Creato da giglio.alfredo il 31/03/2013
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Messaggi di Gennaio 2016

COMMENTO A NATALE PERDUTO DI LIVIANA DELLEPIANE A CURA DI ALFREDO GIGLIO

Post n°379 pubblicato il 26 Gennaio 2016 da giglio.alfredo
Foto di giglio.alfredo

NATALE PERDUTO

di Liviana Dellepiane

 

 

Che ne sarà del Natale senza i bambini.
Portavano gioia, amore e speranza.
Credevano fosse un gioco,
essere in quel barcone in mezzo al mare.
Sorridevano perché il sole non li tradiva.
Anime innocenti spariti nelle acque del mare,
un mare freddo, cattivo e senza cuore.
Aspettavano, silenziosi, vicino ai propri cari,
di essere accolti con gioia, da gente sconosciuta.
Mentre Gesù nasceva al freddo e al gelo, loro
così morivano, senza un alberello pieno di colori,
senza un camino acceso per riscaldarli,
senza ricevere forse il loro primo dono,
perduti per sempre, piccoli cuori solo pieni d'amore.

 

Commento a NATALE PERDUTO

di Liviana Dellepiane

a cura di Alfredo Giglio

 

Questi versi, scritti col cuore, da Liviana Dellepiane, hanno colpito tanto la mia fantasia e mi hanno talmente emozionato, seppure nella loro semplicità, che ho sentito la voglia di commentarli, avvertendo in essi la freschezza di chi sente nell’anima l’angoscia di eventi luttuosi, che riempiono, da tempo, le pagine dei media di cronaca dolorosa. La Poetessa affronta, con coraggio e dolcezza, il problema molto toccante dell’emigrazione di massa, dalle coste africane sino ai nostri lidi, in condizioni di grande rischio per i poveri migranti, talchè molti di loro, perlopiù donne e bambini, annegano miseramente prima di toccare le sponde della terra d’Europa.

La Poetessa, proprio nelle giornate che precedono il Natale, avverte il dolore e l’ansia per quei bambini, morti tra i flutti, che non vivranno le giornate di festa del Natale, mentre in cuore nutrivano la gioia e la speranza di un avvenire diverso e, certamente, più luminoso.

E si interroga, dicendo: che ne sarà del Natale, festa dell’amore, senza questi bambini, partiti allegramente, come fosse un gioco, su un barcone traballante sulle onde, in una splendida giornata  di sole? E qui possiamo notare con quanta amarezza la Poetessa dice queste cose, lasciando intendere che il Natale sarà giorno pieno di tristezza e di profonde riflessioni.

Anime innocenti annegate in un mare gelido e cattivo. Stretti ai propri cari, aspettavano di essere accolti con gioia e tanto amore da gente sconosciuta, ma certamente accogliente.

Così, mentre Gesù veniva al  mondo in una giornata di gelo, loro morivano senza la felicità che poteva dare loro un alberello illuminato, senza il calore d’un camino acceso, senza aver ricevuto nemmeno quello che avrebbe potuto essere il loro primo dono, perduti fra le onde, piccoli cuori, pieni d’amore.

Così conclude Liviana Dellepiane e non è difficile capire quanto amore vi sia nel suo cuore e quanta commiserazione nel suo animo sensibile per una umanità sofferente. Ed è proprio in questo senso di profonda umanità che bisogna ricercare il valore dei suoi versi, che sono, ripeto, veramente sgorgati dalla sua interiorità delicata.

 

Alfredo Giglio

 

 

 
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RISVEGLIO di Alfredo Giglio

Post n°378 pubblicato il 24 Gennaio 2016 da giglio.alfredo
Foto di giglio.alfredo

 

RISVEGLIO

di Alfredo Giglio ©


Allor ch’il sole spia all’orizzonte

Ed i suoi raggi posa sopra il mare

E la luce le tenebre rischiara,

Dal torpore si sveglia la mia mente

Che la notte ha cullato dolcemente.

Il mio pensiero sempre più turbato

Scopre tutti i ricordi ancor celati

Nei sensi spenti e più mortificati

Dall’assenza d’un grande amor negato,

Vissuto nel desio e mai provato.

Ripenso alle mie voglie sospirate

Che m’hanno ripagato in compagnia

Nei giorni tristi della vita mia,

Quando soltanto il dolce verbo tuo

Donava pace al cuore in agonia.

Intanto il tempo frettoloso vola

E  voglia di vederti mi consuma.

Ormai sento che nulla mi consola

Ed anche la speranza si frantuma.

Tu rimarrai la dolce rimembranza

D’un sogno bello mai realizzato,

Che soggiace del fato all’arroganza

E rimarrà nell’anima annidato.

 

Alfredo Giglio

 

 

 

 

 
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SARAI LA STELLA di ALFREDO GIGLIO

Post n°377 pubblicato il 22 Gennaio 2016 da giglio.alfredo
Foto di giglio.alfredo

 

SARAI  LA STELLA

di Alfredo Giglio ©

 

 

L’amor che per te provo

non avrà più fine.

Sarai la stella

che non tramonta mai,

che guiderà i passi miei

verso l’ignoto

dell’esistenza mia.

Non sento fremito

e nessun calore,

se tu mi lasci

morire in abbandono.

Più non esisto,

non vivo

e resto di me stesso

in compagnia,

relitto avvolto

dall’onde dell’oblio.

Con te vicina

la mia voce brilla,

più che la luna in cielo

e la poesia

squarcia l’arcano velo

della fantasia.

Tu sei l’alba della vita,

il sorgere del sole,

tu l’anima scaldi

di tua luce

e il core palpita,

udendo la tua voce.

 

Alfredo  Giglio

 

 
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GENNAIO di Alfredo Giglio

Post n°376 pubblicato il 20 Gennaio 2016 da giglio.alfredo
Foto di giglio.alfredo

 

GENNAIO

di Alfredo Giglio ©

 

 

Arrivi tra  bagliori

Di fuochi colorati

E scoppi di petardi

Roboanti,

Ch’ammorbano la notte

D’olezzi fumiganti.

Inizia l’anno nuovo,

Ricco di speranza

E il vecchio muore

Nella dimenticanza.

Frotte di bimbi

Aspettano sognanti

la Befana antica,

Che porti loro

Nella calza amica,

Gli agognati doni

E poche caramelle

Tra i carboni.

Spargesi il fumo

Dei camini accesi

Nell’aria plumbea

Che porterà la neve.

Il vento ora flagella

I muri delle case,

Nutrendo  il gelo

Che penetra le l’ossa

E scoppierà furente

Nei giorni della merla.

Intanto il mare grida

La sua rabbia al cielo

E rende l’onda infida

Alle solcanti vele.

 

Alfredo Giglio

 

 

 

 
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IL GELO NEL CUORE di Alfredo Giglio

Post n°375 pubblicato il 17 Gennaio 2016 da giglio.alfredo
Foto di giglio.alfredo

 

IL GELO NEL CUORE

di Alfredo Giglio ©

 

 

Soffia gelido il vento

Che vien da settentrione

Come gelato

Sento il petto mio,

Rimasto vuoto

E privo d’emozione

S’ormai non sente più  

Il tuo calore.

Ora, accartocciato

Su me stesso,

Ripenso al tempo andato

E serro dolcemente

Il tuo ricordo.

Intanto  l’anima

Ormai fatta a brandelli,

Accusa  follemente

Il fato ostile

Del suo dolore,

Che spandesi più atroce

In fondo al cuore.

E mentre l’amarezza

Mi divora

Il tuo profumo

Lento si scolora.

 

Alfredo Giglio

 

 

 

 

 
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