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« IL MIO INCUBOTERZA PARTE »

SECONDA PARTE

Post n°32 pubblicato il 23 Settembre 2006 da angeloingabbia

SECONDA PARTE


Qualche giorno prima del tanto atteso congedo,siamo nei primi giorni di maggio del 1987,il sig.Gheddafi a la splendida idea di spedire per posta aerea due razzi,destinazione Sigonella, isola stupenda ma, anche sede di una delle basi aereomilitari più importanti della nato presenti sul nostro territorio.Il gesto benché folle e inutile,dato che quel tipo di missili non avrebbero mai potuto raggiungere ne l’isola ne tanto meno la base dato la loro limitata forza di gettata,procurò comunque uno scompiglio generale,portando lo stato di allerta generale ai quasi massimi livelli.
Per via del nostro compito fin lì fatto, e anche abbastanza bene,finimmo per seguire il nostro generale,all’epoca dei fatti ,era anche il capo di stato maggiore,su quell’isola per un’ispezione di routine lui,e logicamente per scorta noi.
A dire il vero fù come un dolce weekend al mare,prima del congedo,ma nell’aria si respirava un qualcosa di ben più pesante,e di poco definito.
Al nostro rientro,a bordo di un c130 militare,il generale cominciò a sondare il nostro stato d’animo con delle domande che lasciavano presagire una qualche proposta che ci sarebbe stata fatta da li a poco,essendo il più alto in grado fra i quattro,e anche il più stufo di tanto mistero presi parola con il suo permesso,e senza tanti giri di parole chiesi di arrivare subito al dunque,non servivano tante domande ma solo mostrare quelle che erano le reali intenzioni.
E così fece,in pratica ci propose di poter restare ancora in servizio attivo anche dopo il congedo,o come firmatari di una probabile carriera militare,o come civili incorporati in una struttura governativa,mostrandoci quello che sarebbe stato il nostro futuro in base alla scelta compiuta.
Non nascondo che la differenza era enorme,la prima era legata ,anche troppo a quelle che sono le regole militari in tutto e per tutto,anche sotto l’aspetto economico,la seconda lasciava presagire ben altri scenari,molto più carichi sia economicamente,che sotto l’aspetto adrenalinico.
Comunque ci furono dati alcuni giorni per pensarci su,e alla fine giungemmo alla decisione di accettare la seconda opzione,cioè quella civile a patto che i quattro non sarebbero stati divisi,dato che ormai c’era fiducia l’uno nell’altro,affiatamento e massima conoscenza nelle capacità proprie e altrui.La cosa fù accettata di buon grado e così venimmo congedati come da programma ,ma nemmeno il tempo di rifiatare e,spediti subito in Sardegna,Capo Teulada ,scuola militare altro corso,altre specializzazioni,altro ambiente.Si altro ambiente,la cosa cambiò d’improvviso,nel senso che,se da militari di naia avevi la possibilità di prender sotto gamba e con allegria qualsiasi cosa,ora lì non si scherzava più,la rigidità,l’impegno e la determinazione erano basi fondamentali,dato che aggiungendo a queste la massima concentrazione,sarebbero diventate regole principali per preservare in futuro la nostra vita e quelle di altri.
Non avevamo ancora ben chiare le cose,ne su questa organizzazione governativa,ne tanto meno su cosa avremmo dovuto fare,ma la situazione cominciava a piacerci,si rendeva sempre più interessante ogni giorno di più,tranne una,il fatto di dover mentire ai nostri familiari,su ciò che era stata la nostra scelta e su dove ci si trovava.Per me fu abbastanza semplice la situazione,mi bastò dire a mia madre che avevo trovato lavoro in un’impresa edile del nord,e che al momemento stavo lavorando,a supporto di ciò facevo pervenire un contributo mesile,e questo ovviamente non destò nessun sospetto,dato che tempo addietro avevo già ventilato a mia madre il verificarsi di questa ipotesi pur di non tornare all’ovile.
I mesi passarono abbastanza velocemente,e anche con una scarsa noiosità,dato che mai giorno fu uguale all’altro,sempre cose e situazioni nuove,interessanti e utili,tornai a casa per le festività di Natale, dopo mesi di mia latitanza,e come logico che fosse,fui messo sotto interrogatorio da mia madre,che mi tempestò di domande,ma dove lavori e con chi,dove abiti e come stai?Ed’eccomi li a sparar l’ennesima raffica di menzogne,lezione che già mi ero preparato con largo anticipo,e curando nei minimi particolari,e tutto sommato andò bene, escludendo il dolore che provavo nel dover raccontare un sacco di bugie.
Le festività andarono via lisce e arrivò il giorno della ripartenza,non sapevo ancora dove sarei dovuto andare e cosa avrei dovuto fare,sapevo solo che una telefonata mi avrebbe detto il mio percorso e il luogo di arrivo.
Era tarda sera quando la telefonata attesa arrivò,una voce che non avevo mai sentito prima mi diede le disposizioni in maniera fredda e frettolosa,nemmeno il tempo per qualche chiarimento in più,detto quello che doveva dirmi chiuse(senza manco salutare maleducato).Dovevo presentarmi a Roma,avevo una prenotazione di un volo a mio nome,al mio arrivo avrei dovuto aspettare qualcuno che mi avrebbe preso per accompagnarmi alla destinazione,e così feci,sbarcato a Roma,trovai ad’aspettarmi gli altri tre,con somma gioia aggiungo,dopo circa mezz’ora un signore distinto e non in divisa ci chiese di seguirlo il generale ci stava aspettando.
Arrivammo al comando,almeno così disse lui,una palazzina abbastanza fatiscente,in un quartiere periferico ,all’interno un’unica stanza,che al contrario dell’esterno e dei corridoi passati,era tutt’altro.Attrezzata di strumentazioni molto sofisticate per l’epoca e molto avanzate,una decina di persone che lavoravano,alcuni in divisa altri in borghese,all’improvviso un benvenuto familiare risuonò nella stanza,ci chiese se il viaggio era andato bene e se fossimo stanchi,al nostro tutto bene ci portò in quello che doveva essere il suo ufficio,ci sedemmo e ci spiegò in linea di massima quello che da quel momento in poi sarebbe stata la nostra vita.


ALLA PROSSIMA PARTE
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