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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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"CRIMEN SOLLICITATIONIS" E DINTORNI

Post n°399 pubblicato il 12 Febbraio 2007 da bargalla

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A quell'anonimo qualcuno che con insistenza mi chiede di "non rompere più le scatole" con queste mie riflessioni da lui definite "stronzate di un laicista" rispondo che non ho nessuna intenzione di accontentarlo, anzi per essere più diretto gli racconto brevemente com'è nato il mio livore per l'immondo mondo dei preti e forse, se anche lui non è uno di loro, potrà provare a capirmi.
D'accordo, caro il mio anonimo, visto lo strapotere clericale, serve a ben poco indignarsi per la puntuale, prevedibile ingerenza ancora una volta esercitata in modo pervicace e ossessivo da una chiesa cattolica più attenta alle cose di questo mondo che non a quelle del Cielo, eppure penso che se anch'io nel mio piccolo la smettessi di criticarla con questi post che forse lasciano il tempo che trovano, probabilmente sarei poco coerente, perché verrei meno ad una promessa che feci a me stesso nel momento in cui fui oggetto di squallide attenzioni da parte di un branco di lupi travestiti da agnelli, il più apparentemente "pio" dei quali era in realtà il più empio, la più feroce delle bestie in tonaca e clergyman, una delle tante che tuttora infestano con fare suadente e "mimetico" l'infido sottobosco di una jungla nella quale cresce vigorosa la mala pianta dell'ipocrisia: il pane quotidiano dei preti predatori.

La mia reazione all'epoca fu violenta, un calcio sferrato con divina potenza nelle invereconde pudende dell'incauto reverendo, come violento fu il tentativo di sovvertire il "sinite parvulos ad me venire" da parte di quel prete che predicava male e razzolava peggio, come d'altronde fanno quasi tutti i preti e, credetemi, più si sale la scala della gerarchia ecclesiastica e più aumenta il gesuitismo farisaico, ma io che per fortuna tanto "parvulus" non lo ero già da un pezzo, ebbi l'occasione di manifestare in modo concreto e "calcisticamente" efficace il mio dissenso verso un mondo che stava per fagocitarmi, prendendomi oltre al corpo anche l'anima.  
Per questo e soprattutto grazie anche ad una formazione intellettuale acquisita e in seguito nutrita e coltivata dal più classico liberalismo, posso oggi con orgoglio definirmi "non cattolico" e felicemente anticlericale, non devo, non posso, quindi esimermi dal continuare a criticare il velleitario tentativo di una chiesa cattolica il cui unico dio è "Mammona" ovvero il potere temporale fertilizzato dallo sterco del diavolo nel quale i preti sguazzano come porci, di ammantare con una morale da basso impero, sessuofobica e misogina, la sfera sessuale, il progresso scientifico e la vita di relazione dei cittadini di uno Stato nel quale, il papa e la chiesa che rappresenta nel corso dei secoli hanno spadroneggiato, forti di un "monopolio" fideistico e clericale lungamente difeso prima con i roghi: "abbruciamoli tutti" (Giordano Bruno docet) e poi con i precetti, gli anatemi e le scomuniche.
Mi permetto portare all'attenzione degli occasionali lettori di questo post qualche esempio, per qualificare appena l'innato fariseume che alberga sovrano nei sontuosi palazzi apostolici, gli abitanti dei quali hanno sempre guardato con preoccupazione verso quanti hanno l'ardire di esercitare il libero pensiero, senza pagare dazio al dogmatismo "dominante" venendo quindi meno alla dottrina di una chiesa scritta da uomini per la maggior gloria di altri uomini e all'ideologia totalizzante di chi pensa di essere depositario dell'unica verità rivelata o ritenuta tale.
Her ratzinger, il capo-cupola della lobby affaristico-spirituale più potente e corrotta del pianeta, quello che un giorno si scaglia contro la legittima potestà di un Parlamento a sovranità (di fatto) limitata, di legiferare per regolamentare quelle "relazioni affettive" che lui definisce "disordinate" ma che magari tali non sono per chi si relaziona "more uxorio" come d'altronde fanno certi preti, vescovi e cardinali che convivono con perpetue tuttofare o con segretari molto particolari,  quello stesso her ratzinger che a giorni alterni tuona verso quello stesso Parlamento  che vorrebbe legiferare in tema di bioetica senza passare sotto le forche caudine del dogmatico relativismo dei papi, ecco, quel pastore alemanno di cui sopra, nella sua prima enciclica si è espresso, sulla carta, in un modo quasi ineccepibile, ma che invece nella pratica curiale e quotidiana, come sempre da quelle parti accade, si comporta in modo esattamente contrario a quanto predicato.
Nella sua prima, e finora unica enciclica, dal titolo "Deus caritas est" al punto 28 fra l'altro scrive: "...Il giusto ordine della società e dello Stato è compito centrale della politica...La Chiesa non può e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica per realizzare la società più giusta possibile. Non può e non deve mettersi al posto dello Stato...La società giusta non può essere opera della Chiesa, ma deve essere realizzata dalla politica".
Un campione di santa laicità, non c'è che dire, in linea col dettato evangelico: "date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio" smentito però, alla prova dei fatti, dalla continua ingerenza al limite della più spudorata intrusione esercitata dai suoi attendenti porporati e dagli "ufficiali di collegamento" doppiogiochisti, cosiddetti laici, negli affari di "una realtà temporale" che si vorrebbe giustamente al riparo da ogni interessata interferenza, anche e soprattutto dottrinaria.
Ma c'è di peggio, sempre il medesimo her ratzinger, nel periodo in cui era prefetto dell'ex sant'uffizio, già santa inquisizione, si rese responsabile dell'applicazione di un documento che doveva restare segreto, meglio noto come "Crimen sollicitationis" in base al quale per prudenza, per omertà e complicità, e per non fare scandalo, i preti pedofili, colpevoli della più turpe delle nefandezze, venivano per così dire coperti dalla gerarchia ecclesiastica, non venivano rimossi dall'incarico pastorale, o ridotti allo stato "laico" e denunciati come avrebbero meritato, ma semplicemente spostati in altra sede, in un'altra parrocchia, liberi di continuare ad essere lupi in mezzo agli agnelli.
Cosa se vogliamo ancor più grave, questo documento impone il silenzio alle vittime con la minaccia della scomunica. Bisognava subire e stare zitti per non infangare il nome di santa madre chiesa!
E che dire di Leone XIII, un altro papa che combatté da par suo la libertà di pensiero e di azione, dedicando a questa battaglia, persa già in partenza, l'enciclica "Libertas praestantissimum" dove tra l'altro si legge quest'invettiva contro il libero pensiero: "E' pur sempre eternamente vero che codesta libertà di tutti e per tutti non è desiderabile di per se stessa, come più volte abbiamo detto, poiché ripugna alla ragione che la menzogna abbia gli stessi diritti della verità...Non si può affatto concepire la libertà dell'uomo senza la sottomissione a Dio e l'assoggettamento alla sua volontà. Negare in Dio tale sovranità o rifiutarsi di sottomettersi ad essa non è libertà, ma è  abuso della libertà e rivolta; in verità da tale disposizione d'animo si forma e si realizza il vizio capitale del Liberalismo...Da quanto si è detto consegue che non è assolutamente lecito invocare, difendere, concedere una libertà illimitata di pensiero, di stampa, di insegnamento o di culto (promiscuam religionum libertatem), come fossero altrettanti diritti che la natura ha attribuito all'uomo".
Più chiari ed espliciti di così non si può essere, il ruggito del tredicesimo leone, continua ancora ad aizzare le "anime prave" e depravate di una congrega di falsi moralisti che si ergono ad improbabili censori della condotta altrui, quando poi nel loro seno albergano non uno, ma tutti e sette vizi capitali, trovando nel loro essere dei perfetti sepolcri imbiancati, l'humus ideale, il letamaio, nel quale crescere rigogliosi.
Cooptano le coscienze dei loro adepti sfruttando Dio e l'intimo bisogno di Dio che è insito nel cuore dell'uomo, anche del più ateo e non contenti di controllare le anime di chi si lascia da loro circuire, pretendono di controllare anche i corpi ed esigono che la loro religione sia universalmente riconosciuta come la sola degna di essere professata condizionando dogmaticamente con la loro dottrina anche tutto lo scibile umano, salvo poi accorgersi che non è il sole ad orbitare intorno alla terra, ma viceversa fino a "scoprire" che questo granello di sabbia sul quale vaghiamo pensando di essere al centro dell'universo, è solo uno degli "Infiniti mondi" tanto cari al mio Giordano Bruno.

 
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