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Post N° 44

Post n°44 pubblicato il 12 Maggio 2008 da anonimalamente

Ancora giorno

 

Capitolo ventesimo

 

Nessuno si era fatto ancora vivo e noi iniziammo a lavare piatti e scopare per terra.

Stavamo per finire ed eravamo vogliosi di vedere il nostro risultato per potercene compiacere che arrivarono tutti con la spesa. Borse, borsette, birre in mano già mezze bevute, scarpe sporche e sigarette accese con relativa cenere.

-         Cosa avete preso da bere di buono?- Dissi cercando di consolarmi.

-         Una decina di litri di pessimo vino rosso più un po’ di birre sponsorizzate dalle nostre ragazze preferite- disse Chicco guardando le nostre compagne di vacanze  -e tre bozze, una di gin che offro io, poi altre due che non mi ricordo.

-         Si è alzato Alberto?- Domandò Filippo.

-         No. Sai com’è?

-         Perché come sono? Chi mi cerca? Col casino che fate come si fa a dormire?- Ci sentimmo domandare da Alberto comparso all’improvviso. Lo guardammo in faccia e tutti trattenemmo le risate. Era appoggiato allo stipite della porta con fare sicuro e duro. In fronte, però, aveva scritto: “sono scemo” e il resto della faccia era ricoperto da falli disegnati e offese varie. Tutto ciò lo faceva sembrare proprio ridicolo rispetto all’atteggiamento che possedeva. -Cosa avete? Non salutate?

Ci guardammo per un nano secondo e realizzammo che non si ricordava dei scarabocchi della notte precedente, come tanti di noi, ma lui risultava l’ultimo e quindi pagava pegno. Filippo prese in mano la situazione:

-         Proprio te cercavo. Siamo tutti qui? Giusto? Volevamo informarvi delle decisioni che abbiamo preso. Anzi che siamo stati costretti a prendere. Anzi, abbiamo agito senza decidere tanto non avevamo…

-         Filippo abbiamo capito. Vai al succo.

-         …si scusa, quindi iniziamo con le brutte notizie. Con la spesa di oggi abbiamo finito i soldi, ci sono praticamente solo quelli per il gas. Da cui si deduce che si mangerà quello che abbiamo e ce lo dobbiamo gestire, e parlo soprattutto riguardo le sigarette e l’alcol.

-         Che sono l’uniche due cosa che non si mangiano. Le buone notizie?- Domandò Alberto andandosi a prendere una tazza di the avanzato.

-         Quali buone notizie? Dai che scherzo. La buona notizia è che non ci mancava nulla da mangiare e quindi abbiamo deciso di mettere tre euro a testa e comprare carne per farci una grigliata questa sera, visto che è venerdì sera.

-         E allora?

-         No niente. Era per fare qualcosa di divertente.

-         Ok. Ma io Filippo cosa centro? Perché mi volevi? Che andrei a lavarmi.- Disse Alberto appoggiando la tazza e girandosi verso la camera da letto con relativo bagno.

-         Perché tu sei risultato il miglior cuoco che abbiamo trovato fra i centinaia contattati.

-         Lo sapevo che mi incastravi. Ma dov’è la griglia e la legna? Io non ne ho viste dentro questo buco.

Io guardai Filippo e fui sicuro di pensare la stessa cosa che frullava nella sua bacata testolina. “L’avvocato”.

-         L’avvocato.- Scandì lentamente Filippo.

-         L’avvocato?

-         Si, l’avvocato.- Ribadì Filippo annuendo.

-         E che cazzo centra un avvocato?

-         Centra, fidati Alberto che centra. Se prendi la stradina qui fuori e svolti al terzo vicolo, dopo cento metri…

-         Non ti ho domandato dove sta ma cosa centra Filippo. Ti prego. Sii breve, mi metti ansia.

-         Praticamente a casa sua in un portico c’è una bellissima griglia con scorta di legna inclusa.

-         Ma possiamo?

-         E te lo diceva se non si poteva?- Dissi rispondendo alla turbata Elisa.

-         Giusto. Quindi devo cucinare. A questo punto neanche mi lavo tanto dopo puzzerò un casino. Portatemi alla griglia.

Noi tutti ci guardammo con soddisfazione e complicità, pensando alle risate che ci saremmo fatti alle sue spalle per un po’.

Prendemmo il necessario per cucinare, più una bottiglia di Coca Cola piena di vino per noi cuochi ed io, Carlo e Chicco ci avviammo seguendo Filippo e Alberto che facevano strada.

 
 
 
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