Creato da giglio.alfredo il 31/03/2013
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Messaggi di Febbraio 2017

VOLA LO SPIRTO di Alfredo Giglio

Post n°431 pubblicato il 28 Febbraio 2017 da giglio.alfredo
Foto di giglio.alfredo

 

 

VOLA  LO SPIRTO

di Alfredo Giglio ©

 

Vola lo spirto su nel vento

E l’anima si disperde

Nel tenue chiarore

D’una luna languente.

Il buio ammanta il dolore

E rende vota la mente,

Mentre il mio martiro

Dilegua  all’orizzonte,

Ch’il sospiro racchiude

D’una Terra agonizzante.

Muore anche la speme

D’un viver differente

Del futuro seme

E perisce l’ideale,

Che nato era nell’incanto

Del sogno mio più vero,

Ch’or manifesta il male.

Il silenzio d’una notte

Che sembra eterna

Spegne ogni rumore.

Anche le voci dell’etere,

Che non hanno più onore

S’acchetano,

Senza svelar la sofferenza

E l’arroganza

Di gente oppressa

Da vile minoranza.

Si rinnova la storia,

Mentre ch’il tempo scorre

Graffiando la memoria,

E rende l’ore

Ancor più corte,

E par che trascini l’avvenire

Nel sonno della morte.

 

Alfredo  Giglio

 

 

 
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PERCHE' L'ITALIA AFFONDA di Alfredo Giglio

Post n°430 pubblicato il 23 Febbraio 2017 da giglio.alfredo
Foto di giglio.alfredo

 

sabato 18 febbraio 2017

Perché l’Italia affonda di Alfredo Giglio

Alfredo Giglio è un poeta crotonese, raffinato e gentile. Questo però non gli impedisce di guardarsi attorno e di cercare di capire i problemi del mondo che lo circonda. Proprio per tale motivo egli rivolge spesso la sua attenzione ano. Fatte le debite proporzioni, mi ricordache ai problemi economici del nostro temp Ezra Pound, il grande poeta americano, che alternava la poesia dei Pisan Cantos alla composizione di saggi sui problemi della moneta e dell’usura.          Ezio Scaramuzzino 

 

Vorrei ripercorrere brevemente la storia d’Italia dal 1980 ad oggi, per spiegare in modo semplice, senza ricorrere ad argomentazioni filosofiche, le vicende che ci hanno portato ad essere uno stato povero e vassallo della Germania.

Tutto questo si è potuto verificare, io credo, per il disegno criminoso della finanza mondiale, che ha favorito la distruzione dell’industria italiana, concorrente di quella tedesca, l’indebitamento dello stato italiano, realizzato oltretutto con la connivenza dei nostri politici, miopi e corrotti, e la globalizzazione dei mercati, con conseguenti delocalizzazioni incontrollate, disoccupazione, forti guadagni per gli speculatori finanziari.

In pratica si è verificato l’asservimento della politica alla grande finanza. Tutto questo è incominciato quando dall’economia keynesiana, che prevedeva una più equa distribuzione dei beni e aveva favorito anche in Italia la creazione di uno stato sociale, si è passati alla economia neoliberista di Milton Friedman, che teorizza il massimo profitto individuale, negando ogni diritto al lavoratore, che in tal modo ha solo doveri da onorare e nessun diritto da far valere.

Ma procediamo con ordine. Perché la grande Finanza prevalesse sulla politica e ne diventasse guida, bisognava togliere agli stati nazionali europei la sovranità monetaria, imponendo la moneta unica, l’Euro, gestita ed emessa solo dalla BCE. Alla creazione dell’Euro si è poi aggiunto il pareggio di bilancio, quasi imposto a tutti gli stati e raramente ottenibile se non a costo di grandi sacrifici. In fondo i guai dell’Italia sono la conseguenza di tali problemi: perdita della sovranità monetaria con conseguente ricerca di finanziamenti ad alto tasso d’interesse, globalizzazione senza regole, per cui tutto deve essere regolato dai mercati, pareggio di bilancio. Tutto ciò porterà, ed in parte ha già portato, ad una condizione generale per cui i ricchi saranno sempre più ricchi ed i poveri saranno sempre più poveri, dato che i mercati hanno regole imposte dai ricchi, non certo dai poveri. Avremo inoltre la grande fortuna di conoscere un nuovo Medioevo prossimo venturo, come recitava il titolo di un famoso libro di Roberto Vacca, con eventuali ritorni allo schiavismo ed alla servitù della gleba.

A voler essere un po’ più precisi, in Italia i guai iniziarono nel 1981, quando il ministro Andreatta diede la prima picconata al nostro sistema finanziario ordinando, con una semplice lettera e senza discussione parlamentare all’allora governatore Carlo Azeglio Ciampi, di sganciare la Banca d’Italia dal Tesoro, allo scopo, velleitario e pretestuoso se osservato col senno di poi, di ridurre il debito pubblico. Semplicemente Andreatta e Ciampi erano in malafede, perché il loro unico, vero intento era quello di spingere l’Italia nei parametri soffocanti dello SME, anticamera dell’Euro, e quindi di favorire una maggiore integrazione dell’Italia nel sistema Europa. Da allora il nostro debito pubblico ha cominciato a galoppare a briglie sciolte e solo in seguito si è venuti a sapere, ma senza eccessivo rilievo, che in realtà la Banca d’Italia è diventata una banca privata, ha i suoi maggiori azionisti nei grandi gruppi bancari come Unicredit, Banca Intesa e Monte dei Paschi di Siena, che la quota azionaria del Tesoro si è ridotta al solo 5%.

I nostri titoli di stato, piazzati pertanto sul mercato mondiale e non più prevalentemente interno come accadeva una volta, sono finiti soprattutto nella mani di Goldman Sachs, di Morgan Stanley e di JP Morgan ed anche la nostra sovranità monetaria ha cessato di esistere.

Recentemente si è appreso che persino l’oro della Banca d’Italia, la terza riserva mondiale, pari a 2.452 tonnellate di oro puro, ha preso il volo. Nei forzieri di via Nazionale a Roma ne sono rimasti solo 1.199 tonnellate e il resto si trova, si dice per ragioni di sicurezza, presso la Federal Reserve, presso la Banca Centrale Svizzera e presso la Banca d’Inghilterra. Ma ho motivo di ritenere che la scusa della sicurezza sia una bufala, grande quanto una casa, che copre, o cerca di coprire, problemi molto più serî.

Abbiamo visto come sia stato facile perdere la sovranità monetaria e far sparire metà dell’oro nazionale, di proprietà del popolo italiano e quindi inalienabile, grazie all’insipienza e alla connivenza di tanti esponenti politici, che hanno portato allo sfascio questa nostra Italia, nel complice silenzio dei grandi mezzi di comunicazione.

La situazione dell’Italia è certamente drammatica, ma ha avuto precedenti illustri, come nel caso della Grecia e quello, non meno famoso e drammatico, dell’Argentina, che ha dovuto ufficialmente dichiarare default. I guai degli altri però ci consolano poco: quello che sappiamo è che il nostro gigantesco debito pubblico ci pone costantemente sotto la spada di Damocle delle agenzie di rating, che fanno capo alla grande finanza americana, e della Germania, alla quale, vale la pena ricordarlo, fu condonato un debito di 15 miliardi di marchi nel 1953.

L’FMI e la BCE decidono dei destini degli Stati membri: entrambi hanno da sempre l’obiettivo di aumentare, non di risanare come ufficialmente dicono, l’indebitamento di alcuni paesi, in particolare quelli più deboli, come Argentina, Grecia, Italia e Portogallo. Il FMI, invece di operare secondo principi mutualistici, opera in modo palesemente vessatorio e, per fare ciò, si serve, nei suoi rapporti con l’Italia, di tre furbi paladini, che agiscono da vera e propria quinta colonna: Mario Draghi, Mario Monti e Pier Carlo Padoan.

 Tra l’altro Mario Draghi, dopo avere insegnato a Washington, è diventato consulente di Goldman Sachs e, insieme con i suoi due degni compari, ha suggerito alla Grecia, all’inizio del 2001, l’acquisto di alcuni prodotti finanziari diventati poi famosi con il nome di derivati, ideati e gestiti proprio da Goldman Sachs, JP Morgan e Merryl Linch. Alla fine dello stesso anno 2001 questi derivati hanno portato il governo greco al collasso, perché i profitti, alti in un primo momento come uno specchietto per le allodole, sono improvvisamente crollati, rivelandosi per quello che effettivamente erano, e cioè una solenne fregatura. Oggi in Grecia c’è una continua protesta popolare, che rischia di portare allo sfascio delle istituzioni, ma nessuno ne parla, perché è stato messo il bavaglio anche alla stampa.

Nell’estate del 2011 Mario Draghi è passato a dirigere la Bce e nel novembre dello stesso 2011 Mario Monti, imposto sempre dall’Europa, veniva chiamato da Giorgio Napolitano a formare un governo tecnico. Si consumava così il golpe ai danni di Berlusconi, che aveva avuto il grande torto di opporsi alle indicazioni dell’UE e, soprattutto, aveva rifiutato le offerte dell’FMI, dicendo che l’Italia era pronta a riprendersi la sua sovranità monetaria. Lo stesso Berlusconi però, piuttosto stranamente, avrebbe appoggiato il suo successore.

I danni del governo tecnico di Monti e del successivo governo di quel bullo di campagna che si chiama Matteo Renzi sono stati incalcolabili. Ne riparleremo.

Ci tocca solo aggiungere ai nomi dei già citati traditori del popolo italiano quello di Romano Prodi, che, pur di aderire allo sciagurato euro, svalutò la lira del seicento per cento e truccò i bilanci, con la complicità del ministro Carlo Azeglio Ciampi.

Questi quattro signori si trovano ora sul banco degli imputati presso il Tribunale di Trani, che, pur tra mille difficoltà, sta cercando di fare luce su molte oscure vicende italiane degli ultimi anni.

 Il 3 gennaio 2012 Mario Monti, presidente del Consiglio e ministro dell’economia e finanze, ha pagato alla Morgan Stanley, della quale il figlio Giovanni era vice presidente, la somma di due miliardi e mezzo di euro, sotto forma di sanzione, a causa del declassamento, falso e criminale, dichiarato da Standard & Poor’s, che, a sua volta, era controllata dalla Mc Graw Hill, della quale Morgan Stanley è tuttora azionista preminente. S&P  con il declassamento si era semplicemente vendicata, perché, dopo 17 anni, il governo italiano aveva interrotto un lucroso contratto di collaborazione.

Spero che la vittoria di Trump negli Stati Uniti, il “NO” deciso degli Italiani al referendum costituzionale e l’uscita coraggiosa della Gran Bretagna dall’Euro, diano una frenata a questo neoliberismo selvaggio e che si torni a parlare di lavoro, di diritti e di benessere per l’intera collettività. Sarà difficile, dato che la classe imprenditoriale è omologata alle teorie imposte dalla finanza globale e dato che noi non possiamo mettere in campo validi progetti di industrializzazione, non disponendo di quei capitali, che l’Europa continuerà a negarci. Rimane però la speranza che il buon senso e la politica riprendano a farsi valere e nulla ci vieta di sperare che il buon Dio ci dia una mano e ce la mandi buona..!

 

Alfredo Giglio

 

Pubblicato da Ezio Scaramuzzino a 14:08

 

 

Maria18 febbraio 2017 16:02

Interessante articolo che conferma questioni di cui ero a conoscenza: se ci fosse, una classe di persone nel fiore degli anni, che, conoscendo a fondo la materia prendesse le redini del Paese e lo portasse fuori da questa palude si potrebbe sperare in un risorgimento. Ma manca, la scuola fa acqua, la gioventù ama poco il sapere, meglio il divertimento, tanto c'è la paghetta di papà, in attesa del reddito di cittadinanza grillino: quei fenomeni da baraccone promettono infatti l'impossibile, come se i soldi per dare 2.500 euro di reddito di cittadinanza ai nullafacenti li trovassero sui rami dell'albero di Pinocchio, del gatto e della volpe.

 

 

 
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NELLA BREVE PARENTESI di Alfredo Giglio

Post n°429 pubblicato il 21 Febbraio 2017 da giglio.alfredo
Foto di giglio.alfredo

 

NELLA  BREVE  PARENTESI

di Alfredo Giglio ©

 

Nella breve parentesi

Che chiude la mia vita

Il sole s’è levato tante volte

Per quante volte

Ha poi cantato il gallo.

Passate sono

Tutte l’ore mie

Segnando il tempo

Nella monotonia,

Fintanto che la notte

Ha dato pace  al giorno,

Sudato per gli affanni.

Arido rimane

Il bello del Creato

Seppur  superbo,

Ma l’emozione

Che sai tu elargire,

Quando m’accosto a te

Nel mio riserbo,

Non trova verbo

Che la possa dire.

Poi starti accanto,

Anche un solo istante

Ancor più mi conforta

Per quei fremiti di piacer,

Ch’amar mi fanno

Un’esistenza morta.

Stella che luce dai

Al mio cammino,

Felice sarò

Se respirar potrò

L’alito tuo divino.

 

Alfredo Giglio

 

 

 
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SOLO PER SOGNARTI di Alfredo Giglio

Post n°427 pubblicato il 19 Febbraio 2017 da giglio.alfredo
Foto di giglio.alfredo

SOLO PER  SOGNARTI

di Alfredo Giglio ©

 

Solo per sognarti

Rinuncerei a veder

La primavera.

Solo per vederti

Darei i giorni miei

Alla notte severa,

Poiché la vita

Sarà con me feroce,

Senza la melodia

Della tua voce.

Starti vicino

E sentir quel calore

Ch’intenerisce il core,

Osservar  la tua bocca

Che riporta alla mente

Il  bacio tuo più ardente,

Di cui avrei bisogno,

Sarebbe come viver

In un dolce sogno.

Invece resto solo

E i giorni miei trascino

Nell’atroce dolore,

Fin quando il Cielo

Spezzato avrà  quel filo

D’una esistenza

Vuota e senza amore.

 

Alfredo  Giglio

 

 
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LE LABBRA ROSSE di Alfredo Giglio

Post n°426 pubblicato il 03 Febbraio 2017 da giglio.alfredo
Foto di giglio.alfredo

 

 

LE  LABBRA  ROSSE

di   Alfredo Giglio ©

 

Da quelle labbra rosse,

Che chiudono in cornice

Il riso tuo brillante

E rendon seducente

La tua fremente bocca

Sgorga un soave suono,

Che alto s’alza in volo

Come la melodia

D’un canto d’usignolo.

E’ la tua voce

Che dentro mi pervade

E i sensi intorpiditi

Riporta ai fasti antichi,

Donando lor la vita.

In quell’antro

Più caldo d’un vulcano

Ch’ognor profuma

Di mistero arcano,

Spicca il vermiglio

Della carnosa glossa

Ch’oscura quel candor

Dei bianchi denti,

Che sono nel furor

Ancor più ardenti.

Allor desio mi prende

E resto più turbato,

Mentre rallenta irato

Il core palpitante.

Solo amarezza

Regalo rimarrà

Della mia sorte,  

Che  mia resterà

Fino alla morte.

Se fosse in mio poter

E ciò m’affigge,

Vorrei comprare

Tutti i baci tuoi,

Per gustare il respir

Dell’alma tua,

Ch’anela  a viver

Felice nell’amore,

Senza quell’ansia

Che tanto t’addolora.

 

Alfredo Giglio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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