
La battuta, un po' ironica,
un po' canzonatoria, era:
«Noi con Salvino».
Perché Salvatore Caputo,
da tutti conosciuto come Salvino.
È il commissario straordinario di
«Noi con Salvini» a Palermo.
Battute a parte.
Il fratello Mario,
nelle liste leghiste di Sicilia,
era stato inserito con la specificazione
«detto Salvino»,
per richiamare il più noto ex esponente missino,
ex An ed ex Pdl, Salvino Caputo.
L'inchiesta è condotta sotto il coordinamento
della Procura diretta da Ambrogio Cartosio e,
rappresenta l'ennesimo guaio,
per il relativamente «giovane»
movimento che sostiene Matteo Salvini nell'Isola:
in un'altra indagine, aperta a Palermo,
è coinvolto con l'ipotesi
di appropriazione indebita
anche l'unico rappresentante eletto all'Assemblea regionale,
Tony Rizzotto.
Alla fine dall'ironia si passa ai reati
e questa storia costa molto cara a entrambi:
Mario Caputo non è stato aletto alle regionali
dello scorso mese di novembre
e ora è finito agli arresti domiciliari.
Proprio con Salvino Caputo
e con un procacciatore di voti,
Benito Vercio.
Indagato anche il dirigente nazionale
e coordinatore per la Sicilia occidentale,
il deputato alla Camera
Alessandro Pagano.
Matteo Salvini con una delle persone coinvolte,
Salvino Caputo.

