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PREGHIERA A SAN GIUSEPPE

San Giuseppe

San Giuseppe, mi consacro a te per essere per sempre tuo imitatore, tuo amabile figlio. Prendi possesso di me, fa’ del mio corpo e della mia anima ciò che faresti del tuo corpo e della tua anima, per la gloria di Gesù. Pure lui si è affidato a te così pienamente da lasciarsi portare là dove tu credevi opportuno, da stabilire te per suo padre e obbedirti come il più docile figlio. Sacro Cuore di Gesù, grazie di averci dato Giuseppe per padre e di averci donato tutto ciò che hai e tutto ciò che sei. Fa che ti restituisca amore per amore; te lo chiedo per intercessione e in nome di san Giuseppe. Amen.

 

Eucarestia

O Gesù, che ti fai alimento spirituale per noi nel Sacramento dell'Eucarestia, nutri le nostre anime e fa' che possiamo essere sempre migliori, giorno dopo giorno, nelle vie di Dio. Amen.

 

 
 
 

 

Chi non è contro Gesù, è per Gesù

Post n°2181 pubblicato il 28 Settembre 2024 da francesconapoli_fn
 

 

Gesù

Dal Vangelo secondo Marco: (In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue»). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, siamo giunti alla 26' domenica del tempo ordinario. Il Vangelo in questione mette in luce la questione delle divisioni in materia di apostolato e di fede, il cosiddetto "settarismo". Ma esiste anche un settarismo "extra": la voglia di difendersi da un mondo che sempre meno capisce e tollera la presenza cristiana. Dobbiamo impegnarci a fondo per ottenere quell'alchimia che da una parte connoti un'identità, quella cristiana, che ha diritto di cittadinanza, ma che dall'altro non diventi contrapposizione. Uno sguardo ottimista sulla realtà e sul cammino dell'uomo, sguardo del Nazareno, ci permette di riconoscere e valorizzare i tanti semi di bene e di luce che lo Spirito semina nel cuore dei tanti credenti. Non accogliere i semi che Dio sparge anche nel cuore di chi non appartiene alla nostra stessa identica fede, ci fa capire il Signore, è un peccato di orgoglio e ostinazione. La divisione fra i cristiani resta comunque uno scandalo gravissimo, che ostacola coloro che desiderano avvicinarsi a Gesù. Noi dobbiamo essere lo spazio pubblicitario di Dio per il mondo, chiamati a vivere rapporti al nostro interno da "salvati" e a far diventare le nostre piccole e acciaccate comunità, città sul monte, segno di speranza per i cercatori di verità. Un invito che rivolgo a me e a voi, a qualunque esperienza ecclesiale apparteniate, a vivere con responsabilità evangelica: è Dio che converte e salva il mondo. Noi, al più, dobbiamo cercare di fare la sua volontà e permettere che il suo disegno di salvezza si realizzi per ciascuno dei suoi figli. Amen).

 
 
 

Chi vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti

Post n°2180 pubblicato il 21 Settembre 2024 da francesconapoli_fn
 

 

Gesù

Dal Vangelo secondo Marco 9,30-37: (In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato»). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, Gesù, in questo pezzo di Vangelo, si confida con i suoi, parla delle sue visioni: ormai sa che la situazione volgerà in negativo. Non sono bastati i suoi discorsi, il suo modo nuovo e sereno di parlare di Dio, non sono bastati i segni eclatanti, non è bastato il suo volto sorridente. La folla, dopo i primi entusiasmi, si è raffreddata: Gesù, turbato, è disposto ad andare fino in fondo al suo disegno d'amore, è disposto a donare la sua vita e ne parla con i suoi, cerca conferma, conforto, incoraggiamento. Intorno a sé Gesù ha gli apostoli: con loro ha condiviso tre anni della sua vita, giorno e notte. E invece nulla, Gesù riceve in risposta dai suoi un imbarazzato silenzio e, subito dopo, Marco annota un fatto da far accapponare la pelle: "avevano discusso tra loro chi fosse il più grande". Gesù parla della sua morte e loro stanno distribuendosi i posti, litigano sui privilegi, misurano le priorità. Gesù cerca conforto e riceve meschinità, attende un consiglio e annega nell'indifferenza. E Gesù, l'immenso Gesù, il Rabbi Gesù, questo Dio paziente e misericordioso, ancora una volta si mette da parte, non pensa al suo dolore e insegna: "tra voi non sia così: chi vuole essere il più grande, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti". Perché agli occhi di Dio non sono più grandi i potenti e coloro che occupano un posto altolocato nella società, ma coloro che sanno abbassarsi nell'umiltà fino a diventare un nulla, coloro il cui cuore diventa semplice come quello di un bambino, coloro che si pongono al servizio di tutti. Impariamo in questa domenica la logica di Dio e sicuramente ne trarremo abbondanti frutti spirituali per la nostra vita eterna).

 
 
 

Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio

Post n°2179 pubblicato il 14 Settembre 2024 da francesconapoli_fn
 

 

Gesù

Dal Vangelo secondo Marco 8,27-35: (In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà»). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, chiunque di noi si trova a parlare di Gesù, anche tra chi non ha fede e non crede, ieri come oggi. In televisione, nei dibattiti, tra amici: Gesù spesso è un mistero irrisolto, difficile da decifrare. Chi è, veramente, Gesù di Nazareth? Le risposte le conosciamo: un grand'uomo, un uomo mite, un messaggero di pace, uno dei tanti uccisi dal potere. Tutto vero, ma talvolta ci si ferma qui; difficilmente si accetta la testimonianza della comunità dei suoi discepoli: Gesù è il Cristo, Gesù è il Figlio di Dio. Molti danno retta alla teoria di moda per dire sempre e solo una cosa, da duemila anni: il Gesù vero non è quello (sconcertante) che ci hanno raccontato... Gesù non ci sta e, a bruciapelo, pone oggi a ciascuno di noi la domanda: "E tu chi dici che io sia?". Per noi solamente, senza l'assillo di dare risposte sensate o alla moda, senza la facciata e l'immagine da tenere in piedi. Simone osa e si lancia: "Tu sei il Cristo!". Risposta forte e ardita: in nessun modo Gesù assomiglia al messia che la gente si aspetta, così comune, dimesso, arrendevole e misericordioso. Ma Gesù, riconosciuto Cristo, gli restituisce il favore e gli svela che egli è una Pietra, su cui fonderà la sua Chiesa. Se ci avviciniamo a Gesù e lo riconosciamo Signore, subito verremo a conoscenza di chi siamo in noi stessi, chi siamo in verità. Dio svela l'uomo a se stesso, sempre. Amen).

 
 
 

Gesù guarisce un sordomuto

 

Gesù guarisce un sordomuto

Dal Vangelo secondo Marco 7,31-37: (In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!»). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, Gesù non fugge gli impuri e non li condanna, come fanno i farisei. Invece li salva. La guarigione del Vangelo di oggi, fa esclamare alla folla "ha fatto bene ogni cosa, ha fatto vedere i ciechi, ha fatto udire i sordi!". Entusiasmo condivisibile. Indubbiamente il Vangelo di questa domenica ci fa riflettere. Sarebbe meglio non ammalarsi, e raramente ho visto gente trovare Dio e la fede nel dolore. Più spesso la si perde. La nostra predicazione è scivolata nella retorica su questi temi, e ci siamo scordati che il dolore e la malattia stravolgono una vita e, il più delle volte, annegano la fede. Preferiamo cento volte essere guariti che offrire la nostra sofferenza in comunione a Gesù in croce! Allora? Gesù ha maturato in sé una certezza: non è vero che "basta la salute". L'uomo vuole immensamente di più, necessita di molte più cose. Abbiamo bisogno di salute, certo. Ma, molto di più desideriamo la felicità. Di fronte ad un malato Gesù chiede: "Cosa vuoi che ti faccia?". Assurdo, no? Vuole la guarigione! Ma ne siamo proprio certi? Gesù sa che solo qualcosa di più grande può rendere felice il cuore dell'uomo. Come i dieci lebbrosi guariti, di cui uno solo, straniero, torna a ringraziare, Gesù dice: "Dieci sono stati sanati, ma uno solo si è salvato". La malattia è mistero e misura del nostro limite, ma più della malattia c'è l'assenza di senso. Gesù, guarendo, sta dicendo che il Regno ormai è arrivato, che la presenza del Padre sta contagiando il cuore di ogni uomo. Amen).

 
 
 

Gesù: "Non c'è nulla al di fuori dell'uomo che possa renderlo impuro"

Post n°2177 pubblicato il 31 Agosto 2024 da francesconapoli_fn
 

 

Gesù

Dal Vangelo secondo Marco: (In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo»). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, ciascuno di noi che gli piaccia o no è fortemente condizionato nel suo agire da ciò che il contesto culturale nel quale è immerso gli ha trasmesso. Il complesso dei valori e delle consuetudini sono delle regole così profondamente radicate in noi che è praticamente impossibile non esserne condizionati. Quanta parte hanno nelle nostre scelte le parole o, ancora di più, i comportamenti di coloro che fanno parte del nostro mondo e a cui abbiamo dato e diamo la nostra fiducia? La responsabilità che ogni nostra parola e ogni nostro gesto ha sugli altri è enorme! Dire una parola o compiere un gesto ha un enorme valore sulla vita di altri. Le tradizioni, ovvero quel complesso di parole e gesti che facciamo nostre o che ignoriamo, finiscono per avere un impatto non trascurabile sulla vita di chi entra in relazione con noi. Gesù è consapevole di tutto ciò, sa che ci sono tradizioni che allontanano dalla verità e che generano convinzioni che non rendono la vita migliore. Il brano del vangelo di questa domenica è un invito a riflettere su ciò che può cambiarci la vita e su ciò che genera illusione. Essere convinti che mangiare un cibo piuttosto che un altro ci possa rendere persone migliori, è una illusione. Ciò che può avvelenare la vita - dice Gesù - e la può rendere un inferno, è ciò che "esce" dal nostro cuore e non sarà certo un cibo a poter cambiare le cose. Attenti quindi a non passare molto tempo ad osservare tradizioni che illudono, meglio metterci in ascolto di una Parola, di una Verità che può cambiarci dal di dentro e può aiutarci a non lasciarci condizionare dal male che ci abita. Amen).

 
 
 
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San Michele Arcangelo

San Michele Arcangelo, donaci la forza per tenere lontano le insidie del maligno. Ricaccia negli inferi gli spiriti malvagi e custodisci con la tua potenza i figli di Dio. Amen.

 

Sacro Cuore di Gesù

Sacro Cuore di Gesù purificaci da ogni macchia di peccato e donaci salute e salvezza.

Amen.

 

San Pio

O San Pio da Pietrelcina, intercedi per noi presso Gesù affinché ci siano concesse le grazie materiali e spirituali necessarie per ottenere la salvezza eterna di ognuno di noi, cosicché possiamo rendere gloria a Dio come Lui vuole, con cuore, anima e mente. Amen.

 

 

Sant'Antonio di Padova

O Sant'Antonio, che hai preferito abbandonare la dottrina per vivere nella semplicità, sul tuo esempio, aiutaci a vivere come umili cristiani pieni di sante virtù, la cui grande ricchezza sta nell'essere con Cristo, Salvatore del mondo. Amen.

 

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