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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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"ABBIAMO OPERATO L'UOMO PIU' RICCO D'ITALIA"

Post n°377 pubblicato il 19 Dicembre 2006 da bargalla

                   immagine

"L'Italia è il Paese che amo..." così principiava la dichiarazione d'amore di un volgare ruffiano che scese in campo a miracol mostrare.
Un matrimonio d'interesse officiato secondo il rito della plutocratica dottrina del capitale, celebrato sul blasfemo altare di un regime mediatico dal quale il molto onorevole silvio ebbe in dono le plurimae leges ad personam e la prezzolata, ossequiosa venerazione di una legione di servi sciocchi e fedeli che in queste ore trepidano per la salute cagionevole del loro padrone e signore il cui fibrillante cuore si è stancato di battere con la consueta regolarità.

"L'Italia è il Paese che amo..." ma sia chiaro, se il mio fisico di sepolcro imbiancato e di settantenne decrepito tenuto su da cento lifting, dovesse mostrare qualche segno di cedimento strutturale, allora penso proprio che sceglierò il Belgio per asportare un frammento di menisco del mio discolo ginocchio destro e gli Usa dell'amico george al quale affidare il mio preziosissimo cuore per una delle solite "operazioni off-shore".
Il principe degli imbonitori ama così tanto il paese nel quale continua a vendere l'aria fritta da preferire i rinomati "cervelli in fuga" d'origine italica che operano con successo nel paese del guerrafondaio george, ai luminari dei tanto bistrattati ospedali italiani che in quanto a preparazione e a scienza medica non hanno niente da invidiare a quelli dello zio Sam, dove se non hai una carta di credito molto "gold" e un'assicurazione "very very good" puoi anche crepare aspettando uno straccio di assistenza.
Accompagnato dal maggiordomo e da un codazzo di bodyguard, il signore di Arcore è decollato da Milano su di un G5 della flotta aerea del suo impero alla volta degli Usa per sottoporsi ad una serie di accertamenti già fissati e curare quello che i suoi tirapiedi inizialmente hanno chiamato un live disturbo, una bradicardia che forse ogni tanto gli regala qualche sporadica extrasistole ventricolare e la poco piacevole sensazione, che a dispetto della sua immensa e "inindagabile ricchezza" anche lui è destinato a fare la fine di ogni comune mortale.
Eccolo quindi nell'Ohio, alla Cleveland Clinic, dove per passare inosservato ha disposto che il suo augusto patronimico non figurasse tra i pazienti dell'ospedale, un diritto alla riservatezza infranto dalla candida ammissione di un'infermiera che ammette: "Non so se ci sia questo signor Berlusconi, so che questa mattina abbiamo operato l'uomo più ricco d'Italia".
Per non condizionare l'immagine che il popolo bue ha del suo bovaro è bene che si sappia solo che l'immortale silvio ha superato brillantemente, come d'altronde solo lui sa fare, l'intervento chirurgico magistralmente eseguito dal campione mondiale dell'elettrostimolazione cardiaca nell'esclusivo e rinomato Heart Center di Cleveland all'interno del quale un hotel a cinque stelle ospita i danarosi parenti degli illustri pazienti che, una volta dimessi, scelgono poi la suite al quattordicesimo piano per rendere più piacevole un soggiorno degno del portafogli di cotanto lignaggio e della schiatta che a loro si accoda.
Forse gli hanno impiantato un pacemaker di ultima generazione con annesso defibrillatore automatico alimentato da una inesauribile batteria al polonio (sic) forse gli hanno fatto una semplice ablazione per correggere e ripristinare la regolare conduzione cardiaca.
C'è perfino chi si è spinto oltre parlando, sia pure con prudenza, di sostituzione di una "valvola" cardiaca, ma anche se babbo Natale gli trapiantasse un cuore nuovo di zecca (per lui quelli "usati" non vanno bene, uno come lui alla fiera delle vanità riuscirebbe a comprare anche un bel miocardio full optional) il signore di arcore non potrà ugualmente esimersi dallo staccare quel biglietto di sola andata per il mondo dei più, dove di certo troverà Qualcuno che lo accoglierà con la maledizione che da duemila anni accompagna quelli come lui: "Guai a voi ricchi! Perché avete già avuto la vostra ricompensa..."
"Guai a voi ricchi" che ogni giorno esibite la vostra spudorata ricchezza per prendere a pesci in faccia i poveracci ai quali il vostro egoismo non concede il minimo indispensabile per sopravvivere.
"Guai a voi ricchi" che varcate l'Oceano per curare i vostri brufoli, mentre i tanti povericristi crepano senza riuscire ad arrivare nell'ospedale dietro l'angolo. 
Sono politicamente scorretto e non condivido tutti quei messaggi di umana solidarietà e di pronta guarigione che in queste ore stanno giungendo al capezzale dell'augusto paziente. Per me a gentaglia di tal fatta, dopo il check-up cardiaco, si dovrebbe anche fare il check-in per l'inferno, accompagnato dal mio solito più cordiale (trattandosi di cuore l'aggettivo "cordiale" è d'obbligo!) e sincero vaffanculo!
D'altronde la mia condizione di plebeo non mi consente di esprimermi altrimenti, per censo e per nascita non posso, non devo (non voglio!) sentirmi vicino al più titolato patrizio italiota, giacché una degnissima  distanza abissale separa il mio essere figlio di contadino da quel suo pensiero secondo il quale "...continuano ad essere convinti che il fine del governo sia ridistribuire il reddito con le tasse, rendendo uguali il figlio del professionista e il figlio dell'operaio".
Caro silvio e carissimi suoi tirapiedi, anche stavolta ho citato la summa del berlusconi-pensiero, secondo il quale nel Belpaese l'Uguaglianza non ha diritto di residenza, ciò atteso ogni qualvolta mi si offrirà il destro, statene certi, sarò ben lieto di riproporre le sue parole, perché siano di monito soprattutto per quelle "anime prave" e corte anche di comprendonio che si lasciano intenerire dalla geriatrica bradicardia di silvio e restano gioiosamente indifferenti dinanzi ai tantissimi drammi che quotidianamente vivono quanti non hanno neanche gli occhi per piangere.

 
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