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Case chiuse. Prostitute di strade. E, la legge Merlin [IL VIDEO]

Post n°437 pubblicato il 27 Luglio 2013 da arte1245
 
Foto di arte1245

Si parla sempre più spesso di cacciare le prostitute
dalle strade e di rivedere la legge Merlin,
che dispose la chiusura
delle case chiuse.
Ricordiamo cosa erano queste 'case chiuse'.
Il nome deriva dalle finestre chiuse,
con le tapparelle abbassate,
soprattutto per la 'privacy'
per i frequentatori.
Le prostitute erano schedate.
Due volte alla settimana le 'signorine'
venivano visitate da un medico e tutte le sere
ricevevano la visita di agenti in borghese per
accertarsi che tutto fosse in ordine.
Lo Stato aveva un interesse economico, incassava
le tasse di concessione della licenza
e le imposte sui ricavi. Le prostitute
erano costrette a lavorare 'a cottimo',
più lavoravano e più guadagnavano.
Una prestazione semplice faceva guadagnare
una 'marchetta' ed ogni prostituta faceva 30-40
marchette al giorno.
Per evitare che la frequenza degli incontri facesse
nascere dei sentimenti fra cliente e prostituta,
le ragazze venivano cambiate ogni 15 giorni.
Il gruppo di 'signorine' di turno
costituiva la 'quindicina',
che contraddistingueva l'alto livello della casa.
Nelle case di lusso la permanenza di una prostituta
oltre la quindicina era dovuta al grande successo ottenuto
presso i clienti.
Le case disponevano di un salone in cui si potevano
ammirare e scegliere le ragazze. La tradizione voleva che
al compimento dei 18 anni
i ragazzi fossero portati per la prima volta in queste case
per conoscere le gioie del sesso, a volte,
se accompagnati da adulti,
venivano accettati anche prima.
Nel 1948 fu vietata la concessione di nuove licenze,
ma il provvedimento di chiusura, la legge Merlin,
fu approvato solo nel 1958 dopo diverse resistenze.
La legge fu approvata
a scrutinio segreto con 385 si e 115 no
il 29 gennaio del 1958.
Sette mesi dopo
non c'erano più casini
in Italia...
Almeno
in quel
senso.

 

 

Donne e bambini innocenti,
schiavitù sessuale.
Le mafie nel mondo


 
 
 
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