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« Concorrenza sleale a mez...Quale strategia vincente? »

Quale concorrenza vogliono?

Post n°152 pubblicato il 10 Luglio 2012 da biancoblu78
 
Foto di biancoblu78

Oggi sui principali quotidiani è apparso un avviso a pagamento della Nuovo Trasporto Viaggiatori, indirizzato al Presidente del Consiglio, che lamenta presunti ostacoli alla sua attività d'impresa.
I destinatari delle accuse, anche se non vengono citati, sono il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane e Rete Ferroviaria Italiana.
I punti controversi in sintesi sono:

  • La nuova Stazione Tiburtina, costata 300 milioni dei contribuenti, è "abbandonata" e ancora priva di esercizi commerciali.

  • La Stazione Ostiense ha una recinzione priva di un accesso diretto con l'ex Air Terminal, trasformato nel Centro servizi e commerciale della nuova compagnia ferroviaria.

Facendo una ricerca sul web si trovano gli articoli relativi all'inaugurazione del 28 novembre 2011, avvenuta alla presenza del Presidente Napolitano, in cui si riportano costi per 170 milioni di euro, provenienti dalla vendita alla banca BNP Paribas dei terreni adiacenti.
Perché gonfiare la cifra ed evocare i soldi dei contribuenti? Non sono degli ingenui, l'hanno scritto per fare presa sulla massa.
Veniamo poi all'oggetto della critica: in 7 mesi non sono stati ancora aperti i negozi.
Anche in questo caso il web ci aiuta. L'inaugurazione rientrava tra gli eventi previsti per le celebrazioni del 150 anniversario dell'Unità d'Italia e infatti è stata scoperta una stele dedicata a Cavour. È plausibile che mancasse ancora qualche ritocco e comunque siamo in Italia, dove 7 mesi sono tempi brevi, se si pensa che andava fatto un bando per affidarne la gestione e sono in corso le selezioni delle offerte dei soggetti interessati ad aprirvi un'attività commerciale.
Si può capire l'impazienza, ma potrebbero mostrare lo stesso disappunto anche per questioni più gravi, come quella della FIAT che si rifiuta di ottemperare alle sentenze dei Tribunali a tutela di lavoratori discriminati.
Infine la questione della recinzione della Stazione Ostiense.
Certo sarebbe comodo per i clienti del Centro commerciale di NTV poter accedere direttamente al binario, la stessa pretesa potrebbero averla tutti quelli che hanno una proprietà adiacente a una Stazione. Perché fare il giro ed entrare dall'ingresso, meglio avere un varco privato.
Anche questa richiesta sembra molto italiana, chissà se le Ferrovie francesi, socie con il 20% di NTV, lo permetterebbero nel loro Paese.

A questo punto viene da chiedersi, quale concorrenza vogliono?
La solita parodia italiana, in cui una potente lobby lavora per distruggere un monopolio pubblico per sostituirlo con uno privato.
In fondo proprio questo governo si è distinto per l'approvazione di una norma che permette alle imprese ferroviarie di applicare contratti diversi (leggi i dubbi in merito della Commissione Lavoro del Senato).
Vorrei chiedere all'antitrust europeo se è corretto che aziende dello stesso settore possano applicare condizioni peggiorative ai propri dipendenti rispetto al CCNL di riferimento. Oppure il dumping salariale vale solo per la Cina?

Quale sarà la prossima tappa?
Montezemolo scenderà in politica, e avremo un nuovo conflitto d'interessi.
Vorrà massimizzare il proprio investimento, indebolendo l'azienda pubblica, smembrandola in tante piccole società regionali per il trasporto locale, l'infrastruttura rimarrà a totale carico dei contribuenti e quello che resta alla mercé delle grandi società ferroviarie europee, che invece hanno scelto di rafforzare le proprie ferrovie, rendendole più efficienti e capaci di fare economie di scala utili ad affrontare i grandi investimenti che necessita il trasporto ferroviario.

Fantascienza? Il modello per le società regionali potrebbe essere Trenord, l'impresa nata dalla fusione tra le Ferrovie Nord della Regione Lombardia e la corrispondente Divisione regionale di Trenitalia. In Campania in questo modo potrebbero salvare la Circumvesuviana e così via. Così si renderà più facile l'infiltrazione della politica, con tutte le conseguenze nefaste che conosciamo.
Il trasporto passeggeri rischia di fare la fine del trasporto merci, in cui i privati hanno scelto le tratte più redditizie, lasciando all'azienda pubblica quelle in perdita.

 
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