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Ancora un nuovo gioco

Post n°53 pubblicato il 13 Febbraio 2006 da kodomonoomocha
 

E siamo arrivati anche al metadone.
Ieri, una giornata di splendido sole.
Ieri, una giornata passata con una persona praticamente sconosciuta a cercare il metadone.
Non ho mai voluto prenderlo: finora solo subutex.
Ma ora, beh proviamo, qualcosa dovrà pur funzionare.

E allora via un'altra giornata allo sbaraglio tra italiani, algerini, marocchini, albanesi, a Senigallia, a Ravenna, a Bologna, su e giù con una macchina sulla quale non ero mai salita a parlare, fumando eroina, delle soluzioni al problema droga con un omonimo neppure conoscente.

Un amico sconosciuto.
Un'amicizia da solidarietà.
Strana forma di amicizia.
L'ho provata tante volte: dalle antiche mura della sapienza universitaria agli angoli più luridi delle stazioni dei treni e dei senzatetto.
Due persone, una situazione critica e giù parole intime e così profondamente tue da non meritare chi ti conosce. 
L'io, il vero io mostrato in tutta la sua realtà a sconosciuti.
Proprio come ora, qui, in questo momento.

Ma torniamo al gioco.
Al nuovo dolcissimo gioco.
Pare funzioni: Sto bene. La forza c'è. L'umore anche.

Devo risolvere la mia vita.
Ne sento l'esigenza e il bisogno.
Voglio conoscere i miei obiettivi.
Voglio raggiungere i miei obiettivi.
Ma soprattutto voglio lui.

Commenti al Post:
stexx67
stexx67 il 14/02/06 alle 01:43 via WEB
"Prima dei 6 anni" ALESSITIMIA O SENTIMENTO MUTO Le emozioni sono schemi di azione che coinvolgono il livello psicologico (le rappresentazioni), il livello comportamentale (le reazioni), ed il livello biologico (le attivazioni neuro-ormonali). Ogni stato emotivo ha un corrispondente fisiologico che caratterizza la qualità del comportamento modificando i metabolismi dell' organismo. La paura, la rabbia, la tristezza, la vergogna, la gioia e altri ancora, sono stati emotivi di cui notiamo facilmente il contributo fisiologico alla organizzazione adattiva ad un evento. In ognuna di queste situazioni è possibile sentire la variazione del ritmo cardiaco, di quello respiratorio o addirittura della maggiore capacità nel decidere o nel muoversi. La funzione delle emozioni è di: a) informare il soggetto delle emozioni degli altri, b) riconoscerle in se stesso, c) preparare l'azione adeguata. Le emozioni innate di base sono presenti nel neonato e restano fondamentalmente le stesse in tutte le culture; il loro aspetto soggettivo-esperienziale e le emozioni più complesse si sviluppano durante la prima infanzia e in questo processo giocano un ruolo di grande importanza la cognizione e la socializzazione; l'acquisizione del linguaggio ha un impatto fondamentale sulla nascente capacità del bambino di regolare gli affetti a livello intrapersonale e nella relazione con gli altri. L'emergere della capacità di rappresentare l'idea di un affetto e della consapevolezza del proprio stato mentale e di quello di altre persone implica che il bambino ha acquisito una comprensione del concetto di mente (intorno al terzo anno di vita). Un aspetto significativo del vissuto emozionale è, inoltre, la consapevolezza dell' accadere. Se si ha consapevolezza di quello che si sta vivendo è possibile organizzarsi adeguatamente e dare risposte coscienti e razionalmente appropriate ma soprattutto anche le risposte inconsce hanno modo di organizzarsi funzionalmente sulle basi di esperienza che noi stessi possiamo controllare. Quando non si ha consapevolezza del vissuto emozionale le risposte di adattamento si organizzano in maniera inconsapevole, immediata e secondo codici inconsci che possono non essere funzionali alle esigenze reali di quel momento. Nelle situazioni di stress ovvero di eccesso di adattamento all'ambiente con conseguenti risposte nevrotiche, si danno risposte caratterizzate da particolari disturbi del comportamento. Questo stato è accompagnato una evidente condizione di inconsapevolezza emozionale. La maggior parte di questi disturbi si collocano su un livello somatico dando origine alle malattie psicosomatiche. Le malattie psicosomatiche Le malattie che storicamente sono state sempre interpretate come psicosomatiche sono ipertensione, l'asma , la colite ulcerosa, l'ulcera e l'eczema. Ma i disturbi psicosomatici coinvolgono diversi apparati: gastrointestinale( colon irritabile, gastrite cronica, stipsi, nausea, vomito e diarrea da "esami"); respiratorio ( tachicardia, palpitazioni); cutaneo( psoriasi, orticaria, dermatite atopica); muscoloscheletrico ( cefalea, crampi) Esiste poi un disturbo specifico della sfera emotiva: l'alessitimia ovvero la difficoltà ad esprimere verbalmente le proprie emozioni. Alcuni teorici hanno inserito l'alessitimia all'interno dell' "analfabetismo emotivo". La nostra società tende a sminuire il ruolo delle emozioni, parliamo moltissimo ma senza in realtà dirci nulla di veramente importante. Sono molte le persone, indipendentemente dal livello culturale che mancano di competenza emotiva. Non sono in grado di sentire quello che provano e di riconoscere negli altri gli stessi sentimenti. Esistono gli analfabeti emotivi gravi che credono che tutto si possa controllare razionalmente, che non bisogna mai lasciarsi andare, neanche di fronte ad un lutto, che tendono ad evitare e a negare tutte le emozioni più forti. Ad un secondo livello ci sono gli alfabetizzati che riescono a provare grandi emozioni come l'odio e l'amore ma non conoscono i sentimenti intermedi. Infine esistono gli individui emotivamente competenti che centrano la loro abilità emotiva sull'empatia,. Tuttavia tendono ad avere, proprio perché così sensibili, paura di mostrare eccessivamente agli altri le loro emozioni. L'analfabetismo emotivo è purtroppo molto diffuso ed è proprio per questo che diventa importante esercitarsi ad esprimere e riconoscere le proprie emozioni....
 
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