Fra tutti i grandi uomini famosi, quello che avrei voluto essere io è Socrate. Non solo perché era un grande pensatore, dato che di pensate discretamente profonde ne ho fatte anch’io – lo sanno tutti - anche se le mie vertono invariabilmente su una hostess svedese.
No: quel che invidio al più saggio fra i greci è il coraggio di fronte alla morte. Lui con grande fermezza si mantenne fedele ai suoi principi e preferì morire al rinnegarli. Io, per me, non sono altrettanto impavido, e basta un rumore improvviso, come lo scappamento d’una macchina, per gettarmi fra le braccia della persona con cui sto parlando. Alla fine, la stoica morte di Socrate donò alla sua vita un autentico significato; cosa che manca del tutto alla mia, anche se un’importanza, sia pur minima, riveste per l’ufficio delle imposte dirette. Devo confessare che ho cercato di mettermi, diverse volte, nei sandali di Socrate; ma ogni volta il sonno mi vince...
Inviato da: lupettadellenevi
il 12/04/2008 alle 21:58