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aspetto

Post n°28 pubblicato il 05 Luglio 2013 da andrea_firenze
 

aspetto: le lancette dell'orologio sono prigioniere di voci; quanto desidererebbero essere sorde! Precipitano a tratti piene di meraviglia, adolescenti riemersi per caso da un tuffo, e risucchiano l'aria come schiocchi di frusta; osservano con condiscendenza corpi abbandonati su sedie, sorvegliati da mosche schierate in cerchio come cannibali, la testa in una gabbia da squali, le dita infilate nella gola di bottiglie a far da esca a pesci rossi ancorati sul fondo, imprigionati dal dorso di antiche monete. Rovescio gli occhi e cerco di ricomporre i frame di un video dove qualcuno imita se stesso indifferente alla pioggia acida che riposa placida sui tetti, accarezza svogliata le vetrate, cuce i palazzi. Piange, e non sa chi piange. Vorrei avere le sue lacrime per scriverci una lettera e poi gettarla nella pattumiera. Ma un'altra posizione mi aspetta, un'altra stanza. Re, schiavi, eunuchi, regine, prostiute, concubine intanto strascicano le strade; pescano accucciate su scogli, hanno reggiseni per rete. Qualcuno sbadiglia le sue preoccupazioni. Altri se ne vanno a spasso con cavolfiori imbavagliati in sacchi neri; cadaveri legati, infilzati da spaghi, da scuoiare e cucinare. Una bimba dai ricci neri affogata da quadri in un telo giallo sorride affamata; ha denti troppo bianchi e non conosce questo posto, non gli appartiene. Accendo e spengo la tv: non sanno chi sono, è ancora presto per domani. Ingioellati su troni o fasciati in culle, tutti in attesa dell'elettroschok, legano i polsi a rotaie che macinano mulini sbuffanti agli approdi. Hanno occhi nei loro occhi, labbra sulle loro labbra; hanno ancora occhi nei loro occhi e labbra sulle loro labbra...

 
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