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PREGHIERA A SAN GIUSEPPE

San Giuseppe

San Giuseppe, mi consacro a te per essere per sempre tuo imitatore, tuo amabile figlio. Prendi possesso di me, fa’ del mio corpo e della mia anima ciò che faresti del tuo corpo e della tua anima, per la gloria di Gesù. Pure lui si è affidato a te così pienamente da lasciarsi portare là dove tu credevi opportuno, da stabilire te per suo padre e obbedirti come il più docile figlio. Sacro Cuore di Gesù, grazie di averci dato Giuseppe per padre e di averci donato tutto ciò che hai e tutto ciò che sei. Fa che ti restituisca amore per amore; te lo chiedo per intercessione e in nome di san Giuseppe. Amen.

 

Eucarestia

O Gesù, che ti fai alimento spirituale per noi nel Sacramento dell'Eucarestia, nutri le nostre anime e fa' che possiamo essere sempre migliori, giorno dopo giorno, nelle vie di Dio. Amen.

 

 
 
 

 

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I beni della terra e i beni del cielo

Post n°1515 pubblicato il 24 Settembre 2015 da francesconapoli_fn

Gesù

Dal Vangelo secondo Matteo: (In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!»). PAROLA DEL SIGNORE.

Fratelli, ecco a voi oggi il pezzo di Vangelo in cui Gesù ci insegna la corretta visione dei beni di questo mondo paragonati a quelli del cielo...

Commento a cura del Movimento Apostolico: (Oggi il Signore insegna ai suoi discepoli il retto uso dei beni di questo mondo. Le cose della terra sono per il bene di ogni uomo. La terra Dio non l'ha dato in possesso a pochi. L'ha data all'uomo, ad ogni uomo. Tutti devono potersi nutrire dei suoi frutti. Tutto devono essere resi partecipi dei suoi beni. La terra dona i suoi frutti ad una condizione: che l'uomo lavori il suolo con il sudore della sua fronte: "All'uomo disse: «Maledetto il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba dei campi. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai!»" (Gn 3,17-19). Tutto ciò che l'uomo vuole trarre dalla terra, lo deve fare con il duro lavoro. Il suolo non darà nulla da se stesso. Nessun uomo dovrà essere schiavo del suo lavoro. Il Signore non vuole che lui si lasci prendere dalla concupiscienza degli occhi e dalla bramosia del cuore: "Ricordati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te" (Es 20,8-11). Il riposo nel giorno consacrato al Signore è obbligo di riconoscenza e di vera adorazione. Poste le condizioni per un onesto, giusto, santo lavoro da parte dell'uomo, può lui accumulare quanto il suolo gli produce con la benedizione di Dio oppure deve dare ai suoi fratelli quanto è di più, o supera il suo fabbisogno quotidiano? Deve pensare necessariamente al suo futuro oppure affidare il suo futuro alla Provvidenza e alla benedizione del Padre celeste? La regola di Gesù è semplice, facile da osservare, necessità però di una grande fede nel Padre suo che è nei Cieli. Ogni bene che la terra produce è un dono di Dio, non è il frutto del nostro lavoro. Il lavoro è condizione, via, perché Dio metta la sua benedizione. Se Dio benedice, è giusto, doveroso, cosa santa rendere partecipe Dio di quanto la sua benedizione ha prodotto. Si deve considerare Dio e la sua benedizione vero partner nel nostro lavoro. Qual è la parte che spetta al nostro socio celeste? La risposta dell'Antico Testamento era questa: "Terminate le feste nuziali, Tobi chiamò suo figlio Tobia e gli disse: «Figlio mio, pensa a dare la ricompensa dovuta a colui che ti ha accompagnato e ad aggiungere qualcos'altro alla somma pattuita». Gli disse Tobia: «Padre, quanto dovrò dargli come compenso? Anche se gli dessi la metà dei beni che egli ha portato con me, non ci perderei nulla. Egli mi ha condotto sano e salvo, ha guarito mia moglie, ha portato con me il denaro, infine ha guarito anche te! Quanto ancora posso dargli come compenso?». Tobi rispose: «Figlio, è giusto che egli riceva la metà di tutti i beni che ha riportato»" (Tb 12,1-4). La risposta di Gesù è la seguente: "Date piuttosto in elemosina quello che c'è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro" (Lc 11,41). L'accumulo è vero peccato di ingratitudine verso il socio divino).

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi, rendeteci puri e liberi di cuore.

 
 
 
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San Michele Arcangelo, donaci la forza per tenere lontano le insidie del maligno. Ricaccia negli inferi gli spiriti malvagi e custodisci con la tua potenza i figli di Dio. Amen.

 

Sacro Cuore di Gesù

Sacro Cuore di Gesù purificaci da ogni macchia di peccato e donaci salute e salvezza.

Amen.

 

San Pio

O San Pio da Pietrelcina, intercedi per noi presso Gesù affinché ci siano concesse le grazie materiali e spirituali necessarie per ottenere la salvezza eterna di ognuno di noi, cosicché possiamo rendere gloria a Dio come Lui vuole, con cuore, anima e mente. Amen.

 

 

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O Sant'Antonio, che hai preferito abbandonare la dottrina per vivere nella semplicità, sul tuo esempio, aiutaci a vivere come umili cristiani pieni di sante virtù, la cui grande ricchezza sta nell'essere con Cristo, Salvatore del mondo. Amen.

 

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