigliamento, al Parmigiano e le bottiglie di olio d’oliva.
Due prodotti alimentari italiani su tre in commercio oltre confine sono falsi.
Ci troviamo nel paradosso del Made in Italy che non ha nulla a che fare con l’Italy.
E, letti i dati, possiamo tranquillamente confermare, che solo il cibo italiano falso, muove un giro d’affari che solo nell’ultimo anno ha mosso qualcosa

come 50 miliardi di euro.
Gli alimenti che si trovano all’estero sono spesso “Italian sounding” ma non “Italian tasting”.
Ovvero, sulle tavole degli appassionati stranieri non arriva il vero prodotto italiano e, ciò lo dobbiamo principalmente alla Cina.
in breve, se dal punto di vista del gusto la tradizione e il passato rendono bene, tutto ciò è vanificato quando la tradizione si trasforma in scarsa capacità

di innovazione dal punto di vista delle strategie di marketing.
E’ storia nota: noi saremo anche più bravi, ma gli altri vendono meglio.
Insomma le aziende falso-italiane puntano molto di più sull’italianità di quanto non facciano quelle che italiane lo sono veramente.


Prima di chiudere,

c’è ancora un ultimo aspetto da considerare in questa disamina impietosa del Made in Italy alimentare,

in altre parole i prodotti alimentari stranieri

che arrivano e spopolano da noi, soppiantando spesso la produzione locale.
Non mi riferisco ai cibi etnici che, ma piuttosto ai falsi cibi italiani che si ritrovano persino sugli scaffali dei nostri supermercati.
Non solo cibo fresco (frutta, verdura o frutti di mare) ma,  anche cibi confezionati,

che dietro uno slogan o l’etichetta italiana nascondono origini ignote.
In Italia esiste una normativa sull’etichetta che deve indicare l’origine,

ma a quanto pare, come tante altre cose,

è piuttosto facile aggirarla e raggirarci.
E’ proprio il caso di dire:
“Viva il Made in Italy,

un business fallito”.

 

 
 
 
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