Un Blog in Rosa

La classica non è mai stata così sexy
 
Dissacranti come Vanessa Mae, charmant come Anna Netrebko, belle come Baiba Skride: i nuovi interpreti della «musica dei cieli» (c'è anche Sting che suona il liuto) sono una vera sorpresa.
 
Violiniste flessuose come top model, affascinanti pianiste che ballano con i lupi, soprano che sembrano dive del cinema: un nugolo di dotate concertiste ha invaso il mondo della classica. Che attira anche le rockstar più famose, stanche di ripetere gli stessi hit da radio fm.
C'era una volta la musica dei cieli, consacrata dalla santa trinità Bach-Mozart-Beethoven e abitata da musicisti-asceti che consumavano i giorni nell'esercizio maniacale del proprio strumento. Testardi, rigorosi e isolati eremiti di un'arte per pochi eletti, sorda a ogni contaminazione e tentativo di svecchiamento. Poi sono arrivate le avvenenti (e bravissime) soliste da copertina, come Anne-Sophie Mutter o Viktoria Mullova, violiniste sexy che univano il piacere della buona musica al piacere dell'occhio, soprattutto maschile.

Ma adesso siamo già alla terza (o quarta) fase di un'impressionante mutazione. Complici la crisi dell'industria discografica e la ripetitività di un repertorio che sembra blindato, la confusione regna sovrana nell'ambiente piuttosto conservatore della classica. Basta citare le ultime imprese che sconcertano gli ascoltatori più ansiosi.
L'ex punk Elvis Costello scardina la roccaforte della classica, swingando come un folle il suo Charles Mingus con una squillante bigband: titolo dello spudorato cd My flame burns blue. Poco dopo, ed è già oggi con Songs from the labyrinth, Sting, l'ex Police in persona getta alle ortiche il basso elettrico e titilla le corde di un antico liuto, cantando le canzoni elisabettiane di John Dowland (1563-1626), uno dei massimi compositori britannici.

L'etichetta è sempre la celebre Deutsche Grammophon, il marchio giallo dei dischi più prestigiosi di Claudio Abbado, Maurizio Pollini, Herbert von Karajan, Leonard Bernstein e gli altri giganti della classica. Intanto Paul McCartney esorcizza la fine del matrimonio con Heather Mills pubblicando Ecce cor meum, l'oratorio che lo ha tenuto impegnato per otto anni, il più riuscito dei suoi lavori classici fino a oggi.
E un altro inglese, il violinista classic-punk Nigel Kennedy, non nuovo alle provocazioni crossover, incide a New York Blue Note sessions, un jazz-album, insieme alle stelle della specialità come Jack DeJohnette, Joe Lovano e Ron Carter per l'omonima etichetta dei capolavori dell'hard-bop.

Ma la più dissacrante è Vanessa Mae, la violinista superstar nata 28 anni fa a Singapore da madre cinese e padre thailandese. A 25 era già un fenomeno pop: con una tecnica da virtuosa classica ha spopolato col primo fusion-album The violin player. Considerata «una delle donne più belle del mondo», milioni di dischi venduti, ha collaborato con Prince, Janet e Michael Jackson, ha suonato Bach per la famiglia reale inglese e ha sfilato per Jean-Paul Gaultier con un eccentrico abito da sposa.
E se questi sono i casi limite, anche passando agli interpreti più fedeli ai sacri testi, il panorama classico del 2000 è affollato di seducenti soliste che irradiano bellezza fisica e sonora.

Un po' in ribasso di fronte alla crescente invadenza femminile, i giovani di sesso maschile continuano a prevalere tra i direttori d'orchestra. Sotto i riflettori è il venezuelano Gustavo Dudamel, 25 anni, prediletto di Claudio Abbado. Tra i pianisti brilla il coetaneo Martin Stadtfeld di Coblenza, secondo Enzo Siciliano tanto «miracoloso» da riuscire a dare nuovo splendore alle bachiane Variazioni Goldberg, a lungo bloccate dalle storiche versioni di Glenn Gould.

La russa Anna Netrebko: secondo alcuni critici è "una nuova Callas"Ma sono le donne a monopolizzare l'attenzione. Anzitutto le voci. Diva incontrastata è l'americana Renée Fleming, un prodotto della Julliard School di New York, «tra le 25 persone più intriganti del pianeta» secondo People, una discografia già sterminata con velleità anche pop-jazz tra Brad Mehldau, Bill Frisell e Joni Mitchell.

In grande ascesa la russa Anna Netrebko, 35 anni, secondo molti «la nuova Callas», allieva di Renata Scotto, svezzata da Valery Gergiev all'Opera di Kirov, eroina delle opere di Giuseppe Verdi e Wolfgang Amadeus Mozart, straordinaria nel recente Russian album, descritta come «una Audrey Hepburn con voce d'angelo, l'aspetto di una studentessa e la grazia di una ballerina».
Tra le violiniste, strepitosa l'americana Hilary Hahn che a 26 anni ha reso tutti euforici registrando praticamente l'intera letteratura concertistica. Eccellente anche la lettone 25enne Baiba Skride, che appassiona nei dischi dedicati a Dmitri Shostakovich e Leos Janacek, e nel solo-album Bach, Bartok e Ysaye.

Poetica e intensamente lirica la coetanea violoncellista argentina Sol Gabetta, che «incanta con la sua immacolata intonazione» impugnando un raro Guadagnini del 1759. Bella, romantica e misteriosa la francese Hélène Grimaud, 37 anni, ex ragazza difficile, pianista con uno stile istintivo e sensuale, studia e alleva i lupi in un villaggio del Connecticut nel South Salem, la terra delle streghe. La Bollati Boringhieri ha appena edito Variazioni selvagge, un libro-confessione in cui Hélène racconta come si sia calmata dopo l'incontro con gli amici lupi. 

Fonte. www.panorama.it

Genova, 29 Novembre 2006

Innocenti Tentazioni

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