Creato da a.b.cyrano il 08/12/2009

amore straziato

sindrome di stoccolma - alienazione genitoriale

 

 

« guantanamo femminista

Chi ha ucciso il papā del piccolo paul?

Un bambino chiede al mondo: perchè sono cresciuto lontano dal mio papà?  

-È colpa tua, papà: sei tu il responsabile della tua assenza. È colpa tua se io son diventato grande senza di te-.

-No- dice il padre- A cavallo del mio mustang io son venuto tutte le volte che il giudice aveva previsto. Io mi sono sempre presentato alla tua porta. Col sole e con la pioggia. Saltando i crotali ed evitando i coyote. Sono andato in caserma e ho fatto le denunce; ho guadato il grande fiume; mi sono azzardato nel territorio degli indiani; sono anche venuto coi gendarmi, ma non c’è stato niente da fare: quella porta non si è mai aperta. E intanto un saguaro mi cresceva nel cuore. No, quella porta non si è mai aperta. E non per colpa mia. Perché io ho implorato il mondo di aprirla, quella porta. Ho pregato Dio. Mi son sentito morire cento, mille volte. Ma da solo non potevo. Anche se sapevo che dietro c’eri tu.

-Allora è colpa vostra!- dice il figlio ai gendarmi – è colpa vostra che sapevate e non avete fatto niente!-

-Ma cosa potevamo fare noi, dovevamo abbattere quella maledetta porta? Per metterti fra le braccia di tuo padre? Non ci si può arrampicare su un cactus. Siam venuti tante volte, anche con lo sceriffo Joshua… abbiamo attraversato il deserto…  e…  avremmo potuto, sì, far rispettare la legge, ma tu ne saresti stato traumatizzato; e poi il giudice Brown ci avrebbe sgridato. Sgridato, sì… Anche se era stato proprio lui a emettere il provvedimento… No, noi non ne abbiamo proprio colpa. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo. Fin dove potevamo. Abbiamo sempre confortato tuo padre, gli abbiamo dato i moduli per le denunce e gli abbiamo offerto il whisky e il sigaro in caserma. Ma di più, credici figliolo, di più non potevamo. E’ difficile buttare giù una porta, ancor di più se aldilà c’è un bambino. La colpa è di chi quella porta l’aveva chiusa-.

-E’ colpa tua, mamma! Tu avevi chiuso quella porta.

-No, la colpa non è mia, cucciolo: io ho fatto quello che la giustizia mi consentiva di fare: la prova è che nessuno, neanche lo sceriffo, si è azzardato a buttarla giù, quella porta. Anche perché nessuno, credimi tesoro, si è mai presentato a prenderti. Nessuno è mai venuto qui al ranch. D’altronde il mio avvocato me lo aveva detto: le porte nel nostro grande paese non si buttano mai giù. Stia tranquilla signora, che è in una botte di ferro. Neanche il più forte dei bisonti sarebbe in grado di fare breccia. Il mio avvocato me l’aveva detto. E ha avuto ragione.

-Quindi è colpa tua avvocato!-

-No, io faccio il mio mestiere e il mio mestiere può essere anche, talora, quello di esasperare le persone; anche solo per ottenere un atto squilibrato. Ma io ho semplicemente dato un consiglio. Tua madre lo ha accettato. Poteva anche non farlo. In fondo, le mie, erano parole scritte nella sabbia del deserto. Io ho solo cercato di far ottenere alla mia cliente, a tua madre, il massimo tornaconto. Per quello ho studiato. Per quello sono pagato. Su quello ho giurato. Io non sono un cow boy, io non ferro i cavalli: ho agito sulla base di quello che ho imparato essere il modo di ragionare del giudice. Su quello ho modellato i miei pareri. Esattamente come le pareti friabili del canyon sono state modellate dai venti dell’altopiano. E non ho sbagliato: prova ne sia che lo psicologo del Tribunale ti ha messo sempre nelle mani di tua madre. Perizia dopo perizia. Denuncia dopo denuncia. Dollaro dopo dollaro-.

-Allora è colpa tua, psicologo!-

-No. Io sono solo il Consulente del Tribunale. Seguo il vento della prateria. E spesso, nel più recondito angolo del mio animo, soprattutto alla sera quando sono solo di fronte al mio whisky, mi sento il lacchè del giudice: io devo dire ciò che il giudice vuole sentirsi dire. Altrimenti non verrò più chiamato nei Tribunali e perderò tanti dollari. Ma non dirlo a nessuno, ragazzo. Ho anch’io una dignità. No. Non è colpa mia se non hai più visto tuo padre: io ho espresso un parere e sono pagato per questo. Un bambino non ha padre. Ha solo una madre. E a percorrere sempre la stessa traccia, si suda meno e non si sbaglia mai. Come le carovane nel deserto, ragazzo. Le carovane che vanno a Tucson. Ma io non sono un magistrato: è il giudice Brown che infine decide, non io. Se tua madre non ti ha consegnato venti, quaranta, cento volte a tuo padre, io non posso farci niente. Io non potevo verificare chi dei due diceva la verità: non sono mica un giudice, io-.

-E’ colpa tua!- dice il ragazzo a voce alta indicando il magistrato – se io sono cresciuto senza un padre: è colpa tua che eri stato informato e non hai mai fatto niente!-

Ma il giudice Brown ribatte : –Io sono oberato di compiti più importanti e meritevoli di attenzione che star dietro a due litigiosi che non hanno mai voluto fumare il calumet della pace; che vedere se un bambino ha veramente due genitori; che pensare a chi dei due genitori garantisce le migliori prospettive di vita. Devo seguire i furti di bestiame, gli assalti degli ultimi indiani alle diligenze e le distillerie clandestine… ho più compiti io che spine un cactus. Non posso stare dietro a tutto, io. Non posso essere esperto di tutto. Pensa che stamane non ho ancora avuto il tempo di bere il mio whisky al saloon, ragazzo. Pensa che a volte non ho neanche il tempo di aprirle le scartoffie. E così mi sono allenato a capirne il contenuto dallo spessore. Non ho più bisogno di aprirli i faldoni, io. E poi, ragazzo, a me hanno insegnato così: che con la separazione un genitore lo si perde quasi sempre ed è meglio, per te, per tutti, che quel genitore sia il padre. Sempre e comunque. Premuroso o menefreghista. E’ questo il tuo supremo interesse. Chi segue sempre la stessa pista non corre il rischio di perdersi. Non chiedermelo dove l’ho studiato e soprattutto dove ho trovato il tempo di studiarlo, ragazzo. Certo non nella Bibbia ma… è così; non è colpa mia se tuo padre è nato Uomo, è nato come un Negro in Alabama, cioè figlio di un Dio minore. Ma, vedi, non mi sbagliavo: anche lo psicologo, prima di andare ad ubriacarsi al saloon, me lo ha confermato. Ho fatto bene ad archiviare tutte le denunce di tuo padre: così tua madre ha dormito serena e tu non sei stato turbato. Questa sera io dormirò tranquillo e la mia coscienza sarà in pace. Come sempre. Domattina mi alzerò e, guardandomi nello specchio, non proverò vergogna. Perché io sono la legge. Io sono la giustizia. Che a volte può e deve essere feroce; come un coguaro. E pungente; come uno sperone. In piena autonomia e indipendenza io sentenziai la tua rovina, è vero:

ma lo feci nel nome del popolo!

Ricordalo, ragazzo della prateria. Non fui io a uccidere tuo padre-

Vittorio Vezzetti  "nel nome dei figli"

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Commenti al Post:
ginevra.gt
ginevra.gt il 20/03/11 alle 01:10 via WEB
SAGGEZZA DI VITA..COMPLIMENTI..UN SALUTO MERY
 
ginevra.gt
ginevra.gt il 21/04/11 alle 18:25 via WEB
CIAO AMICO MIO .. Con l'augurio che questa Santa Pasqua sia l'inizio di una stagione di gioa, salute, successo e gratificazioni per TE... UN ABBRACCIO CON TANTA SINCERITA' ..MERY
 
angeligian
angeligian il 26/05/13 alle 20:22 via WEB
Bella storia! Attuale e veritiera ...
 
 
a.b.cyrano
a.b.cyrano il 27/05/13 alle 07:00 via WEB
non č veritiera, č vera, la sta vivendo mio figlio, la sto vivendo io ...purtroppo
 
red5706
red5706 il 09/06/13 alle 02:09 via WEB
ogni sopruso viene giustificato nel sottile filo delle responsabilitā e di quella coscienza messa al servizio dell'io....ma anche sottile č il filo su cui si cammina nella convinzione di una scelta migliore...dove sorge il condizionamento di una cultura..o di una emozione..o di una paura..ummm..un discorso troppo vasto ...fa pensare ma facilmente ci si perde ..un saluto
 
 
a.b.cyrano
a.b.cyrano il 09/06/13 alle 19:09 via WEB
ci si perde nelle sue molteplici sfaccettature, ma nella sostanza nessuno vuole uscire dalle correnti di pensiero tradizionali, dalle logiche sempre attuate...., nessuno ha il coraggio di responsabilizzarsi con delle deciaioni innovative......
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

 

VIOLENZA PSICOLOGICA

....piccolo amore mio,

i giocattoli,

i giocattoli che tanto desideravi,  

il tuo papà riusciva farli

arrivare  a te

ma il "disagio" di una mamma 

che

......non te li negava,

...non te li buttava,

 ......ma  

li riponeva

in vista

sulla tua scrivania,  

impedendoti di giocarci ! ! ! ! !

 

 

.......

"amore mio grande"

tu

che hai potuto scegliere

ti sei rifugiato

dal tuo papà

lasciando

i soprusi

le angherie

le violenze

di un disagio

............

ora

il tuo papà

sempr più confuso

da una lunga storia

che non trova

mai la fine

rischia

di non sapere più

comprendere le tue esigenze

ora che

stiamo ritrovando

il  "piccolo amore mio"

il compagno dei tuoi giochi

.....tuo fratello

 

....VERSO LA LIBERTā

 ....sei venuto a me

come alternativa

ad una grande punizione...

 

....sei venuto a me

contro il tuo "controllato" volere

 

....sei venuto a me

con un  "indotto"  timore

 

ma tu non sai,

piccolo amore mio,

che  è  solo  il  primo passo

 

per uscire

dalla tua prigionia,

 

per avere

desideri  da sognare,

 

per far crescere

ali per volare

. . . . . . . . . . . . . . . . . .

 . . .  . . . . . . . . . . . . . . 

 

.....UN ANNO DOPO

ora

 che hai imparato a camminare

tu non lo sai ancora,

 non lo sai,

ma stai per volare

vola amore mio,

vola senza paura

vola tranquillo come l'aquila 

 vola attento come il falco

vola veloce come la rondine

vola alto,

vola alto come il gabbiano 

...vola ! ! !  ...vola ! ! !  

..vola libero ! ! !

 

 

 

 

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ADNKRONOS: CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

 manifestazione contro
la violenza sulle donne
Roma, 28 nov.2009 
 Hanno sfilato per le vie di Roma
per dire 'no alla violenza
contro le donne',
contro lo sfruttamento del corpo
a fini politici ed economici
e per una scuola che educhi
alla convivenza civile
tra i sessi
e la liberta'
di scelta sessuale
e di genere.

Secondo le organizzatrici
della manifestazione,
alla quale hanno aderito
giovani dei centri sociali,
coordinamenti femminili,
le femministe 'storiche'
ma anche diversi uomi
…e
un provocatore.
...... un uomo distribuiva
un volantino provocatorio


la simulazione di violenza
e' a sua volta una violenza
contro le donne
che hanno 'veramente'
subito una violenza". ….

 

 

dal sito:

criminologia.it                    

 false violenze 

di Jacqueline Monica Magi
   (Sostituto procuratore

della Repubblica

presso il Tribunale di Pistoia)

Onestà intellettuale vuole
che oltre a parlare
delle violenze atroci
subite da tante donne,
oltre le violenze quotidiane
subite fra le mura domestiche
si parli anche dei casi di
false” violenze
o meglio di “false” denunce
di violenza subita.
Potrebbe sembrare incredibile
che si possa accusare
qualcuno che si sa innocente
di un delitto turpe quale
quello di violenza sessuale........
eppure succede
e neanche troppo raramente.....

 

.......

DICHIARAZIONE UNIVERSALE
DEI DIRITTI UMANI

Articolo 12

Nessun individuo potrà essere
sottoposto ad interferenze arbitrarie
nella sua vita privata,
 nella sua famiglia...

Articolo 16

3) La famiglia è il nucleo
 naturale e fondamentale
della società
e ha diritto
ad essere protetta
dalla società e dallo Stato.

 

...IN CONTRADDITORIO

........
le associazioni

che operano a tutela delle donne:
«Non fanno l'operazione di filtro
che dovrebbero fare:
incitano le assistite a denunciare

 

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