Creato da redazionefuorispazio il 30/06/2009

L'amore secondo noi

ragazzi e ragazze alla ricerca dell'identità di Delia Vaccarello oscar mondadorii

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INTERVISTA su GAY.IT

Post n°33 pubblicato il 05 Luglio 2009 da redazionefuorispazio

L`AMORE E` UNA RIBELLIONE

di Gabriele Strazio

(25/10/2005) E` appena uscito `L`amore secondo noi`, nel quale Delia Vaccarello compie un itinerario dal vivo attraverso le storie di giovani ragazze e ragazzi alle prese con l`amore. L`abbiamo intervistata.


Prima di tutto una finestra su “L’amore secondo noi”: com’è nato e cosa ti aspettavi di trovare, quale era il progetto, cos’hai poi trovato…?

Io sono innamorata dell’amore e della passione, cercare di scorgere il momento della loro nascita è stato un intento seduttivo. Parlo di amore e di passione in genere, non solo a due, di passione civile anche. Mi aspettavo di trovare voci nuove, capaci di dire di sé ma anche confuse, in cerca, inquiete. Ho trovato una gran fiducia, la solidità di rapporti con ragazzi dai sedici anni in su che nutre e dà la carica. Ero stanca di barriere inutili ma necessarie a certo pensiero oscurantista: ognuno cerca la propria maturità affettiva e il proprio orientamento sessuale, la dicotomia tra normali e diversi è spaventosamente irreale.

Il tuo volume, trattando la convergenza spinosa di due argomenti delicati come l’amore e i ragazzi di oggi, si staglia su uno sfondo iper-accademico e si caratterizza per un approccio meno formale: hai scelto questa via solo per rivolgerti meglio ai ragazzi o è anche una fortunata intuizione per rendere più accessibile il tema in senso lato?

La ricerca del linguaggio diretto, del giusto tono, che si intravede soprattutto nella sezione “viaggi” successiva a ogni storia – il libro è formato da sette storie di ragazzi, personali e collettive, e sette viaggi, più tante domande dei ragazzi e tante definizioni di amore – è stata delicatissima. Non aveva senso scadere nel didascalico, è un tono che non mi appartiene. Era necessario, invece, intercettare le emozioni vissute da chi racconta le storie e da chi legge, e restituirle nella pagina facendo un salto. Quel salto che si fa tutte le volte che si coglie – attenzione: non dico si capisce – , che si afferra, il senso del vivere. Se vivessimo in una cultura dell’emozione questo procedimento sarebbe noto, ma noi non elaboriamo le emozioni, e finiamo per non sentirle neanche. Il libro cerca di comunicare. Comunicare è un’arte.

Attraverso il tuo libro sentiamo i ragazzi parlare di rispetto, felicità, giustizia, attenzione per le piccole cose e non solo quelle grandi, mentre l’amore si rivela insieme come una scoperta e alle volte anche un rimedio; se è vero che i ragazzi di oggi sono gli adulti di domani, tutto questo è una speranza per la società futura o questa “isola felice” è destinata purtroppo comunque a mutarsi, a scendere a compromessi morali e, per dirla tutta, rimanere sempre la stessa?

Io intravedo davvero a stento il mio destino, non posso immaginare quello dei ragazzi di oggi. C’è un rischio, certo: la loro apertura – che non è un’isola felice, perché vive affiancata da bullismo, sessuofobia, omofobia – è frutto di un momento che gode di alcune opportunità. I messaggi medievali sull’ordine naturale delle cose che le gerarchie cattoliche stanno veicolando con insistenza sono lontani anni luce dall’esperienza dei ragazzi. Occorre però difendere la capacità vitale dei ragazzi di credere. In cosa? Loro credono che l’essere umano possa cercarsi, e possa trovare valori intorno a sé. Credono che possa costruirli. Per questo parlano e ascoltano. Se tutto è già dato, non ha senso il cammino di nessuno.

Spesso questi ragazzi sentono il bisogno di cambiare ambiente per essere felici: traducendo questa immagine si potrebbe pensare che desiderino un ambiente diverso sotto diversi aspetti, dalle libertà dell’individuo, alla famiglia e via dicendo… L’Italia secondo te ququanot è consapevole di questo bisogno di rinnovamento, soprattutto perché visto da chi questo ambiente e questa atmosfera dovrà poi abitarli.

Quando hanno una spinta compulsava a cambiare è perché non si sentono in grado di affrontare la valanga soverchiante dei pregiudizi e della violenza di chi li agisce. Fuggono l’orrore, come dargli torto? Ma non vogliono cambiare per cambiare. Cercano il suono della loro sinfonia, lo inseguono, lo stanano, e poi si fermano. Incantati.

Scegli un termine tra questi e dicci come mai: realizzazione, felicità o sogno.

Sogno. Fin da piccola dicevo di essere fedele ai miei sogni. I sogni, e non le evasioni, sono una forza inarrestabile. I have a dream
“L’amore è sempre una vera ribellione”. Fa un certo effetto sentire pronunciata da “soli” diciotto anni di esperienza una frase così alta, così consapevole, così vera. Sono rare eccezioni questi cuori o ne hai incontrati tanti nel tuo lavoro?

Ma non sono solo cuori, sono individualità forti. Ribellione è un termine che ci porta fuori dal recinto dell’amore sdolcinato o mimato, dell’amore fotocopia di tanti altri presunti amori, dell’amore scimmiottato. Loro si cercano, lamentano le tante maschere che sono costretti a indossare, le tante maschere che vedono intorno a loro, si ribellano. Vogliono cogliere il sapore della vita. E partono da un forte sentire – bello o brutto – cercano la radice dell’emotività grazie a cui crescere, chiamando a raccolta conoscenza e riflessioni. Sono in cerca del loro sapere. Vogliono tutta la verità. Non sono rare eccezioni, rara è la possibilità di ascoltarli.

Trova un aggettivo che possa riassumere la tua esperienza per questo libro.

Rivoluzionaria

Nelle storie che hai riportato si vedono zie coraggiose e dolci, ragazze riflessive e a tratti più determinate dei ragazzi, mamme dallo sguardo più profondo…Le donne lasciano più facilmente le porte aperte all’amore?

Le donne hanno più dimestichezza con l’emotività e meno con la sfera pubblica, e gli uomini viceversa. Ma il coraggio di cercarsi e trovarsi richiede entrambe le attitudini. Non si tratta di porte aperte all’amore. Nel cercare l’amore ragazze e ragazzi cercano se stessi. Queste emozioni forti, erotiche in senso lato ma anche proprio, sono uno start: partono da qui per il viaggio che approderà alla “seconda nascita”. Spesso si sentono soli. Agli adulti chiedono di essere ascoltati, non clonati.

Parlando ora di omosessualità: c’è voluto del coraggio per parlare a voce alta dei giovani alle prese con una vita affettiva meno “canonica”, ma se ne sentiva davvero il bisogno. Nella maggior parte dei casi si trova un muro silenzioso, che sia quello dell’indifferenza o del rifiuto. Ad un certo punto tu dai la bellissima definizione del senso di colpa come “un grande architetto che piazza dentro di noi una scena immaginaria e fortissima”. Questi muri oggi rispetto al passato come ti sembrano? e in futuro come li vedi?

C’è meno controllo, l’architetto è meno maniacale di prima, nel costruire il castello dei sensi di colpa lascia muri non eretti, botole agevoli, traccia tanti passaggi segreti. Finora. Ma questo avviene perché gli adulti sono voltati da un’altra parte, non stanno attenti al terreno sui cui i ragazzi stanno giocando la loro partita decisiva. Il libro non è sull’omosessualità ma sulla ricerca dell’orientamento sessuale. Il messaggio eversivo consiste in questo: cerca sé stesso l’omosessuale, come l’etero, come il o la bisex. L’affettività e la sessualità goduta a pieno sono un approdo. Per tutti.




Il sottotitolo del volume chiama in causa l’Identità, non facile da trovare senza mappe universali. C’è qualcosa di più? La ricerca è un percorso lungo, buio, magari un labirinto, una corsa a ostacoli…?

La ricerca dell’identità “è un work in progress. Insomma è un casino”, per citare una di loro. Non ci sono mappe universali, ma non è l’unica lacuna. Ci sono mappe piene di omissioni. Nei libri di testo i buchi educativi sono da paura, come dicono sempre loro. Non hanno le chiavi per aprire le porte che conducono ai saloni del corpo, alle soffitte del piacere, ai giardini dell’incanto. Come si fa? L’importante è volere e non demordere.

C’è qualcosa che avresti voluto per il tuo libro e invece è mancato?

Narrare l’esperienza della giovinezza trans.

Cosa ti auguri possa portare con sé “L’amore secondo noi”?

L’ironia e l’esperienza dell’amore. Il coraggio di vivere le passioni – amorosa, politica, artistica ecc. – e la capacità di volare in una risata.

E infine, per riportare un episodio del libro, l’amore tra i ragazzi è un bacio alla “Lilly e il vagabondo”?

No, il libro usa quell’immagine trasponendola. Due ragazze vogliono baciarsi e lo fanno ricordando una scena del cartone. Nel momento in cui le loro labbra si accostano, salutano l’infanzia e volano nella sessualità da esplorare. Per farlo escono dal castello stregato dei sensi di colpa. Imboccano l’uscita maestra. E dicono l’una all’altra: “Evvaiiiiiiiii!”.

Gabriele Strazio

 
 
 
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