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Post n°101 pubblicato il 22 Settembre 2009 da bewmind
l'alzarsi con quell'amaro in bocca e nella testa sarebbe stato difficile, probabilmnte sarei restato a letto fino a quando la schiena non si sarebbe ribellata, invece ci ha pensato un tremolio conosciuto a scuotermi, nel vero senso della parola, aperti gli occhi e saltato dal letto 2 flash contemporanei; la donna che amo uno, e la famiglia, le ragazze, due. Il primo ha ampliato il senso di smarrimento, non avrei dovuto e potuto chiamarla, il secondo mi ha fatto prendere il telefono per sapere come stavano, dall'altra parte c'era la paura della piccola ancora scossa da quello dell'Aquila, la lucidità e il sangue freddo della madre impagabile in certe situazioni, la voglia di tornarsene a dormire di quella grande. Poi, quietatigli spasmi affettivi verso la prole si ripiomba nelle frasi della sera prima , nella confusione di un'analisi incompiuta e impossibile, colazione , il caffè , la marmellata, la tv che parla muta e la voglia di strapparsi da questa situazione opprimente, un tentativo inconsulto che accresce solo l'angoscia. Voglio andare al mare, quella cosa liquida così grande indomabile che somiglia tanto al mio stato d'animo incontrollato, mi facesse bene relazionarmi con quella vastità indipendente dalla mia volontà come sembro essere io e il mio volere, sembra, e di sicuro lo è, l'incoerenza che regna sovrana dentro la mia testa, ma è così e sono stanco di cercare strade, modi, soluzioni, voglio il mare davanti agli occhi, lo vorrei sempre per non spaventarmi di questo immenso dolore, per compararlo e sentirlo piccolo di fronte alla vastità che ho davanti, non ho fatto i conti con quello che il mare sottolinea sempre quando ci si rapporta a lui così, sembriamo piccoli e soprattutto soli , anzi solo, perchè le coppiette o le famiglie con i piccoli che scorazzano con le bici non sembrano soli, io si, che mi faccio schiaffeggiare dal vento e riscaldare dal sole, io si che mi sembro un pezzo di puzzle venuto male e che non s'incastrerà mai. " quanto nero devo avere dentro che tutto il bianco che ho intorno e che cerca di rischiararmi non è sufficente? " questa frase riveduta e corretta spero non accompagni nessuno, nessuno si merita questa consapevolezza ammesso che sia vero ! |
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per chi invece e' riuscito a fare una vita con altri,chi ha saputo vivere e convivere,condividere, la cosa e' diversa.
che non tutto sia stata una favola? e che non tutto sara' una favola? be' le favole poche volte esistono... tranne che per farci sognare che coi nostri pezzettini malfatti e imperfetti potremmo qualche volta riuscirci a vivere la nostra propria favola.le favole essitono per farci lottare per fare della nostra vita una favola.anche se sappiamo che non ci riusciremmo mai.Non so,avessi trovato un puzzle del cui sentirmi pezzo,credo che avrei fatto l'intento per fare parte di quel puzzle,magari non perfettamente incastrato...Io quel puzzle non l'ho mai trovato e quindi spesso perdo la voglia e perdo la speranza,ma chissa'...
sai paolo,ci sono puzzle per cui non solo ne vale la pena lottare,ma che ci fanno sentire assolutamente addatti e perfetti dentro il puzzle, anche se siamo consapevoli di non esserlo affatto. E non si tratta di un puzzle generoso ,ma si tratta di un puzzle che ha bisogno di noi,pezzi imperfetti,tanto come noi abbiam bisogno del puzzle...
Si lo so,ho fatto un miscuglio da non capire...vabbe' mi succede spesso quando cerco di essere chiara...o quando mi trovo parlandomi mentre parlo a qualcun'altro... un bacio
Dici bene: "le coppiette o le famiglie con i piccoli che scorazzano con le bici non sembrano soli". Ecco, non "sembrano" soli, all'apparenza. E forse in qualche momento possono non esserlo, ma sappiamo tutti come va la vita e che tutti siamo alla ricerca delle stesse risposte. Lascia che quel bianco, che un po' di luce riesca a filtrare... te lo auguro di cuore. ciao :)
Preoccuparsi di altri in caso di pericolo è una dimostrazione di generosità. Te ne va reso merito.