AlchimiaAspetti Filosofici e Psicologici dell'Arte |
LIBRI
I Filosofi del fuoco
per una epistemolgia debole dell'alchimia
edizioni Mimesis
Se l’Alchimia è un sapere, che tipo di sapere è? Può essere ricondotto a schemi logico-razionali o necessita di un’apertura a significati e visioni non comuni? Perché l’Alchimia è così misteriosa? E perché molti hanno la sensazione di smarrirsi nell’affrontare il linguaggio alchemico? Infine, in un mondo ipertecnologico e iperscientifico l’Alchimia ha ancora un senso?
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Il mio nuovo libro: I filosofi del Fuoco
Se l’Alchimia è un sapere, che tipo di sapere è? Può essere ricondotto a schemi logico-razionali o necessita di un’apertura a significati e visioni non comuni? Perché l’Alchimia è così misteriosa? E perché molti hanno la sensazione di smarrirsi nell’affrontare il linguaggio alchemico? Infine, in un mondo ipertecnologico e iperscientifico l’Alchimia ha ancora un senso? Queste sono solo alcune delle domande a cui questo saggio intende dare una risposta partendo dallo strumento epistemologico col fine di delineare a quale tipo di conoscenza l’Alchimia attinga e quale visione del mondo essa trasmetta. Un saggio per tutti, per chi inizia ad avvicinarsi a quest’Arte e per chi già la “frequenta” da tempo. Insomma, per tutti quegli uomini-alchimisti curiosi di conoscere quale modalità inusuale, eppure efficace, per conoscere sé stessi e il mondo l’Alchimia possa offrire, per prendere iniziative, agire in conformità con le leggi della Natura e trasformare il semplice sapere tecnico in un saper vivere. Elio Occhipinti, laureato in psicologia e filosofia, lavora a Milano come psicoterapeuta e conduce gruppi sull’immaginario simbolico. Autore di opere di argomento psicologico e relative alla cultura e alla medicina cinese, svolge altresì l’attività di docente di Medicina Psicosomatica e Psicologia della Comunicazione.
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Possiamo definitivamente affermare che gli alchimisti furono i primi scienziati nel pieno senso del termine. Cioè, essi non contemplarono semplicemente i fenomeni ma cercarono di dedurne delle regolarità; non fecero solamente dei modelli su principi matematici per riprodurre l’operazione dei fenomeni. Assunsero un atteggiamento del tutto attivo. Cercarono di cogliere la natura del processo stesso e di mettere alla prova le loro idee in laboratorio, e di ricreare e ripetere i fenomeni in condizioni controllate. Poco importa il fatto che i loro controlli fossero troppo spesso inadeguati e rozzi. Essi compirono il tentativo di cogliere e ricreare i processi, e questo è l’importante. (Lindsay) |