Creato da: procino995 il 04/05/2010
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Compro oro, attenti alle truffe

Post n°1546 pubblicato il 16 Giugno 2012 da procino995
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Girando per le città,

in un contesto di generalizzata

crisi economica,

c’è un dato che salta evidente agli occhi:

il proliferare dei Compro oro.

Piccole botteghe dall’impostazione sempre uguale, con il classico cartello che richiama l’attenzione e promette un compenso adeguato in cambio nei nostri preziosi. E’ il rovescio della medaglia della difficoltà delle famiglie, che spesso sono costrette a rinunciare ai patrimoni custoditi per decenni per arrivare a fine mese. Ma è tutto oro quel che luccica o bisogna stare attenti alle truffe?

Molto spesso si tratta persino di gioiellerie che hanno ritenuto più conveniente convertirsi al nuovo business, in pratica rinnegando il loro passato. Invece di vendere oro e preziosi, in questo caso lo si acquista. Il prezzo viene stabilito in base al tasso di cambio attuale, trasformando ogni bene più o meno prezioso in moneta sonante. Inutile dire che il target principale di queste attività di Compro Oro sono proprio le persone in difficoltà, costrette a dar via il proprio passato per pagare le bollette.

Un vero e proprio boom, dicevamo, più evidente nelle zone depresse della penisola. Anche i centri più ricchi non sono comunque esenti dal trend: in Lombardia nell’ultimo anno i Compro Oro sono aumentati di oltre il 10%, mentre in Emilia Romagna addirttura del 25% tra il 2009 e il 2011. Secondo una stima Adoc allo stato attuale ci sarebbero 5mila attività di questo tipo in Italia, con un volume d’affari medio di 350mila euro l’anno. Se si considerano però tutti i negozi autorizzati ad acquistare oro la cifra sale a 28mila attività, e il volume si aggira intorno ai 3 miliardi di euro.

Quali sono i clienti tipo? Sono soprattutto pensionati e disoccupati, ma non bisogna sottostimare la presenza di categorie spesso non considerate a rischio, come i professionisti. Visto che l’oro viene considerato un bene di investimento e le banche non riscuoto più la fiducia, c’è chi preferisce vendere finché possibile guadagnando prima che le quotazioni finiscano per abbassarsi. Il contante torna di moda, con buona pace delle riforme del governo Monti, e gli italiani preferiscono i liquidi ai cimeli. Il rischio, allo stato attuale, è dato soprattutto dall’assenza di una normativa specifica e dalle scarse garanzie per il cliente.

Il riferimento normativo attuale non impone a questi negozi alcun requisito professionale per l’apertura né la totale tracciabilità dei materiali acquistati e venduti. Si tratta di una legge vecchia, del 2000 (7/2000) arrivata prima del boom. Secondo quella legge spettava all’Ufficio italiano dei Cambi (oggi sostituito nelle sue funzioni dalla Banca d’Italia), ad autorizzare lo svolgimento del commercio di oro da parte delle banche, o altri soggetti in possesso di specifici requisiti. Nel 2010 la Banca d’Italia ha chiarito la disciplina, consentendo il commercio di oro senza la comunicazione di avvio dell’attività per coloro che limitano la propria attività al commercio di “oro da gioielleria”.

A patto che non si tratti di oro per uso industriale o semilavorato, questi negozi possono dunque acquistare e vendere oro e altri materia preziosi senza alcuna vigilanza o controllo. Da qui l’enorme richiesta di licenze, anche perché per avere una concessione basta recarsi in questura e chiedere una licenza per commercio in oggetti preziosi, che viene rilasciata senza dover rispettare particolari obblighi. Come prevedibile, questo vuoto normativo ha dato il via libera alle attività criminali, tanto che non è difficile immaginare come molti Compro Oro siano gestiti dalla malavita.

Riciclare denaro oppure ricettare oggetti rubati, praticare una vera e propria usura senza lasciare traccia: tutto troppo facile per i furbi del caso, mentre i comuni cittadini che affidano i propri beni a questi negozi non godono di alcuna garanzia o protezione. E’ un dato di fatto accertato dalla Guardia di Finanza, che sottolinea come sia difficile distinguere una normale gioielleria da un Compro Oro perché le due attività sono persino iscritte alla Camera di Commercio con la stessa codifica.

Quali sono le truffe più comuni? Ovviamente il primo pensiero va al peso effettivo dell’oro, spesso nascosto attraverso bilance truccate. Ma c’è anche chi mente sulla qualità dell’oro, visto che la quotazione dell’oro si basa sul metallo a 24 carati. Senza contare che il commerciante non rispetti l’obbligo della registrazione dei dati del venditore imposto dalla legge del 2000, l’unica prova del passaggio di proprietà dell’oggetto. Spesso non c’è scontrino, non c’è documento e i nostri preziosi finiscono in un buco nero dove a guadagnare sono sempre i soliti. In attesa di una nuova legge, prevista ma ancora non in cantiere, l’unico consiglio è di pretendere la documentazione e informarsi prima sul valore effettivo dei propri preziosi.

 

 

 

 
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