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Il figlio prodigo

Post n°96 pubblicato il 18 Agosto 2022 da Armanarman2
 

 

Questa triste storia tutti nel paese di Agua Mara la conoscono bene.

La vissero quel giorno che furono invitati tutti nella fattoria del signor Benson, in un giorno quando il vento del perdono muoveva le foglie ingiallite senza vita, cadute lungo il viale per terra.

Tra sprazzi di un cielo curioso che guardava giù sulla fattoria, tra le stagioni di tempi lontani, dietro al mulino dove la fresca acqua del fiumiciattolo accarezzava la ruota che girava pigra.

 Situata in mezzo alla campagna, tra due montagne verdeggianti che la circondavano, e la facevano sembrare come una casetta di un presepe con i suoi colori, dal rosa pallido dei muri, al rosso porpora del tetto, era una di quelle fattorie difficili da non notare.

In quella fattoria Benson visse gli anni tristi della storia del suo figlio minore Gabriel, una ferita che nemmeno il tempo riuscì più a guarire.

Aveva due figli che lui amava molto, ed erano l'unico scopo della sua vita dopo la dipartita della moglie Clotilde.

Il più grande dei due figli aveva trent'anni e si chiamava Bartolomeo, mentre il più giovane ne aveva solo ventisei,  si chiamava Gabriel.

Entrambi lavoravano nella fattoria del padre, ma più che lavorare erano assistenti dei lavori dei campi!

Il lavoro lo facevano i servi e Tobia, un fedele mezzadro allevato fin da piccolo nella fattoria quando era fuggito dalle sue terre travagliate dai signori della guerra e da mercenari senza scrupoli. 

Tobia accudiva gli animali, le mucche, gli asini, le pecore e i maiali. C'era la terra da coltivare, le vigne da potare. Lavorare duro durante la semina e il raccolto non era un gioco per il povero Tobia che la sera si addormentava sul suo letto vestito senza nemmeno avere la forza di prepararsi qualcosa da mangiare.

Ma mentre il figlio più grande Bartolomeo, andava nei campi insieme agli operai per seguire da vicino il lavoro, e rendersi personalmente conto della produttività della fattoria, il più piccolo, Gabriel, invece teneva i conti dell'azienda, stando a casa seduto alla sua scrivania.

Al figlio minore Gabriel, lavorare nei campi non piaceva molto!

Sognava di andarsene via da quel paese di Agua Mara che lo faceva sentire un uomo oppresso è insoddisfatto e come tutti i giovani della sua età, sognava una grande città, vivere una bella vita piena di divertimenti, cosa che la sua terra e la campagna non gli poteva mai offrire.

Gabriel non amava la sua terra,  non amava per niente quel genere di vita!

Non amava nemmeno suo fratello per la verità, che ai suoi occhi si sentiva come un Dio, perché era più istruito.

Lui sapeva sempre tutto, è  aveva sempre la risposta giusta! 

Era sempre preso con il suo lavoro nei campi,  sempre puntuale, mai uno sbaglio!

Senza una visione diversa che non fosse il suo monotono lavoro!

 Gabriel lo odiava per questo, "il perfettino" come chiamava in termini dispregiativi il fratello!

Gabriel voleva un futuro lontano da quel posto, lontano da casa sua, lontano da suo fratello.

Spesso aveva parlato dei suoi progetti con lui, ma le loro divergenze erano molte,  questi due modi diversi di pensiero era spesso sfociato in furiosi battibecchi tra i due,  altrettante volte erano dovuti intervenire i mezzadri perché non venissero alle mani.

A Bartolomeo piaceva quel tipo di lavoro in campagna, quella vita semplice, quell'aria pulita che respirava fin da piccolo e lo faceva sentire lontano dalle ansie della vita e dal rumore del paese.

Mai avrebbe intrapreso un'altra strada!

Ma peggio per lui pensava tra sé Gabriel, se suo fratello voleva morire in quel posto come un povero campagnolo senza storia, libero di farlo!

Gabriel, avrebbe preso un'altra strada, la strada del piacere e quel giorno decise per la sua vita.

Si presentò da suo padre che oramai avanti con l'età se ne stava seduto vicino al caminetto, dove il fuoco della legna scoppiettava e cercava di riscaldare il suo corpo e il suo cuore. 

Ogni scoppiettio della legna, era un ricordo della sua vita!

Pensava a quando i suoi figli erano piccoli e giocavano felici davanti al cortile della casa, con le caprette e le galline, quando si arrampicavano sugli alberi e prendevano i frutti ancora acerbi come la loro età, ed erano felice e spensierati!

Si volevano bene, ma il tempo passa e crebbero entrambi e con la loro età anche i problemi e i rancori l'uno verso l'altro.

Accuse a vicenda, e Bartolomeo che accusava Gabriel di rubare sui conti della fattoria, e lui, Gabriel, lo odiava per questo, quel suo modo di fare da padrone dell'azienda di famiglia!

Chi lo aveva eletto padrone della fattoria?

Dopo l'ennesima lite, quel giorno Gabriel decise per il suo destino!

Non sarebbe rimasto più un solo minuto in un quello casa che gli faceva mancare il respiro!

Via da quel paese di bigotti, che lo faceva sentire come un forestiero!

Gabriel entrò nella cucina, dove il papà era seduto sulla sua carrozzella,  con voce arrogante disse:

«Padre, non voglio più stare in questa casa! Non mi sento felice, il mio destino è altrove lontano da qui! Io non sono nato per la campagna!» e ogni sua parola era una freccia al cuore del padre!

«Io, ho altre prospettive per il mio futuro! Non voglio finire i miei giorni in questo putrido paese!

Dammi la mia parte di eredità! mi servirà per le mie spese, nella città di Adma!»

Il padre quando sentì pronunciare il nome della città Adma, capì che la via che avrebbe preso suo figlio Gabriel non era buona!

La città di Adma era una città situata vicina alle pianure del Mar Morto, insieme a Zoar e Cecojim e alle altre due famose città peccaminose citate nella Bibbia, Sodoma e Gomorra, famose per la loro depravazione e lontano da Dio.

La città sognata da tanti giovani,  molti di loro se ne erano andati lasciando le loro terre e i loro affetti familiari, attratti dai piaceri che offriva.

«Andrò lontano da qui! Non ricominciare la tua solita storia di etica morale perché non servirebbe a niente!» disse Gabriel spazientito. 

«Sono già un uomo! Non ho bisogno di sentire le tue prediche

Il padre rimase addolorato per le parole del figlio, erano come coltellate che colpivano senza pietà il cuore del povero vecchio!

Anche se aveva intuito da tempo che Gabriel avrebbe preso quella decisione, non disse niente!

Erano molti i segnali della sua insofferenza verso la casa paterna, verso il suo lavoro. 

Rancori contro il fratello, l'indifferenza verso di lui.

Era già nell'aria quella decisione.

Gabriel voleva andare lontano dalla sua famiglia e dal loro affetto, per un'avventura che non si sapeva bene cosa avrebbe comportato.

Andare in una città lontana, Adma, piena di peccato e tentazione per un giovane della sua età, una città che si trovava nella pianura di Sodoma e Gomorra, poca timorata di Dio.

Con i suoi abitanti corrotti e depravati, e i loro istinti sessuali sodomiti e perversi, dove la punizione divina col fuoco celeste purificò la sua terra dai loro peccati.

Ma il papà sapeva che ogni parola per farlo desistere dalla sua decisione sarebbe stata inutile.

Guardò con gli occhi lucidi il figlio che tanto amava, dopo che sua madre morì dandolo alla luce. Un nuovo giorno stava per nascere nel paese di Agua Mara sulla casa del povero Benson.

Quel giorno vedeva partire un figlio lontano, con il denaro della sua eredità in mano e tanti sogni.

Gli uccellini sugli alberi cinguettavano salutando il sole che stava sorgendo, il ruscello faceva sentire lo scorrere delle sue acque limpide e la tortorella faceva udire la sua voce sui tetti!

Ma Gabriel non udiva per niente questa poesia della natura, tutta la sua mente era presa da altri pensieri, la sua visione oramai era per la citta peccaminosa di Adma dove avrebbe trovato tanti amici, belle donne e tanti divertimenti per la sua età!

Una bella vita che voleva godersi a pieno,  mentre percorreva il sentiero che lo portava lontano.

Dalla finestra il padre seduto sulla sua carrozzella, guardava il figlio allontanarsi, con lo sguardo velato di lacrime e una preghiera nel cuore.

Erano passati molti anni dalla partenza di Gabriel e il povero papà non sentiva più sue notizie da tempo!

Il suo cuore era addolorato per questo suo figlio perso nelle strade del mondo,  sentiva nel suo cuore che Gabriel non era felice e camminava in dissolutezza, senza il timore di Dio.

Ma ogni giorno pregava per lui!

E intanto Gabriel non se la passava per niente bene!

Aveva sperperato tutto il suo denaro e adesso se ne stava in un porcile insieme ai maiali, dopo avere dissipato ogni suo avere, in donne facile, divertimenti e gozzoviglie!

E quella maledetta polvere bianca che lo aveva distrutto nel fisico e nello spirito!

Gabriel non era abituato ai lavori umili,  l'unico lavoro che aveva trovato era di fare il guardiano di porci, dove stava tutto il giorno con il loro fetore e il loro continuo  grugnito che gli tenevano compagnia tutto il giorno!

Gabriel pensava a quando nella casa di suo padre aveva tutto!

Era il padrone della fattoria, non gli mancava nulla,  i servi di suo padre in quel momento stavano certamente meglio di lui!

Pensava con la tristezza nel cuore, di come si era comportato da irresponsabile e imprudente, lasciare la casa dei genitori per seguire le proprie concupiscenze,  non ascoltare i consigli paterni!

Ora ne pagava le conseguenze!

Stava in mezzo ai maiali, dove condivideva con loro non solo ghiande e radici, ma anche la loro puzzolenta natura!

Il suo corpo  è il suo spirito erano malati, anche la sua anima soffriva!

Ma un giorno decise di ritornare a casa, non ce la faceva più a fare quella vita dissoluta di cui si era pentito!

Sarebbe andato dal padre,  gli avrebbe chiesto perdono, perdono di tutto il male che gli aveva procurato!

Gabriel pensava tra sé: "Papà sarà ancora vivo?" Erano passati tanti anni da quando lo aveva lasciato!

Il papà era già avanti con l'età, e stava poco bene di salute!

Chissà come stava il suo vecchio! «Povero papà! quando dolore ti ho procurato!» 

Con le lacrime agli occhi e il cuore che sanguinava per il dolore, quel giorno decise di tornarsene per la via del perdono!

Gli uccellini cantavano ancora sugli alberi,  il ruscello faceva udire lo scorrere delle sue acque, la tortorella faceva sentire la sua voce sui tetti, mentre un uomo stanco dalla vita dissoluta che aveva condotto, stava per ritornare alla sua casa lasciata tanto tempo prima!

Pentito si avvicinava sempre di più, verso la casa del perdono, verso l'amore, lungo il conosciuto e mai dimenticato viale alberato, insieme ai suoi molti pensieri che lo tormentavano.

"Mi perdonerà mio padre?" pensava tra sé Gabriel, mentre con la testa china di vergogna camminava con passo incerto verso la casa paterna.

"Sarà ancora vivo? Mio fratello mi vorrà ancora nella sua azienda? Forse ho fatto male a ritornare, sicuramente mi faranno bastonare dai servi di mio padre!"

Con questi pensieri che lo turbavano nella mente, Gabriel arrivò vicino a casa, si fermò un attimo a guardarsi intorno, quanti ricordi c'erano in quella terra! 

Si rivedeva bambino felice che correva inseguendo galline e agnellini, sentiva ancora il buon profumo delle focacce arrostite della mamma!

E mentre era assorto in questi pensieri, ecco che l'uscio di casa si aprì,  un vecchio con la canizza bianca, un padre che sempre aveva pregato per il figlio perduto e sempre aveva sperato, appoggiandosi al suo bastone, stanco, ma con gli occhi felici e pieni di gratitudine verso il Signore, tese le braccia al figlio perduto!

Braccia piene d'amore e di perdono!

Non c'era bisogno di tante parole.

Non c'era bisogno di sapere chi fosse quell'uomo mal vestito come uno straccione con una barba lunga, e dagli occhi tristi e lucidi!

Era il cuore che parlava più di mille parole e il cuore di un padre che ama non si sbaglia! Non c'è inganno!

Gabriel abbracciò il padre e con un fil di voce rotto solo dai singhiozzi disse: «Padre perdonami!»

Il padre gli buttò le braccia al collo, e la sua voce ebbe solo la forza di pronunciare il nome tanto amato e mai dimenticato!

E non c'era più bisogno di altre parole!

Non servivano, le lacrime parlavano per loro, l'amore era più forte di ogni parola! 

Si fece una grande festa in quel giorno nella fattoria di nonno Benson, per quel figlio perduto e ritrovato,  tutto il paese di Agua Mara fu invitato!

Si ammazzarono vitelli grassi, maiali e agnelli, capretti e polli, e del buon vino scorreva a fiumi per fare felici tutti i commensali.

Gabriel fu vestito con una veste di seta blu, la più bella che fu trovata nella città!

Si invitarono tutti gli abitanti del paese, ognuno doveva essere partecipe delle felicità di un padre, che aveva perduto suo figlio ma che Dio gli aveva preservato, perché l'amore aveva vinto sugli inganni del mondo!

Tutta la casa di nonno Benson, tutto il paese, faceva festa!

Facevano festa gli uccellini e le tortorelle, gli agnellini e i maialini, i servi e tutti gli amici!

Tutti erano felici!

 

"Perché, ecco l'inverno è passato, è cessata la pioggia, se n'è andata; i fiori sono apparsi nei campi il tempo del canto è tornato

e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna.

Il fico ha messo fuori i primi frutti e le viti fiorite spandono fragranza. fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave

il tuo viso è leggiadro."

 

Cantico dei Cantici

 

Si faceva festa anche in cielo perché un uomo si era perduto, ma poi era stato ritrovato!

 

 

 

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