alogico

...L'idea del perfetto, non è un'idea, ma desiderio. E' l'accoglienza d'Altri, l'inizio della coscienza morale, che mette in questione la mia libertà... ...Partire dal volto come da una fonte in cui appare ogni senso, dal volto nella sua nudità assoluta, nella sua miseria di testa che non trova un luogo su cui riposarsi, significa affermare che l'essere entra in gioco nel rapporto tra uomini, che il Desiderio e non il bisogno esige degli atti...( Levinas, laicamente interpretato). ...Ogni uomo, colto nel suo nudo essere, chiede custodia, ha bisogno di cura...(Natoli), tuttavia, poi, i più tradiscono e i meno sono in-fuga.

Interessante. Molto.

Ma Il fatto è che l'Uomo è l'"animale da fuga" per eccellenza: in una "situazione-acuta" (o in un "pre-politico" stato di emergenza) ha sviluppato la capacità della "actio per distans" che - a sua volta - si è fatta (nel tempo) radice specifica del complesso delle prestazioni umane.

Inoltre - molto spesso, come se ciò non bastasse - si-è (inconsapevolmente) "in fuga" proprio da se-stessi.

Il desiderio non è che il bisogno dopo l'esaudimento dei bisogni primari...

Già: in effetti, in molti casi è proprio così.

P.S.
I cosiddetti bisogni indotti...meriterebbero un discorso a parte (come accennato nel post n°827).

Grazie per il gradito commento; ulteriore - prezioso - spunto di riflessione.

L'argomento "bisogni indotti" mi sembra suggestivo...

Non esiste una libertà che può essere considerata vera, ma solo libertà relativa. Tutto dipende dall’utilizzo che ognuno fa della propria libertà...

...in uno spirito di flessibilità dialettica, magari è..."vero"...

P.S.

In effetti, il concetto di "libertà" si può declinare in vari modi (liberi "da", liberi "con", liberi "per", etc.).
Grazie per il gradito commento; per la giusta precisazione...

La categoria della "verità" non si sposa automaticamente con quella della "libertà" .Libertà assoluta potrebbe essere quella del pensiero (quand'esso sia cosciente).

Un "assoluto" desiderabile, certo; ma utopico...

..rumorosamente riecheggiano ritirate rovinose.

...certo; anche: e la loro eco, a lungo riecheggia lasciando - sovente - segni indelebili; "pensieri ridondanti".
"Tracce", nella memoria...

..sempre la "memoria"..per l'appunto.

...diamine, si! Hai ragione, Michela.

[ (...) è un miracolo: l’istante, eccolo presente, eccolo già sparito, prima un niente, dopo un niente, torna tuttavia ancora come spettro, turbando la pace di un istante posteriore. Continuamente un foglio si stacca dal rotolo del tempo, cade, vola via – e rivola improvvisamente indietro, in grembo all’uomo. Allora l’uomo dice “mi ricordo” e invidia l’animale che subito dimentica e che vede veramente morire, sprofondare nella nebbia e nella notte, spegnersi per sempre ogni istante... ]
(F. Nietzsche, "Sull’utilità e il danno della storia per la vita") ]

Mi è capitato di invidiare il puro esistere di un animale, ma credo che Blaise Pascal non aveva poi tutti i torti: "...L'uomo è solo una canna, la piú fragile della natura; ma una canna che pensa. Non occorre che l'universo intero si armi per annientarlo; un vapore, una goccia d'acqua bastano a ucciderlo. Ma, quand'anche l'universo lo schiacciasse, l'uomo sarebbe pur sempre piú nobile di quel che lo uccide, perché sa di morire, e la superiorità che l'universo ha su di lui; mentre l'universo non ne sa nulla..."