Lc. 1- 39/56
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
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Prima di parlare del Santo Vangelo di oggi, meditiamo brevemente il Santo Vangelo di ieri per chiarire cosa avviene spiritualmente in una donna incinta. Quando Maria entra nella casa di Elisabetta il bambino che è nel suo grembo, il Battista, fa salti di gioia. Sarebbe, il bambino in Lei ha sentito la presenza del Signore che era in Maria, ma non dimentichiamo che la scrittura sta anche dicendo che Elisabetta fu colmata di Spirito Santo. Lo Spirito Santo è Spirito di vita , dove c’è LUI c’è la vita. La persona è viva e non solo vegeta. E’ per questo che la vita sa riconoscere la fonte della vita. E’ per questo che S. Paolo scrive: Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito Santo si conoscono e si amano anche se non si sono mai visti. E’ per questo che Elisabetta riconosce il Signore e, nello spirituale, la donna che ne è degna di portarLo nel suo grembo.
Noi, pur avendo ricevuto il Santo Spirito con i sacramenti, l’avremmo riconosciuta? Se sì siamo vivi, se no siamo morti anche se vegatalmente siamo vivi. Se siamo morti spiritualmente sappiamo cosa vuol dire, o meglio conosciamo la gravità della nostra condizione spirituale?
In questi pochi versetti c’è anche la risposta a coloro che sono favorevoli all’aborto e credono che, quando si abortisce, il feto sia solo un grumo di sangue! Se veramente il feto fosse solo un grumo di sangue il “grumo di sangue” che era in Elisabetta non avrebbe potuto sussultare. In verità l’anima entra nel feto nel momento stesso del concepimento, per cui l’aborto è un omicidio aggravato dal fatto che chi lo ordina è la mamma che porta il bimbo nel suo grembo. Nessun animale fa questo, provate ad avvicinarvi ai pulcini di una chioccia o ai cuccioli di una cagna per vedere come queste li difende fino alla morte. Questo gravissimo peccato nella nostra Europa, che ci piace definirla “dalle radici cristiane”, è purtroppo lecito, ma non dobbiamo scoraggiarci perché saremo giudicati dalle nostre opere e non da quelle altrui!
Ef 5- 15/20
Fratelli, fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò sconsiderati, ma sappiate comprendere qual è la volontà del Signore.
E non ubriacatevi di vino, che fa perdere il controllo di sé; siate invece ricolmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.
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San Paolo, che vede il pericolo, sta dicendo di fare molta attenzione al nostro modo di vivere, cioè di non lasciar spazio al permessivismo, di vivere da saggi e non da stolti evitando l’ubriachezza ed altri piaceri carnali, di cantare salmi, inni e quant’altro inneggia al Signore DIO. Noi nelle nostre ci intratteniamo così oppure ci intratteniamo con del buon vino, con dolcini e dolcetti ed altre golosità dimenticando di inneggiare al Signore? Non parliamo poi di certe adunanze dei giovani e meno giovani che vanno dalle feste private alle discoteque ed ai rave meeting , dove sesso, alcool e droga sono la “normalità”. Eppure ci definiamo europei dalle radici cristiane! San Paolo sta anche dicendo che saremo ricolmi di Spirito Santo se nel nostro stare insieme inneggiamo al Signore, ma quando ci si intrattiene per accontentare i desideri carnali che il maligno suscita e giustifica, ricolmi di cosa si diventa se non del maligno?
Gv 6- 51/58
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
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Il Signore Gesù continua a ripetere che per avere la vita l’unica via è mangiare la Sua carne e bere il Suo sangue, anche se il mondo continua a credere che per vivere basti nutrire il corpo e chiama vita il vegetare.
Se vedesse che spiritualmente ci nutriamo ogni giorno non insisterebbe nell’ offrire se stesso come sacrificio vivo che si ripete in ogni Santa Messa. LUI sta vedendo la nostra anoressia spirituale ed è per questo che offre se stesso per nutrici spiritualmente. Conosciamo tante persone che vogliono avere più fede ma non ci riescono, conosciamo tanti bestemmiatori che voglio smettere ma non ci riescono, conosciamo tanti fumatori che vorrebbero smettere di fumare ma non ci riescono, conosciamo tanti alcolizzati che vorrebbero smettere di bere ma non ci riescono, conosciamo tanti tossicodipendenti che vorrebbero smettere di drogarsi ma non ci riescono ecc.. In pratica conosciamo tante persone, noi compresi, che sono schiave dei piaceri della carne ( alcool – droga – sesso senza concepimento – fumo – cibo per il gusto mangiare – riposo non per recuperare ma per pigrire) e che vorrebbero cambiare ma non ci riescono perché il peccato domina la volontà. L’anima fino a quando è in comunione con il Signore Dio è forte e potente e la volontà dell’uomo è la potenza nell’uomo stesso. Quando si adora qualsiasi cosa che non sia il Signore Dio, si perde la comunione con il Signore DIO, quindi si perde la potenza della volontà e si diventa più deboli del peccato, così anche se l’uomo non vuole più peccare pecca ugualmente perché non è più lui a decidere ma il peccato un lui. In questo caso l’uomo ha perso il potere sul suo volere e da solo non può più fare nulla. Il Signore Gesù vede la nostra condizione e offre se stesso - il Suo corpo e il Suo sangue come nostro nutrimento – per restituirci la potenza che ci permette di vincere il peccato tornando a vivere forti e potenti, così come fummo creati. Assieme alla potenza ci da anche la luce per scoprire la nostra verità, nessun peccatore può combattere per vincere il peccato se prima non scopre di essere peccatore, come nessun malato combatterà per vincere la malattia se prima non scopre di essere malato. Il Signore Gesù è la nostra speranza perché offrendosi come cibo per nutrire le nostre anime debilitate ci restituisce l’immagine e somiglianza del Signore Dio che abbiamo perso con il peccato. Questo è l’amore, ma chi crede sarà salvato e chi non crede sarà condannato.
Grazie Signore Gesù. |