Creato da adunabambinasognata il 01/09/2007

allabimbasognata

parole che attendono di essere pronunciate

 

 

Post N° 43

Post n°43 pubblicato il 02 Marzo 2008 da adunabambinasognata

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BOLLINO 10 E LODE

PER QUESTE INIZIATIVE!

 
 
 

Post N° 40

Post n°40 pubblicato il 03 Febbraio 2008 da adunabambinasognata

IL SONNO DEL CORPO DESTA L'ANIMA

Ogni giorno Tu affranchi i nostri spiriti dai corpi
rendendoli lisci come tavole piallate.
Ogni notte apri agli spiriti la loro gabbia,
senza che dominino o che vengano dominati.
Di notte il recluso ignora la sua prigione,
così come di notte il re non sa d'essere sovrano.
Nessuno si cura di quel che perde o di quel che guadagna,
nessuno pensa a questo oppure a quell'altro.

Simile è lo stato del sapiente, anche da sveglio.
Dio dice: "Pensi ch'egli sia sveglio,e invece dorme."
Quanto alle cure mondane, egli dorme notte e giorno,
e scorre come penna in mano allo scrittore.
La mano che verga lo scritto neppure la vede.
Colui che non vede la mano mentre muove la penna
suppone che sia il moto della penna a causare lo scritto.

Se il sapiente divulgasse i dettagli di questo stato
la gente comune sarebbe privata in perpetuo del sonno.

La sua anima vaga in un deserto che non ha eguali:
sia l'anima che il corpo trovano una pace perfetta.
Non desidera più né bere, né mangiare,
come un uccello sfuggito alla gabbia e alla catena.

Quando però lo riattaccano alla catena
è allora che chiede aiuto all'Onnipotente.

Maulana Jalaluddin Rumi

 
 
 

Post N° 39

Post n°39 pubblicato il 05 Gennaio 2008 da adunabambinasognata

    

     Ecco,  fratello: ti apro le braccia e rispondo al tuo richiamo. Non so il tuo nome. Non conosco la tua pena. Ma lasciami ugualmente venire vicino a te, solo perché soffri. Ho inteso il tuo grido senza suono dentro il mio cuore ferito. Nulla è così acuto a va più profondo di questi muti richiami che svegliano misteriosi accordi con il dolore del mondo.

     Desideri e speranze, aspirazioni e rimorsi devono essere onde fluttuanti che si frantumano sulle scogliere della coscienza. La nostra anima emette e riceve continui richiami. E forse inconsciamente ogni cuore cerca un altro cuore che lo comprenda e lo consoli. Ma il fluido magico che vivifica ed alimenta tutti questi richiami è sempre e soltanto l’amore.

     Per questo, fratello che soffri, quantunque non sappia il tuo nome e non conosco la tua pena, ti apro le braccia. Non temere che ti rivolga una domanda. Non avere paura che guardi la tua ferita. Se vorrai parlare ti ascolterò. Se potrai piangere ti comprenderò E anche se non ami nessuno, non credi a nulla e non speri più niente, ti apro ancora le braccia perché sei un pover’uomo come me. E forse qualche volta migliore di me.

Nino Salvanesci

Il Libro del Nostro Amore 

 
 
 

Post N° 36

Post n°38 pubblicato il 16 Dicembre 2007 da adunabambinasognata

Per ricordare tutti quei bambini ai quali è stata ed è ancora negata non solo la gioia di una festa,

ma anche la possibilità di vivere un giorno

normale

 

 

 
 
 

Post N° 37

Post n°37 pubblicato il 10 Dicembre 2007 da adunabambinasognata

Il Piccolo Principe

XXI


In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo..."
"Chi sei?" domando' il piccolo principe, "sei molto carino..."
"Sono una volpe", disse la volpe.
"Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, sono cosi' triste..."
"Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomestica".
"Ah! scusa", fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
"Che cosa vuol dire ?"
"Non sei di queste parti, tu", disse la volpe, "che cosa cerchi?"
"Cerco gli uomini", disse il piccolo principe.
"Che cosa vuol dire ?"
"Gli uomini" disse la volpe, "hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso! Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?"
"No", disse il piccolo principe. "Cerco degli amici. Che cosa vuol dire "?"
"E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire ..."
"Creare dei legami?"
"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io saro' per te unica al mondo".
"Comincio a capire" disse il piccolo principe. "C'e' un fiore... credo che mi abbia addomesticato..."
"E' possibile", disse la volpe. "Capita di tutto sulla Terra..."
"Oh! non e' sulla Terra", disse il piccolo principe.
La volpe sembro' perplessa:
"Su un altro pianeta?"
"Si".

"Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"
"No".
"Questo mi interessa. E delle galline?"
"No".
"Non c'e' niente di perfetto", sospiro' la volpe. Ma la volpe ritorno' alla sua idea:
"La mia vita e' monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio percio'. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sara' illuminata. Conoscero' un rumore di passi che sara' diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi fara' uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiu' in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me e' inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo e' triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sara' meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che e' dorato, mi fara' pensare a te. E amero' il rumore del vento nel grano..."
La volpe tacque e guardo' a lungo il piccolo principe:
"Per favore... addomesticami", disse.
"Volentieri", disse il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, pero'. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose".
"Non ci conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe. "Gli uomini non hanno piu' tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose gia' fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno piu' amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"
"Che cosa bisogna fare?" domando' il piccolo principe.
"Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti sederai un po' lontano da me, cosi', nell'erba. Io ti guardero' con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' piu' vicino..."
Il piccolo principe ritorno' l'indomani.
"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.
"Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincero' ad essere felice. Col passare dell'ora aumentera' la mia felicita'. Quando saranno le quattro, incomincero' ad agitarmi e ad inquietarmi; scopriro' il prezzo della felicita'! Ma se tu vieni non si sa quando, io non sapro' mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti".
"Che cos'e' un rito?" disse il piccolo principe.
"Anche questa e' una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'e' un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedi ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedi e' un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
Cosi' il piccolo principe addomestico' la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "... piangero'".
"La colpa e' tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi..."
"E' vero", disse la volpe.
"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"

"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
Poi soggiunse:
"Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua e' unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalero' un segreto".
Il piccolo principe se ne ando' a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora e' per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio.
"Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si puo' morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, e' piu' importante di tutte voi, perche' e' lei che ho innaffiata. Perche' e' lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perche' e' lei che ho riparata col paravento. Perche' su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perche' e' lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perche' e' la mia rosa".
E ritorno' dalla volpe.
"Addio", disse.

"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale e' invisibile agli occhi".
"L'essenziale e' invisibile agli occhi", ripete' il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa cosi' importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa..." sussurro' il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verita'. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa..."
"Io sono responsabile della mia rosa..." ripete' il piccolo principe per ricordarselo.

 
 
 

Post N° 36

Post n°36 pubblicato il 10 Dicembre 2007 da adunabambinasognata

Ti ricorderai di me quando il vento dell'ovest passerà sui campi d'orzo
Dimenticherai il sole nel suo cielo geloso
quando cammineremo nei campi d'oro

Così lei si innamorò in un istante
sui campi d'orzo
Cadde fra le sue braccia ed i capelli scesero
in mezzo ai campi d'oro.
Starai con me, sarai il mio amore
in mezzo ai campi d'orzo.

Dimentica il sole nel suo cielo geloso
mentre stiamo sdraiati nei campi d'oro
Guarda il vento dell'ovest si muove come un amante
sui campi d'orzo

Senti il suo corpo fremere mentre baci la sua bocca
non ho mai fatto promesse alla leggera
e ce ne sono alcune che ho infranto
Ma ti giuro nei giorni che ancora restano
cammineremo sui campi d'oro
cammineremo sui campi d'oro

Molti anni sono passati da quei giorni d'estate
in mezzo ai campi d'orzo
Vedi i bambini correre ed il sole tramontare
attraverso i campi d'oro
Ti ricorderai di me quando il vento dell'ovest passa
attraverso i campi d'orzo
puoi raccontare al sole nel suo cielo geloso
quando abbiamo camminato nei campi d'oro

 
 
 

Post N° 35

Post n°35 pubblicato il 09 Dicembre 2007 da adunabambinasognata

    Basta salire soltanto qualche gradino per vedere

 tutto più piccino...

   

 
 
 

Post N° 34

Post n°34 pubblicato il 03 Dicembre 2007 da adunabambinasognata

Così di notte quando tutto era silenzio nella strada,
io scavalcavo la finestra
e camminavo con le scarpe in mano,
e mi infilavo nella luce fioca della sua bottega
per sentire la voce di quel piccolo uomo.

Così di notte in quella stanza
dove mi dimenticavo il tempo,
io stavo ad ascoltarlo di nascosto
mentre lui leggeva
parole di romanzi e versi come cose da toccare
e al frusciare di pagine mi sentivo volare...

E le parole come musica di seta
mi prendevano per mano,
e mi portavano lontano dove il cuore
non si sente più lontano:
dentro le immagini, nei libri e nella pelle
di chi aveva già vissuto cose tanto uguali a me,
nella follia d'essere uomo e nelle stelle
per andare oltre il dolore più inguaribile che c'è;
e le parole si riempivano d'amore,
le sue parole diventavano d'amore,
le sue parole diventavano l'amore...

Così la notte quando gli incendiarono la casa,
e la gente rideva e diceva che era finalmente ora,
capii che c'è davvero una diversità infinita
tra imparare a vivere e imparare la vita;

guardavo il pifferaio che si portava dietro le parole
e se le trascinava nella luce bianca della luna:
non si voltò, non si voltò neanche a salutare,
se le prese su tutte e le gettò nel mare...

E le parole del libraio da quella sera
se ne andarono per sempre
e mi lasciarono con gli occhi di un bambino
che non può sognare più.
Tutte le notti torno con le scarpe in mano
per vedere se da qualche parte le riporterai;
di giorno provo a ricordarmele ma invano,
troppi uomini non cambiano
e non cambieranno mai:
parlano tutti ma non dicono parole,
le loro cose non diventano parole,
mi manchi tu, mi mancano le tue parole...

Ma ci son sere che scendendo verso il mare
mi sembra come di sentirti, e non ti vedo;
ma se mi illudo che sia ancora tutto vero
quasi ci credo.

(Il libraio di Selinunte)

 

 
 
 

Post N° 33

Post n°33 pubblicato il 03 Dicembre 2007 da adunabambinasognata

I bambini imparano ciò che vivono.

Se un bambino vive nella critica impara a condannare.

Se un bambino vive nell'ostilità impara ad aggredire.

Se un bambino vive nell'ironia impara ad essere timido.

Se un bambino vive nella vergogna impara a sentirsi colpevole.

Se un bambino vive nella tolleranza impara ad essere paziente.

Se un bambino vive nell'incoraggiamento impara ad avere fiducia.

Se un bambino vive nella lealtà impara la giustizia.

Se un bambino vive nella disponibilità impara ad avere una fede

Se un bambino vive nell'accettazione e nell'amicizia impara a trovare

l'amore nel mondo.

(Dorothy Law Nolte)

 
 
 

Post N° 32

Post n°32 pubblicato il 01 Dicembre 2007 da adunabambinasognata

Voglio partire con me...

 
 
 

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